Epilogo

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5 anni dopo

Renesmee era seduta con me sulla tavola della cucina e stava provando ad inventarsi una favola d'amicizia tra una lumaca e una farfalla quando sentimmo la porta d'ingresso sbattere rumorosamente.

Justin. La parola delicatezza non era presente nel suo vocabolario. Per fortuna che la porta resisteva alla sua 'delicatezza' altrimenti sarebbe stata da buttare anni fa. Persino quando Renesmee era appena nata lui entrava sbattendo la porta rumorosamente. L'avevo rimproverato diverse volte per questo e infatti aveva smesso. Per un po'.

"Madison! Sono a casa!", urlò lui intanto che entrava in cucina; come se non l'avessi sentito.

"Papà!", gridò Renesmee vedendolo. In un attimo balzò giù dalla sedia e si precipitò tra le sue braccia.

Renesmee amava Justin, e come potete biasimarla? A volte però ero gelosa vedendo Justin che salutava Renesmee per prima rientrando a casa. Ma poi però mi ricordavo che lei era nostra figlia e che Justin mi amava. Erano loro le mie ragioni di vita: la mia famiglia.

Renesmee con il passar degli anni diventava sempre più bella. I suoi occhi caramellati iniziavano a prendere qualche sfumatura color miele donando ai suoi meravigliosi occhietti una dolcezza infinita. I capelli castani erano chiari come quelli di suo padre ma avevano i miei stessi ricci.

Poi aveva due bellissime fossette sulle sue guance paffute. Anche quelle ereditate da suo padre, ma lei le ha in modo più accentuato ed evidente.

É una bambina meravigliosa. Semplicemente stupenda.

"Ciao Principessa", esordì Justin abbracciandola. Erano cosi teneri. Amavo quel quadretto famigliare.

Quando finalmente vidi Justin posare nostra figlia di nuovo a terra, mi alzai e andai verso di lui.

"Dov'è il mio ometto?" chiese. Si stava riferendo al nostro bambino, Lorenzo.

"Dorme" sussurrai. Renesmee intanto lo stava tirando per i pantaloni e lo supplicava di seguirlo per mostrargli quello che stavamo facendo insieme poco fa.

"Tesoro un attimo, devo prima salutare la mia Regina" disse guardandomi intensamente. Quasi arrossì sentendo il nomignolo che aveva usato per me.

Renesmee annuì silenziosamente e andò a sedersi.

Justin mi prese per mano e ci incamminammo verso la stanza da letto. Il tragitto mi sembrò infinito... avrei iniziato a baciarlo sulle scale ma essendo di legno avrebbero fatto molto rumore e Renesmee sarebbe probabilmente venuta a curiosare e non volevo che una bambina di sei anni vedesse i suoi genitori baciarsi molto poco educatamente.

Finalmente arrivati in camera da letto ci buttammo entrambi sul letto e iniziammo a baciarci con passione e forte desiderio.

"Mi sei mancata piccola" mi sussurrò lui baciandomi il collo.

"Anche tu" dissi ansimando. Dopo tutti questi anni mi faceva sempre sentire così ogni volta che mi toccava, come se fosse stato il nostro primo bacio.

"Ti amo Mad" disse baciandomi con foga. Appena ci staccammo per prender fiato dissi anch'io:

"Ti amo Justin".

Dopo un altro paio di minuti passati a fare le nostre cose sconce in camera da letto decidemmo di ritornare giù da Renesmee.

"Allora Principessa fammi vedere cosa stai facendo" esordì Justin appoggiandosi vicino a lei per vedere il suo lavoro.

"Io e la mamma stavamo scrivendo una storia" disse lei tutta contenta. Era bello vedere che fin da piccola amava sbizzarrire la sua fantasia.

Certo, oltre ad essere particolarmente creativa era bravissima anche a cantare. Ovviamente ce lo aspettavamo tutti vedendo suo padre. Amava la musica. Una volta a settimana la mandavamo a lezioni di pianoforte e da qualche tempo continua a ripetermi di voler imparare a suonare la chitarra, così suo padre dedicava un'ora al giorno o a volte di più per insegnargli a suonarla. Suonavano le sue canzoni e a Renesmee piaceva tanto. Anch'io adoravo vedergli così uniti.

A volte mi sentivo fuori posto tra di loro perché io non avevo alcuna dote artistica e quindi mi trovavo un po' impacciata ma alla fine cantavo con loro e sembravano apprezzare quel trio.

Justin stava leggendo attentamente le poche righe che avevamo scritto e alla fine la incoraggiò a continuare perché la storia gli piaceva. Lei non se lo fece ripetere due volte e tutta sorridente si rimise al lavoro.

Io e Justin ci stavamo guardando intensamente negli occhi quando nostra figlia ci chiamò per leggerci il suo 'capolavoro'.

Era stata brava per essere una bambina. Certo, sbagliava verbi e anche alcune parole ma era buffa e divertente vederla impegnarsi tanto per noi. Dio quanto la amo! La mia bambina!

Io e Justin la applaudimmo e poi la abbracciammo e lei saltellava tutta contenta per la cucina.

"Tesoro fa' piano altrimenti svegli Lori" la rimproverai. Ma non servì a molto. In quel momento si udì Lorenzo piangere. Ecco...

"Adesso gliela leggo anche lui" esclamò entusiasta Renesmee correndo dietro a Justin che stava andando a prendere nostro figlio.

Ed eccolo lì, il nostro piccolino. Aveva appena un anno. Era tutto suo padre. Anche lui aveva gli occhi caramellati di Justin e lo stesso dolcissimo viso che aveva lui da piccolo. E per finire i suoi immancabili capelli biondi e dritti. Almeno mia figlia mi assomigliava un po', ma Lorenzo per niente.

Il nome Lorenzo lo scelse Justin. Avere una famiglia gli piaceva tantissimo e l'idea di avere due figli lo elettrizzava parecchio. Era un bravo padre e nonostante i suoi impegni cercava in ogni modo di essere presente per loro. Aveva dovuto cancellare un concerto per la nascita di Lorenzo, gli era dispiaciuto certo, ma la gioia nel vederlo nascere fu' indescrivibile e -come per la nascita di Renesmee- pianse.

Justin lo mise nel suo box e lo portò vicino a me.

"Un giorno scriverò un libro" esordì convinta Renesmee. Sinceramente credo proprio che sia in grado di farlo. É una bambina creativa e piena di fantasia.

"Certo tesoro!", disse Justin incoraggiandola.

"Ehi! Anch'io ho scritto un libro" dissi loro. Subito si voltarono guardandomi stupiti ma poi sorrisero, credo essendo orgogliosi di me.

"Davvero mamma?" disse Renesmee facendosi avanti. Annuì.

"E di cosa parla?", mi chiese.

Mi guardai intorno e mi soffermai sulla gigantesca foto appesa in corridoio scattata il giorno del nostro matrimonio. Justin ed io, proprio come aveva sempre sognato, ci eravamo sposati a venticinque anni; quattro anni dopo il nostro incontro. Renesmee aveva portato le fedi accompagnata da mia sorella. Ho una foto anche di quel momento, erano davvero bellissime.

"Parla di una ragazza e di un ragazzo: un cantante". A quelle parole gli vennero gli occhi a cuoricino. Amava le storie d'amore. Justin iniziava a incuriosirsi guardarmi perplessa perché lui non ne sapeva niente.

Renesmee mi fece cenno di andare avanti e cosi gli raccontai brevemente la trama di quello che pareva essere una favola e non una tormentata e folle storia d'amore.

"E come si chiama il libro?" chiese Justin. Evidentemente aveva già capito.

Uh uh. Adesso voglio vedere la faccia che farà quando glielo dirò...

"Il cantante che entrò dalla mia finestra"

Subito Justin mi sorrise e poi venendo verso di me mi abbracciò.

"Parla di me?" mi chiese in un orecchio.

"Di noi Bieber" gli dissi sorridente. Mi diede un lieve bacio sulla guancia e tornò da Renesmee sorridente.

Da quel momento iniziai a raccontare -omettendo parecchi dettagli- la nostra storia dall'inizio e fu come se mi stessi innamorando di lui da capo.


FINE


Ed eccolo qui! L'ultimo capitolo!!!

Ho terminato il mio primo libro! Sono molto felice dei risultati ottenuti e spero di ottenerne altri per il mio prossimo libro.

Vi ringrazio per averlo letto e spero vi sia piaciuto, fatemi sapere se vi è piaciuto questo libro e lasciatemi un voto(da 1 a 10) per giudicarlo. Lasciatemi una stellina!

GRAZIE A TUTTI!!!💖

Il cantante che entrò dalla mia finestraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora