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ENRICO

«Buongiorno, amore mio.» Sento la voce della mia Sofia sfiorarmi l'orecchio, prima di  depositarmi un bacio sulle labbra. Il mio amore, che bocca morbida che ha, non me la ricordavo così. Sento le sue mani calde e morbide stringere le mie, la sua guancia umida sui  dorsi.

«Perché non si è ancora svegliato?» È  la voce di Alex non molto lontano.

Posso sentire tutto, anche se il mio corpo non reagisce. Ho mal di testa da quando mi sono svegliato... no, da quando sono cosciente. Sento ogni cosa, anche le lacrime del mio tesoro. Ha sempre le guance umide e le labbra troppo morbide. Voglio abbracciarla e dirle che sto bene, che presto mi sveglierò. Sto facendo di tutto per aprire gli occhi e poter rivedere i suoi.

Ascolto i miei genitori che mi raccontano della loro giornata, la mia sorellina che continua a chiedermi scusa come se fosse colpa sua, Alex che conforta il mio amore e qualcun altro che non riesco a riconoscere. C'è sempre qualcuno qui con me, anche i dottori che bisbigliano con le infermiere. Voglio aprire gli occhi e dire a Sofia che presto tornerò a casa da lei, che non si deve preoccupare per me altrimenti andrà male a scuola. Vorrei sapere come è andato quel compito di chimica che ci ha tenuti tanto impegnati. Come sta andando lo stage di Terry e Andy e quanto manca prima che tornino a casa. Se vuole ancora organizzare una festa a sorpresa per congratularsi della loro avventura, o se si è già stancata di organizzare tutto da sola.

Cerco disperatamente di muovere il pollice per accarezzare la sua mano, di girare la testa verso di lei, ma niente. Nulla risponde.

I dottori dicono che quando sarà il momento mi sveglierò e potrò riavere la mia vita. Se mi impegnerò potrò ritornare a frequentare l'accademia e coronare il mio sogno.

Ma il mio corpo non vuole collaborare, qualunque cosa cerchi disperatamente di fare.


ANDREA

«Questa sarebbe la tua idea per vincere?» chiedo stupita fissando Teresa negli occhi. Santo cielo, quand'è che è impazzita mia cugina?

Lei annuisce seria.

«Questo sarà il nostro gran finale. Ce la possiamo fare Andy, ti fidi di me?», risponde.

Certo che mi fido, completamente e indiscutibilmente, ma di solito tra noi due la pazza sono io, non lei. Annuisco con la testa e subito noto il suo sorriso... bè, assomiglia di più a un ghigno. La cosa sinceramente mi preoccupa un po'.

«Cugi» inizio con calma prendendo le sue mani tra le mie, «mi spieghi cosa sta succedendo? Ieri sera sei tornata piangendo e ora non ti riconosco più. Cosa c'è che non va?»

La vedo fare un lungo sospiro per fermare le lacrime. Aspetto qualche secondo prima che ritrovi la voce e mi dia una risposta.

«Devo mettere la parola fine a un paio di cose. Non posso più aspettare. O la va o la spacca.» I suoi occhi sono decisi, intensi. È determinata come non mai. La mia cuginetta è sul piede di guerra, e io non posso fare altro che restare al suo fianco. Insieme siamo imbattibili, lo so. Stringo di più le sue mani annuendo di nuovo.

Decido di non chiederle altro, l'abbraccio forte e ci mettiamo a studiare il nostro gran finale.

Passiamo tutta la settimana a provare e fare le eliminatorie. Ogni esame di cucina superato ci avvicina sempre di più a venerdì, per la gara definitiva. Sabato ci sarà la premiazione e domenica saremo di nuovo a casa.

Siamo rimaste noi due, Jean e Michelle, i due tedeschi... come si chiamano? Ian e Marck e le spagnole Penelope e Carmen. Quattro squadre per un unico premio. Ognuno pensa a sé in questa settimana... mi sembra strano e un po' brutto, ma è giusto che sia così, potrà vincere solo uno di noi.

Sorelle nell'animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora