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GIULIO

Osservoi suoi occhi diventare lucidi all'improvviso e posso vedere la mareadi emozioni che la stanno investendo. Si sta aprendo con me finalmente e comprendo quanto sia difficile per lei. Non credo di esserne nemmeno capace, ma capisco che è ciò che vuole quindi ci devo almeno provare. Siamo in bilico tra il dare e l'avere e se non voglio cadere dalla giostra devo espormi.

Siamo così uguali, l'ho sempre saputo, dalla prima lezione di scuola guida. Si era seduta in fondo all'aula dal lato opposto al mio. Stretta in quel giubbino di jeans con l'espressione guardinga, i capelli che le ricoprivano il viso, i vestiti larghi... sembrava un cucciolo smarrito. Avevo rivisto in lei la stessa espressione che albergava sul mio volto non molto tempo prima. Potevo sentire la sua paura verso il prossimo. Faceva di tutto per tenere le persone a distanza di sicurezza. Ora conosco il perché di tutta quella sofferenza. La capisco. So cosa significa. L'ho sempre sentita vicina a me per qualche strana ragione, anche ora che mi tiene a distanza di sicurezza, forse perché sente la forte attrazione che c'è tra di noi. Vorrei tanto sedermi al suo fianco e prenderla per mano, ma mi ha imposto di stare qui su questa sedia scomoda e anche se mi sta facendo male il culo resto immobile. Cerco di concentrarmi sulla discussione, devo sbilanciarmi altrimenti mi caccerà da qui. In questo momento non c'è altro posto in cui vorrei stare e questa consapevolezza improvvisa mi spiazza. La paura di perderla, che si allontani da me mi serra lo stomaco. Con lei mi sento sereno. Non so come faccia ma è ciò che sento e non intendo rinunciarci.

«Anche a me è successa una cosa simile tanti anni fa, lei era più grande e... mi ha distrutto» dico con un filo di voce, lasciando sfogare i miei pensieri. Spero che Elena non mi abbia sentito, invece quando la osservo la vedo sgranare gli occhi per saperne di più. Porc... Mi agito un po' sulla sedia in cerca di coraggio. Nessuno sa nulla di questa storia, a parte chi mi ha curato... ma vabbè, al diavolo.

«Avevo quindici anni e credevo fosse l'amore della mia vita, insomma, il primo amore è sempre quello che credi sia eterno, no? Invece mi sbagliavo. E di grosso. Da allora non avuto altro che, come li chiami tu, "vantaggi" dalle ragazze e basta, non mi è mai interessato altro, è troppo difficile per me.» Tranne con te! È tutto più facile vicino a te! Vorrei gridarglielo, ma la voce mi muore in gola. Tossisco cercando di non perdere il controllo. Lei è diversa. Così tanto da farmi paura. Mi guarda dritto negli occhi e vedo che la sua espressione cambia, sta soppesando le mie parole e sicuramente crederà che di lei non me ne frega un cazzo! Non ce la faccio più a stare seduto qui! Mi alzo, scalcio via le scarpe e mi siedo davanti a lei con le gambe incrociate. Si rannicchia ancora di più e si copre con le coperte.

«Vedi quanto siamo uguali? Io ho paura, e anche tu.»

«Io non voglio più avere paura» dice tutto d'un fiato. Mi sento investito da questa affermazione, stento a crederci. Davvero lopensa?

«Sofia, una delle mie migliori amiche, ha trovato la sua anima gemella. Non se l'è certo fatta scappare e vive la loro storia appieno. Sono stati anche lontani, ma si amano davvero e non hanno mai avuto paura dei loro sentimenti, sapevano benissimo ciò che provavano l'uno per l'altra . A essere onesta sono invidiosa per la loro consapevolezza, penso sia rara una cosa simile. Enrico è il miglior ragazzo del mondo, è generoso, dolce, simpatico, eccezionale, e adesso è costretto in un letto d'ospedale perché un pirata della strada lo ha centrato in pieno con la sua auto. Io sono stanca di avere paura. Stanca di aspettare che accada qualcosa di buono e di tenere tutto e tutti a debita distanza. Non lo so cosa sei tu per me o cosa posso essere io per te, ma ho bisogno di avere qualcuno al mio fianco che mi faccia stare bene come mi fai stare tu.»

Ho quasi smesso di respirare sentendo queste parole, mentre le lacrime le rigano il viso. Sto rischiando di perderla davvero. Resto a osservarla un secondo: vulnerabile, in attesa, mi manca l'aria e non posso fare altro che avvicinarmi e baciare le sue labbra bagnate dalle lacrime. Lei mi accoglie con un sospiro che fa sgonfiare anche il mio petto. Ora o mai più.

Sorelle nell'animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora