Capitolo 4

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lo strascico del venerdì sera e' stato prontamente cancellato da mia nonna sabato mattina, quando ha pronunciato la mia frase preferita: ' andiamo a fare un giro'.

Siamo andate a zonzo, poi ci siamo sedute a bere un buon caffè, e di nuovo un altro po' a zonzo, prima di pranzare, bere altro caffè e gironzolare ancora. Sul tardi siamo rincasate e abbiamo mangiato fish and chips al negozio dell'angolo. La domenica l'ho aiutata a cucire la trapunta patchwork che sta facendo per un soldato in Afghanistan. Non ha idea di chi sia, ma al circolo anziani hanno tutti degli amici di penna laggiù, e nonna ha pensato che sarebbe stato carino far avere al suo qualcosa che lo tenesse al caldo... Nel deserto.

Poi bhe...c'e il lunedì, e si preannuncia una mia giornata intensa di lavoro, ma intanto mi godo la colazione in compagnia di mia nonna.

-alle sei vado al club del lunedì, quindi non sarò a casa quando torni dal lavoro. Puoi pensare da sola alla cena?-

- ma certo- rispondo, mettendo una mano sulla scodella per fermare la cascata di cereali.- Ci viene anche George?-

-Livy- mi avverte severa.

- scusa- sorrido sotto il suo sguardo stizzito, e lei scuote la testa di riccioli grigi.

- e' molto triste che io abbia più vita sociale di mia nipote- Le sue parole spengono il mio sorriso. Non intendo affrontare questo argomento.

- devo andare a lavoro- mi alzo e mi chino per baciarla su una guancia, ignorando il suo sospiro.

Salto giù dall'autobus, schivando le persone e affrettandomi nel caotico traffico pedonale dell'ora di punta. Il mio umore riflette il colore delle Converse: Luminoso e solare come il tempo. Dopo essermi fatta strada nelle vie secondarie di Mayfair, entro nel bistrot già strapieno, proprio come lunedì scorso, quando ho iniziato a lavorare con Del. Non ho tempo di chiacchierare con Sylvie o scusarmi di nuovo con Del per la figuraccia di Venerdì. Mi lanciano il grembiule e mi metto subito all'opera, sparecchiando quattro tavoli vuoti prima che arrivino altri clienti. Sorrido, servo in fretta e pulisco i tavoli ancora più velocemente.

Alle cinque del pomeriggio, le mie converse gialle non si sentono più tanto brillanti. Mi fanno male i piedi, i polpacci e la testa. Ma sorrido comunque quando Sylvie mi passa accanto e mi assesta una pacca sul sedere.

- sei qui solo da una settimana e già non so cosa farei senza di te- il mio sorriso si allarga, seguendola mentre attraversa le porte a battente della cucina. Appena sparisce dentro, mi volto e mi ritrovo di nuovo faccia a faccia con lui. Quel che mi crea problemi e' che all'improvviso sono incapace di proseguire con la mia strategia responsabile, probabilmente proprio per nel momento in cui sarebbe più importante farlo. E la ragione di questo indebolimento e' proprio davanti a me.

La sensazione familiare del battito che accellera dovrebbe dirmi tutto quel che ho bisogno di sapere. E cosi e': Sono attratta da lui, molto attratta da lui. Ma che ci fa qui? Ha trovato il mio caffè orribile, e anche se oggi ne ho preparati di perfetti per tutto il giorno sospetto che adesso le cose potrebbero cambiare.

Come al solito si limita a fissarmi. Ha la consueta espressione impassibile. Sa sorridere? Ha dei brutti denti? A occhio e croce direi che sono perfetti. Indossa un completo elegante blu, che rende i suoi occhi azzurri più luminosi. Devo parlare. E' stupido, ma serve Sylvie che mi sbatte le porte della cucina contro la schiena per risvegliarmi dalla trance.

-oh!- esclama lei, afferrandomi per un braccio e rimettendomi in equilibrio. Poi sposta lo sguardo e spalanca lievemente la bocca -oh...- sussurra lasciando la presa e spostando lo sguardo da me a lui - io.. Ehm.. Vado a svuotare i secchi- mi abbandona, lasciandomi li a servirlo.

Per una sola voltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora