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ALESSANDRO

Getto il borsone nella lavanderia. Non ho proprio voglia di svuotarlo, ci penserò più tardi. L'allenamento è andato da schifo, come la mattinata in università. Avrei fatto meglio a starmene a casa. Il mio cervello è sconnesso, sono troppo scosso.

Cerco qualcosa nel frigorifero, ma non ho fame. Davvero non so cosa fare. L'unica cosa sicura è che alle diciannove andrò a prendere Sofia per andare in ospedale. Da ieri pomeriggio è diventata una necessità, conto i minuti che mi separano da quel posto che odio come non mai in questo momento. Bevo un lungo sorso d'acqua cercando di calmare il groppo che mi attanaglia la gola. So che lo conosco da pochissimo tempo, ma Enrico è diventato come un fratello per me. È solare, spontaneo, coinvolgente e sentirlo parlare del suo sogno osservando i suoi occhi brillare è qualcosa che ti rapisce. E poi lui e Sofia si guardano in un modo che ti fa credere che l'amore vero esiste, ed è una cosa meravigliosa. Perché proprio a lui? Perché Sofia deve soffrire in questo modo?

Guardo il cellulare. Come sfondo ho la foto fatta con Andrea la sera di Natale, quella del nostro bacio sotto al vischio. Sfioro lo schermo col dito, ripensando a quanto amo intrecciare le dita nei suoi capelli, accarezzare le sue guance, perdermi in quegli occhi color smeraldo che sorridono sempre. Mi manca da morire, mi manca tutto di lei in questo istante. Voglio che vinca a tutti i costi, voglio che torni a casa. Ora come ora, vorrei dare una testata contro il muro e dimenticare queste orrende giornate.

Non posso non ripensare all'incubo che io e la mia famiglia abbiamo vissuto qualche anno fa. La corsa in ospedale, le discussioni coi medici, le grida di disperazione di mia madre. Scorro le foto nel telefono, quelle che non potrò mai cancellare, quelle che mi scaldano il cuore ogni volta che le vedo. Mi distruggono e mi confortano allo stesso tempo. Quel sorriso uguale al mio, quegli occhi... Mirko mi manca ogni giorno, e ogni giorno il suo pensiero mi rende un po' più forte. Chiudo gli occhi un istante e in cuor mio, prego il mio adorato fratello di vegliare sul mio amico. Non sono pronto a passare di nuovo attraverso l'inferno. Non voglio.

Sobbalzo per lo spavento quando all'improvviso il telefono inizia a suonare. All of me parte, mostrandomi la foto di Andrea. È la sua canzone preferita ed è associata al suo contatto. L'ha impostata lei sul mio cellulare. Lungi da me toglierla, mi ricorda i nostri momenti spensierati e colmi d'affetto. Senza chiedermi il perché della chiamata a quest'ora scorro sul tasto verde.

«Andy, tesoro...» cerco di salutarla, ma istantaneamente mi blocco sentendola piangere dall'altro capo. Proprio lei che non piange mai.

«Amore! Mi manchi! Non voglio più restare qui, voglio tornare a casa e stare tra le tue braccia!» È travolgente come sempre, ma l'angoscia che traspare dalle sue parole mi trafigge. Mi appoggio alla cucina in cerca di un supporto. Se potessi, volerei da lei seduta stante.

«Andrea,» cerco di rassicurarla reprimendo le lacrime che minacciano di farmi piagnucolare come un bimbo piccolo, «calmati per favore. Non puoi mollare tutto, lo sai benissimo. Tornerai quando avrai vinto ed io sarò qui ad aspettarti, te lo prometto.»

La sento singhiozzare come mai prima d'ora.

«Mi manchi da morire. Tutto questo non è giusto. Ho bisogno di te, ora, qui...» prosegue tirando su col naso.

«Sono qui, non vado da nessuna parte senza di te. Io ti amo, non posso stare senza il mio piccolo uragano. Lo sai, vero?», cerco di sorridere. Sono così sconvolto che non mi rendo quasi conto di ciò che faccio. Mi rannicchio in un angolo della cucina, tenendomi la testa con la mano libera, cercando di confortarla in qualunque modo.

Restiamo un altro po' al telefono, almeno finché riesco a tranquillizzare la mia ragazza. Le prometto di richiamarla prima di andare a dormire e domattina presto. Non posso dirle di no. Lei è tutto per me, mi ha conquistato dalla prima sera in cui l'ho vista e continua a farlo ogni giorno. Senza di lei nulla sarebbe più uguale. Non vedo l'ora che torni a casa, vada come vada.

Sorelle nell'animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora