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SOFIA

Dire che il mio amico Alessandro sia la persona più persuasiva di questa terra, ormai è un eufemismo.  Teresa e Federico ci aspettano in montagna, e cascasse il mondo, Alex ha insistito perché andassi anch'io.  Ora che Enrico sta finalmente bene e siamo tutti più sereni, un po' di svago era d'obbligo, soprattutto quando mi ha minacciato che mi avrebbe portata anche in spalle pur di farmi uscire.

Alla radio passa una canzone molto rilassante, mentre percorriamo una serie di tornanti. Le mie orecchie sono già tappate da qualche chilometro, una delle cose che odio di più. Perfino Andrea è in silenzio, quindi deve infastidire anche lei questa cosa. Adoro la sua abitudine di tenere la mano di Alex mentre guida, conoscendola, certi gesti affettuosi mi stupiscono sempre. Posso vedere i suoi occhi brillare di pura gioia e, ricordando le sue molteplici e disastrose avventure amorose, non posso che essere estremamente felice per lei.

Una risata al mio fianco mi fa voltare. Giulio ridacchia da solo osservando lo schermo del cellulare. Non vorrei farmi i fatti suoi, ma l'occhio mi cade proprio sull'icona del contatto, e posso notare che sta messaggiando con Elena.

Purtroppo, con così poco preavviso, non ha potuto saltare il suo turno al negozio di animali, ma ha dato la sua benedizione al suo ragazzo per un pomeriggio in compagnia.  Il fatto che abbia accettato mi ha stupita e profondamente colpita.  Forse con noi sta davvero bene e questo mi fa un piacere enorme. Anche se lo conosco da poco, mi sembra che valga molto  più di tutti quei bellimbusti coi quali ha avuto a che fare in questi anni. Elena e i ragazzi non sempre sono stati un'accoppiata esaltante.

Quando nota che lo sto osservando mi sorride, con quella fossetta che la mia amica adora.

«Scusa, non volevo fissarti. Ti ho visto sorridere: è una delle cose che Elena adora di te, e non posso darle torto» dico con un filo di voce, avvampando al pensiero del complimento melenso che gli ho appena fatto. Non era mia intenzione, ma pensavo servisse a rompere il ghiaccio, invece credo di aver appena fatto una figuraccia.

Giulio si passa la mano tra i ricci neri, cercando forse di non far trasparire il suo imbarazzo.

«Non mi hai dato fastidio, tranquilla. Questa cosa del sorriso me la ripete sempre, non credevo lo andasse a dire ai quattro venti» spiega guardandomi negli occhi.

«Io non sono "i quattro venti", per la cronaca» spiego cercando di fargli capire che di me si può fidare al cento per cento. Lo vedo annuire e addolcire il suo sorriso. «Sì, questo lo so. Prima o poi mi abituerò a questa cosa» spiega con un gesto della mano. «Comunque, nessun fastidio, per la cronaca» ribatte facendomi il verso.

Wow, ha scambiato più di quattro parole con me! Facciamo progressi!

Dopo pochi minuti, arriviamo a destinazione. Accidenti, questo posto è bellissimo e pieno di neve. Assomiglia ai villaggi degli elfi che ci propinano in tutti i film durante le vacanze di Natale.

Alex chiama Federico e in pochi minuti arriviamo nell'impianto dove ci stanno aspettando i nostri amici.   Qui i nonni di Alex hanno una baita, che lui prontamente ha proposto di utilizzare per evitare di pagare un albergo. Che dire, mai nella vita avrei pensato di conoscere una persona simile.  Appena giunti alla stradina che ci conduce al bar, Teresa ci corre incontro. Ha il sorriso più bello che le abbia mai visto fare, ci abbraccia e bacia tutti, Giulio compreso, che anche se in modo un po' maldestro la lascia fare.

«Forza, abbiamo tenuto un tavolo solo per noi, ma qui c'è così tanta gente che sta diventando un'impresa» annuncia mentre ci fa strada.

La vista dal porticato del locale è fenomenale. Amo la montagna in qualsiasi stagione, ma oggi, con tutta questa meravigliosa neve e questo cielo così limpido è ancora più suggestiva. Non molto lontano da qui si trova il paese, che spicca per i colori e gli affreschi sui muri delle case. Il legno dei tetti, mescolato alla neve, rende tutto splendido. Un sacco di persone passeggiano lungo le strade, nonostante il freddo e cumuli di neve ghiacciata ovunque. Poco più su ci sono le piste, gremite di fanatici degli sci e di bambini con gli slittini. Se Enrico fosse qui sarebbe tutto perfetto, ma decido di mandargli una serie di foto per fargli sapere che siamo arrivati e per avvisarlo che dovremo tornare quassù il più presto possibile.  Una mano mi tocca la spalla e quando mi volto, il sorriso di Federico e il suo abbraccio mi fanno sentire amata.

Sorelle nell'animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora