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ALESSANDRO

Sabato è finalmente arrivato, e con esso il compleanno di Federico. Questa mattina mi hanno confermato di essere stato scelto per far parte della nazionale che parteciperà alle olimpiadi dell'anno prossimo, ma l'unica persona che lo sa, a parte la mia famiglia, è proprio il mio amico. Anche se stasera dovrà lavorare abbiamo deciso di festeggiare ugualmente, e l'ho convinto a organizzare ogni cosa, con la speranza che si distragga da Teresa e la sua amnesia. Dire che sia distrutto da questa cosa non è abbastanza. Spesso è distratto e taciturno. Un po' come tutti noi. Il nostro pensiero è sempre rivolto a lei, è inevitabile. Sappiamo che non tutto è perduto, fa troppe cose che faceva per abitudine ma l'attesa del suo sblocco ci sta facendo diventare pazzi.

Mi devo incontrare con Enrico e Giulio in città senza la più pallida idea di cosa poter regalare al nostro amico. Cosa può servire a un ragazzo di ventitre anni che ha tutto? O quasi? Quando Enrico scende dall'auto a momenti mi viene un colpo, si è portato Sofia e Giorgia e non mi ha avvertito.

«Ciao Alex! Ho pensato che avessimo bisogno di un aiuto per il regalo» spiega subito sollevando le spalle. «Io non ho proprio nessuna idea, mentre loro due insieme di sicuro ci sapranno aiutare» conclude. Il sorriso di Giorgia mi fa capire che ha già pensato a varie opzioni così, con un gesto della mano, faccio cenno di dirigerci da Giulio.

Dopo due ore di "Dio che bello" e "questo sarebbe perfetto" senza che per noi lo fosse, ci concediamo una sosta al bar. La testa mi sta scoppiando ed è una cosa che raramente mi capita. Immagino per un attimo Terry che si sente così per gran parte della giornata e subito il mio umore muta. Ora è con Andrea, come sempre da quando è tornata a casa. Quando la sento alla sera è esausta, anche a causa degli incubi che Terry continua a fare ogni notte.

«Qualcuno sa cos'ha intenzione di fare Fede con l'appartamento?», chiede Sofia mentre finisce il suo gelato.

«Quello in cui voleva trasferirsi con la sua ragazza a Parma, ma che ora pare quasi un miraggio?», chiede Giulio in tono retorico. «Ci andrà ad abitare! Cos'altro può fare. Deve andarsene da casa sua, non può più rimanere, ne va della sua salute mentale» conclude alzando le spalle. Credo che ci siamo girati tutti nello stesso momento verso di lui vedendo la sua faccia. «Tra qualche settimana la casa sarà libera e potrà andarci. Perché aspettare? Le ragazze ad agosto saranno là comunque, tanto vale offrir loro l'occasione di avere un tetto sulla testa no?», dice finendo il caffè.

Faccio un lungo sospiro ricordando la proposta di Federico. Un anno lontano da Andrea mi sembrava tremendo e l'idea del mio amico mi sembrava grandiosa. O almeno, lo era all'inizio. Se Terry non riacquisterà la memoria, accetterà mai di vivere con lui?

«Prendiamo qualcosa per la nuova casa», esclama Giorgia con un gran sorriso. «Insomma, per Teresa è solo una questione di tempo, vedrete che per la sua partenza le cose saranno tornate come prima» prosegue. Quando sorride assomiglia a Enrico in modo incredibile. «Cosa potrebbe servire Alex? L'hai vista solo tu, raccontaci.»

Estraggo il telefono dalla tasca e apro le foto mostrandole ai miei amici. Un regalo per la casa mi sembra un po' impersonale a dire il vero, ma ora come ora, è l'unica idea che abbiamo.

«Hey, ma questa stanza a che serve? È vuota» dice Giulio con un gran sorriso.

«Boh, non lo so, la useremo come ripostiglio credo. Non ne abbiamo ancora parlato, quindi non ne ho idea» rispondo alzando le spalle.

«Beh, potremmo regalare a Federico un'altalena» spiega osservandomi con uno strano sguardo. Non faccio in tempo a capire di cosa stia parlando che Enrico gli lancia un tovagliolo appallottolato in faccia.

«Ti ricordo che c'è una minorenne qui» lo sgrida indicando la sorella che posa il bicchiere di tè guardando prima Enrico e poi Sofy, rossa fino alla punta delle orecchie.

Sorelle nell'animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora