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Non ho mai conosciuto veramente il mio padre biologico, è andato via di i casa quando io avevo solo quattro anni. Demi l'ha conosciuto meglio di me, è stata fortunata. Perciò quando Justin mi domanda chi sia l'uomo nella fotografia, non so rispondergli.

"È mio padre" rispondo consapevole che è la verità, ma non la realtà.

Quella foto è stata scattata quando avevo due anni ed è una delle poche foto che ho di lui. Ne ho alcune con lui assieme a me e a mia sorella, ma sono davvero poche rispetto a quelle che vorrei avere.

"È morto" dico di getto. Già. Quasi tre anni fa. Il mio tatuaggio romano sul polso sinistro indica un tre, perché lui è morto nel 2013. Demi ha scelto di farlo e l'ho fatto con lei. È giusto ricordare la persona che ti ha dato la vita.

"Mi dispiace" dice Justin. Quasi non lo sento. Sto pensando al momento in cui mia madre mi chiamò per darmi la notizia. Mi ricordo di aver lasciato cadere a terra il telefono e ho osservato il vetro andare in frantumi, come le mie certezze. Ero convinta che mio padre un giorno si sarebbe rimesso e sarebbe tornato da noi. Ma non accadde mai. Scoprì che era malato gravemente di cancro. Nessuno melo aveva mai detto anche se lo sapevano. Non volevano che soffrissi dicevano; ma avrei sofferto meno se non mi fossi illusa per tutti questi anni.

"Non fa niente" dico sorridendoli. Non è colpa sua se le persone mi abbandonano. Io ci credevo, ecco perché fa male.

Ricordo di non aver mai più pianto la sua morte dopo il funerale. Fa male ricordare.

Dopo attimi di silenzio decido di alzarmi.

"Allora, cosa ordiniamo per cena?" chiedo. Mi guarda.

"Non so, fai te" mi dice. Alzando le spalle. Non saprei cosa ordinare, ci sono tanti cibi buoni. Poi idea.

"Cibo cinese?" grido quasi. Justin si volta. "È un sacco che non l0o mangio" piagnucolo.

"Si va bene; anche io non lo mangio da tanto" dice e io sorrido entusiasta. Amo il cibo cinese.

Dopo mezz'ora arriva il nostro ordine e subito corro in cucina tirando fuori dalle borse la nostra cena. Mamma mia che profumino!

Mentre mi siedo a tavola Justin accende la TV e mette su MTV music. Okay...

Mangiamo in silenzio e ogni tanto si sentono gemiti provenire sia da me che da lui. Il cibo è davvero, ma davvero squisito.

Dopo aver finito di mangiare ci alziamo e mentre Justin sparecchia, io inizio a caricare la lavastoviglie. Tutto a un tratto le mie orecchie vengono attirate da una famigliare melodia proveniente dal salotto. Poi, afferro il telecomando e metto fine alla canzone di Justin: Love Your self.

"Ehi, ma che fai?!" domandò lui.

"Odio quella canzone" dissi io di getto.

"Ma se prima mi hai detto che è una delle tue preferite!" grida lui.

"Bè si forse..."rispondo titubante. Ha ragione. Sembro bipolare così.

"Stai forse dicendo che non ti piace la mia musica?" disse lui avvicinandosi con sguardo malizioso e di sfida.

"Mmm, magari non mi piaci tu" dissi cercando di restare impassibile, ma mela stavo facendo sotto dalla paura, non sapevo cosa avrebbe fatto. E questo mi spaventa. Non aver la situazione sotto controllo mi spaventa. Non sapere cosa potrebbe succedere mi spaventa. Lui mi spaventa. Ma la tempo stesso mi fa sentire viva.

Ora era di fronte a me. Con una sola mossa aveva preso ognuna delle mie mani tra le sue. Oh oh. "Ora che non puoi più scappare, dimmi cosa esattamente non ti piace di me Madison" disse e nella sua sensualissima voce, non c'era segno di finzione. Deglutì a vuoto, incapace di emettere anche solo un suono.

Il cantante che entrò dalla mia finestraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora