Capitolo 13

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Non ho chiuso occhio, nonostante fossi comoda nel mio letto. Me ne sono rimasta li al buio per quelle poche ore che rimanevano della notte, con gli occhi al soffitto.
Ora gli uccelli cinguettano, sento la nonna di sotto che sta in cucina, e non ho alcun desiderio di affrontare la giornata. La mia testa è invasa dai pensieri, da immagini che non riesco a scacciare. Lui sta sempre lì.
Mi allungo verso il comodino per staccare il telefono dal caricatore e lo accendo. Proprio in quel momento squilla, ma non è Miller,è solo il mio amico preoccupato. Gregory.
-Olivia Taylor, voleranno parole grosse quando riuscirò a metterti le mani addosso. Che ti sei messa in testa bimba? Per l'amor del cielo! Credevo fossi tu quella responsabile- sembra esagerato. Ma so che sono vuote minacce le sue.
-Sono viva- mi abbandono sul cuscino - Respira profondamente Gregory-
-Non sfottere! È tutta la notte che cerco di scoprire dove abita-
-Il solito esagerato-
-Non penso proprio! -
-Quindi non l'hai trovato- dico
-Bhe, non importa, perché non lo rivedrai mai più. Che è successo? Te lo sei trombato? Dove sei? Hai perso la testa, cazzo!? -
-Non sono affari tuoi, non sono affari tuoi, sono a casa, e si, ho perso la testa-
-Non sono affari miei? - strepita - Livy, mi sono fracassato la testa per anni, cercando di tirarti fuori da quello stupido guscio in cui ti nascondevi. Ti ho presentato a un numero infinito di uomini rispettabili, tutti pazzi di te, ma tu hai rifiutato senza mezzi termini anche solo di considerare l'idea di un drink amichevole, o una cena. Lasciare che un uomo ti offra da bere o una cena non ti trasforma in tua madre-
-Sta zitto! - sibilo. Nominare mia madre mi fa salire il veleno.
-Scusa, ma che ha questo succhiacazzi per trasformarti in una tipa irresponsabile da una botta e via? -
-Tu sei l'unico succhiacazzi che conosco- ribatto a bassa voce- E non è un criminale, ne un assassino ma un gentiluomo, mi ha venerata-
-Venerata? - la voce di Gregory è un sussurro flebile.
-Un sogno Gregory. Mi sento ingannata. Aveva promesso ventiquattro ore e ne ho avute solo otto. Mi da fastidio ma voglio il re... -
-Ehi! Bloccati! Riavvolgi! - urla- Torna indietro! Che è questa storia di ventiquattro ore? Per cosa? -
- Per venerarmi- mi giro su un fianco - Mi ha proposto un giorno intero da passare insieme-
-Sto arrivando-
-No no! - mi alzo di scatto - Nonna non sa che sono qui. Sono entrata di nascosto-
Gregory ride
-Livy, tua nonna sa che sei a casa, mi ha detto lei che stai li-
Alzo gli occhi al cielo. Fanculo dovevo immaginarlo. - Allora perché mi hai chiesto dove fossi? -
-Volevo vedere se mi mentivi. Sto arrivando-
Riattacca, proprio mentre la porta della mia stanza si apre, rivelando la figura di mia nonna, con un sorriso malizioso stampato in faccia.
-Il tuo capo, col cavolo! -
-Ma è vero- sbuffa e si siede accanto a me - Va bene, hai ragione- mi alzo e vado verso il bagno.
-È il tuo fidanzato? -
-No! -
-Gli fai la corte? Vi frequentate? -
-No! -
-Solo sesso, allora-
-Nonna! - strillo
-Chiedevo soltanto-
-Bhe evita! - mi infilo sotto il getto caldo. E lascio che la mia mente si svuoti.

Più tardi vado con Gregory in un bar su Oxford Street.
-Caffè o acqua? - domanda il cameriere.
-Acqua - il cameriere poi se ne va, lasciandomi sola con Gregory.
-Allora - esordisce - Ha promesso ventiquattro ore e ne hai avute solo otto-. Va dritto al sodo.
-È quello che ho detto no? - sospiro.
-Cosa ha abbreviato tutto? -
-È dovuto scappare da qualche parte-
-Dove? -
-Non lo so. Evito di guardarlo - Mi sono svegliata stamattina ed era sparito. Ho trovato solo un biglietto, poi mi ha chiamato,ma mi ha detto solo che si riferiva ad affari. Mi sono un po' innervosita e pure lui-
-Perché ho detto che me ne stavo andando è che è maleducazione infrangere un patto-
-Mi sembra un coglione - dichiara sprezzante - un coglione arrogante! - Ha ragione. Devo dimenticarlo. Devo ricordare a me stessa quanto mi esaspera.
-Non lo vedrò piu- sospiro. Per me è stato solo sesso.
-Ne sono felice- Gregory sorride - Meriti il meglio- allunga una mano e stringe la mia, confortante. - Penso che tu sappia che non va bene per te-
Sorrido - Lo so-
Annuisce e mi fa l'occhiolino, riappoggiandosi allo schienale, proprio mentre il mio telefono inizia a squillare nella borsa.
Afferro la tracolla sulla sedia accanto la mia, e appena vedo il nome sul display mi paralizzo.
-È lui?- chiede il mio amico.
Annuisco, con il pollice sospeso sul pulsante che mi metterà in comunicazione con Miller.
-Sii saggia, bimba-
Sii saggia. Sii saggia. Sii saggia. Faccio un profondo respiro e rispondo.
-Pronto? -
-Olivia? -
-Miller- replico fredda e calma.
-Dobbiamo riprendere da dove abbiamo interrotto. Stasera ho un impegno a cui non posso mancare, ma mi terrò libero per domani- Tono formale e asciutto, che mi fa irritare.
-No, grazie-
-Non era una domanda Livy. Ti sto dicendo che domani passerai la giornata con me-
-È molto gentile da parte tua, ma temo di avere altri impegni- la mia risposta è esitante, anche se volevo esprimere sicurezza.
-Cancellali-
-Non posso-
-Per me puoi-
-No, non posso- Riattacco, e mi affretto a spegnere il telefono - Fatto- dichiaro, mentre lo ficco in borsa.
-Brava bimba, sai che è giusto. Vieni, ti riaccompagno a casa-

Appena torno a casa, trovo mia nonna in cucina, e George seduto su una sedia del tavolo.
-Livy, ha chiamato il tuo capo-
-Quale capo? - domando incerta.
-Quello vero- riempie il bollitore - Vuole che tu lavori in un certo gala di beneficenza stasera-
-Va bene, adesso lo richiamo, e accetto-
Con il telefono all'orecchio, imbocco le scale per rintanarmi nella mia stanza. Del ha bisogno che gli faccia da cameriera stasera e accetto con entusiasmo, prima ancora che mi dica dove è quando. Farei qualsiasi cosa pur di distrarmi.

Come va ragazze? Spero tutto bene :)
Vi darò qualche indizio per il prossimo capitolo.. Ne succederanno delle belle, e Livy deciderà se restare o andarsene una volta per tutte...
Secondo voi di che cosa sto parlando? Lo scoprirete nel prossimo capitolo;)

Per una sola voltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora