Sylvie e io siamo le ultime a lasciare il bistrot.
- voglio immergermi nella vasca da bagno- dice Sylvie, prendendomi sottobraccio mentre ci avviamo lungo la strada. - con le candele-
- non esci stasera?-
- no. Il lunedì e' una merda, ma il mercoledì sera e' una ficata. Dovresti venire- gli occhi marroni scintillano allusivi, ma si offuscano subito quando si accorge che scuoto la testa. - perché no?-
- non bevo- attraversiamo schivando il traffico serale, con i clacson che ci suonano perché non siamo sulle strisce.
- oh Fanculo!- urla Sylvie, attirando un milione di sguardi nella nostra direzione.
- Sylvie!- la tiro via dalla strada, mortificata. Ride e mostra il dito medio a un automobilista.
- perché non bevi?-
- non mi fido di me stessa- le parole mi sfuggono di bocca, e lei si gira di scatto verso di me con due occhi pieni di sconcerto, poi fa un sorrisetto.
- penso che potrebbe piacermi la Livy ubriaca-
- sono arrivata- dico sbuffando, e indico la fermata dell'autobus e mi preparo ad attraversare di nuovo.
- a domani- si sporge per baciarmi sulla guancia e tutte e due facciamo un salto quando un clacson comincia a strombazzare. Io ignoro l'idiota impaziente, ma Sylvie no.
- e che cazzo! Che gli e' preso a questa gente?- urla - non diamo nessun fastidio alla tua costosa Mercedes, pappone!- fa un passo verso la macchina proprio mentre il finestrino dal lato passeggero inizia ad abbassarsi. Lei si china verso l'interno.
- impara a guidare cazz...- interrompe l'invettiva e raddrizza la schiena, scostandosi dalla Mercedes nera. Incuriosita, mi sporgo per scoprire che cosa le abbia chiuso la bocca, e il mio cuore fa le capriole appena mi accorgo chi c'è alla guida.
- Livy...- la voce di Sylvie e' appena udibile - penso stesse suonando a te-
Sono ancora parzialmente chinata, dove lui se ne sta seduto sul sedile, rilassato, una mano appoggiata con disinvoltura sopra il volante.
- sali- ordina brusco. So che entrerò in quella macchina. Sylvie scuote la testa
- Livy, io non lo farei. Non lo conosci- Ritorno in posizione verticale e apro la bocca per parlare, ma non ne esce alcun suono. Sono combattuta, non so per quanto tempo mene sto li ferma a riflettere, ma un tratto la portiera del guidatore si apre di colpo e lui gira a gran passi attorno alla macchina, afferrandomi per un gomito e aprendo la portiera del passeggero.
- ehi!- Sylvie cerca di riprendermi - che cazzo credi di fare?-
Vengo spinta nel sedile, prima che lui si volti vero una Sylvie sbalordita.
- voglio solo parlarle- prende carta e penna dalla tasca della giacca e scarabocchia qualcosa che poi le porge. - Sono io. Chiama quel numero.-
- cosa?- Sylvie gli strappa il foglio di mano e lo legge.
- chiama quel numero- chiude la portiera e gira attorno alla macchina, lasciando Sylvie sul marciapiede a bocca aperta. Dovrei saltare giù ma non lo faccio. Dovrei protestare e urlargli contro ma non lo faccio. Non ho paura di lui. Non e' pericoloso per me, forse, per il mio cuore.
Per tutto il tragitto in macchina, sembra molto riflessivo, e lo e' anche quando spegne il motore e scendere per poi venire dalla mia parte. Apre la portiera, i nostri occhi si incontrano e mi tende il palmo.
STAI LEGGENDO
Per una sola volta
ChickLitLivy e' una bellissima ragazza. Ha tutto cio' che vuole, un bel lavoro, delle buone amiche, e soprattutto niente convolgimenti sentimentali. Ma un giorno incontra un uomo, l'attrazione tra i due e' fortissima, e questo uomo non le chiede altro che u...