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FEDERICO

Spengo l'auto davanti casa. Nessuno può rimanere con Terry, solo i genitori. Ho cercato in tutti i modi di restare, ma mi hanno cacciato. Posso solo aspettare domani o che una delle ragazze mi chiami in caso di novità. Faccio un gran respiro e vado nella mia camera. Gli altri sono ancora al pronto soccorso con Daniele, credo che Giulio non abbia perso occasione di fargli passare un pessimo quarto d'ora. Chiudo la porta alle mie spalle e mi lascio cadere a terra, appoggiando la testa sulle ginocchia. Mi ero dimenticato della sorpresa che le avevo preparato e ora è qui, davanti alla mia faccia, per ricordarmi che nonostante i miei sforzi, riesco sempre a rovinare ogni cosa. Tutto quello che ero continua a perseguitarmi, anche quando credo che le cose possano andare nel verso giusto. Guardo i fiori sparsi per la stanza e mi sento una merda. Lei è in ospedale ora ed è solo per colpa mia! Le lacrime scendono lungo le mie guance senza che me ne renda conto, tutto è fosco ai miei occhi. Striscio verso le margherite e ne estraggo il biglietto:

"So che è successo già, che altri già si amarono, non è una novità, ma questo nostro amore è come musica e non potrà finire mai."

Inizio a singhiozzare come un cretino, ore e ore passate a scegliere la frasi più belle delle sue canzoni preferite e ora non può vedere nulla. Quanto abbiamo riso io e Sofia, questo sarebbe stato sicuramente il suo preferito. Appallottolo il biglietto e lo stringo forte, facendomi del male, accorgendomi che la mano è piena di tagli. Quando ho sbattuto la testa di quello stronzo contro il vaso mi sono fatto male. Ma nulla in confronto all'angoscia che sento ora.

Getto contro il muro il vaso con le margherite e inizio a rompere quelle che mi capitano a tiro, cercando di sfogare la rabbia che provo. L'acqua si rovescia sul pavimento e i petali si mescolano creando quasi una poltiglia. Non so più cosa fare, e riduco nello stesso stato anche i tulipani e le gerbere distruggendo i vasi contro il muro. Ho fatto tutto per niente, lei non è qui... non è al sicuro con me. Aveva ragione Davide, le succedono troppe cose brutte se sta al mio fianco e lei merita di meglio. Non posso essere egoista.

Quando ho finito coi vasi e i fiori, mi guardo attorno e me la prendo con la pila di vecchi cd. Distruggere tutto è quasi catartico. Li riduco in mille pezzi, scaraventandoli in giro per la stanza. Qualcuno bussa alla mia porta e mi blocco subito, non emetto un suono.

«Fede, ti prego aprimi. Possiamo parlare?» È Paola e sta piangendo mentre continua a bussare con la speranza che le apra. Anche lei sta soffrendo ora. Anche lei per colpa mia.

Resto immobile, aspettando che se ne vada.

«Apri per l'amor del cielo. So che sei lì» continua.

Mi siedo sul letto tenendomi la testa tra le mani, rivedendo nella mia mente l'immagine di Teresa che stramazza per terra. Non voglio parlare con nessuno, non voglio vedere nessuno... l'unica cosa che voglio in questo momento è poter cancellare questa serata e stringere Teresa tra le mie braccia. Ma non posso, e non so nemmeno quando potrò farlo. Guardo il pacchetto sul mio comodino e il cuore pare sprofondare nel mio petto. Doveva essere una cosa nostra, un nuovo inizio, invece ho rovinato tutto.

«Resterò qui finché non mi farai entrare! Sai che lo farò e continuerò a darti il tormento fin quando non cederai e aprirai questa maledetta porta» minaccia in tono risoluto. So che lo farà, e sono combattuto se alzarmi o no da qui.

«Fede porca puttana! Apri o la sfondo a calci!», grida battendo un pugno contro lo stipite.

Mi alzo, giro la chiave e mi rimetto seduto a terra accanto alla porta, fissando senza guardare il casino che ho appena combinato. Paola si fionda in camera e si porta le mani alla bocca quando vede cos'ho fatto. Come ai vecchi tempi. Il suo sguardo di stupore mi colpisce. Sa cosa sono in grado di fare, pensava che me ne fossi dimenticato? S'inginocchia davanti a me, attirandomi di forza tra le sue braccia. I suoi occhi sono pieni di lacrime, me le sento scorrere addosso, mi stringe fino a farmi mancare l'aria e mi accarezza la testa, esattamente come fa anche lei, il mio angelo, quando mi coccola standosene al mio fianco coi suoi occhi dolci. Un brivido mi attraversa la schiena e ricomincio a singhiozzare senza controllo.

Sorelle nell'animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora