Capitolo 12

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-Oh cristo, ti sei già adattata a me- Affonda il viso tra i miei capelli. Ogni muscolo sembra prendere forma attorno a lui come liquido. Non c'è nessun dolore, solo piacere paralizzante.
-Cazzo è troppo bello con te-
Ho il cuore in gola, non riesco a parlare. - Ti prego, scopami e basta - lo supplico, sperando che la mancanza di sentimento è intimità possa curare il problema che si sta insinuando dentro di me - Ti sei già aperto un varco-
-Va assaporato, non affrettato- mi mostra il viso, sporco di cioccolata - tel'ho già spiegato-. Le parole vengono rafforzate da un lento, continuo, implacabile pompare delle anche, ancora è ancora. Ho il sangue in fiamme, sono paralizzata dal piacere e mi sento più viva che mai.
Ma lui è calmo. Il movimento rotatorio delle sue anche sarà la mia morte. Lo palpo senza freni ovunque riesca ad arrivare, le gambe mi fanno male e le sento pesanti, ma non importa.
-Miller - dico nella sua bocca - arriva-
Mi morde il labbro e succhia, facendomi impazzire. - Lo sento-
- Mmh.. - aggredisco con violenza la sua bocca, sposto le mani tra i suoi capelli e li strattono. I movimenti del mio corpo sono meccanici, non sono io a gestirli. Succede di tutto, ma non sono io a deciderlo. - Ti prego, ti prego, ti prego- lo supplico - Più in fretta- Mi tiene in bilico, ho bisogno di lasciarmi andare.
-No, livy- dice con dolcezza, ma fermo - Non sono ancora pronto-
-No! - è una tortura.
-Si- ribattere, spingendosi dentro di me con un ritmo costante - È troppo bello. Non sta a te decidere-
Impaziente, afferro con più forza i suoi capelli. Voglio che mi sbatta contro il frigo. Voglio sentirlo impiegare per la mia brutalita'. Voglio che mi scopi.
-Livy, non finirà tanto presto, quindi frena gli ardori-
Annaspo e lo esorto a spingere più in fretta, ma niente, il maledetto mantiene il controllo. Gli tiro nuovamente i capelli, con più forza, ma si limita a uno di quei bellissimi sorrisi raggianti.
-Brutale- mima con la bocca, continuando a muoversi dentro di me con delicatezza. Getto la testa indietro e urlo di frustrazione.
-Livy puoi maltrattarmi quanto vuoi. Faremo a modo mio-
-Non ne posso piu- grido
-Vuoi che mi fermi? -
-No! -
-Fa male? -
-No! -
-Quindi ti sto solo facendo impazzire? -
Abbandono la testa in avanti, sconfitta. - Si- sibilo.
-È sbagliato che la cosa mi mandi al settimo cielo? -
-Si- dico tra i denti.
Il sorriso si trasforma in un ghigno furbo - Non intendo scusarmi, ma fortunatamente per te, adesso sono pronto-
Detto ciò mi solleva e si ritrae per poi affondare dentro di me con un gemito, tremando. Raggiunge lo scopo.
Mi contorco tra le sue braccia, il corpo molle e la mente svuotata.
Risale lungo il mio corpo a suon di baci fino alle labbra, che mordicchia con tenerezza.
-Ora della doccia-
-Lasciami qui- sbuffo e faccio cadere le braccia lungo i fianchi. - Non ho la forza-
-Allora farò il lavoro pesante. Ho detto che ti avrei venerata-
-Hai detto anche che mi avresti scopata- gli ricordo. Molla la presa sul mio labbro e si sposta con aria seria. È un po' accigliato, mentre butta il preservativo e mi piazza la solita mano sulla nuca, guidandomi verso la camera da letto.
-Credimi, non vuoi che ti scopi-
-Perché? -
-Perché quel che abbiamo condiviso era di gran lunga più piacevole- Ha ragione.
-La tua cucina è un disastro - indico il frigo e il pavimento coperti di cioccolato, ma lui non mi da retta, continuando a spingermi in avanti.
-Non posso guardare- Gli si adombra lo sguardo, e squote la testa - Non dormirei-
Non riesco ad evitare di sorridere. È un maniaco dell'ordine. È persino un po' ossessivo.
Mi porta in bagno, e apre l'acqua della doccia, controllando la temperatura, e dopodiché mi fa entrare e comincia a passarmi quelle mani sulla pelle, senza dire una parola e senza guardarmi. Sembriamo quasi estranei. Ed è una sensazione molto sgradevole. Sono sul punto di dichiarare la mia intenzione di interrompere il patto quando lui dice - Dimmi come è possibile che nessun uomo ti abbia presa per 7 anni- Sospiro e chino la testa.
-Io.... - che posso dire? - È solo che... -
-Va avanti- mi sprona, confortante.
-Dato il nostro "patto", pensavo che non avremo chiacchierato-
Ha un espressione truce quanto la mia.
-Perdonami-
In assoluto silenzio usciamo dalla doccia, ci asciughiamo e ci stendiamo sul letto. Poi mi circonda la vita con un braccio, attirandomi a se. Non ci vuole molto prima che gli occhi si chiudono, e l'ultimo suono che sento è Miller che mi canticchia una musica ipnotica e dolce all'orecchio.

Nel panico, apro di scatto gli occhi e mi rizzo a sedere sul letto. È buio pesto. Scansandomi i capelli dalla faccia. Tasto a tentoni l'altra parte del letto, aspettandomi di toccare il corpo di Miller, ma non lo trovo.
-Merda! - esclamo. Mi aspetto che Miller esca da dovunque. Ma i minuti passano, e di lui nessuna traccia. Mi alzo e comincio a tastare la parete fino ad incontrare l'interruttore, che accendo. Esco fuori dalla stanza e giro l'appartamento per due volte, non trovandolo da nessuna parte.
Torno in camera sua di cattivo umore. Dove è andato?
Seduta sul bordo del letto, mi chiedo cosa fare. Sono in una casa sconosciuta, nuda nel cuore della notte, dopo aver fatto sesso folle, senza sentimento è spregiudicato con uno sconosciuto. La responsabile, saggia Livy ha appena fatto una cazzata da record. Ho deluso me stessa.
Cerco in giro i miei vestiti ma non li vedo.
-Porca puttana ladra! - impreco. Dove cazzo li ha messi?
Apro tutti i cassetti, trovando all'ultimo i miei vestiti e le mie converse accanto. Poi sul letto noto un foglio.

Livy
Ho dovuto fare un salto in un posto. Non ci metterò molto, quindi per favore non andartene.
Se hai bisogno di me chiamami. Ti ho salvato il mio numero sul cellulare.

Un bacio
Miller

Prendo il telefono in mano, riflettendo su cosa possa averlo fatto uscire alle tre di notte. Quando il cellulare comincia a squillarmi e abbassando gli occhi vedo il suo nome lampeggiare sullo schermo.
-Pronto? - rispondo
-Sei sveglia-
-Bhe, si, e tu non ci sei- mi siedo sul divano- va tutto bene? -
-Si, a posto- parla a bassa voce.-Torno presto quindi rilassati pure sul letto ok? -
Rilassarmi a letto? - Stavo per andarmene-
-Cosa? - non bisbiglia più-Resta dove sei- sembra agitato
-Miller stai bene? È successo qualcosa? -
-No, niente-
-Allora perché sei uscito a notte fonda? -
-Solo affari, Livy. Torna a letto-
-Non dormirò. Non erano questi i patti Miller-
-Il patto era una notte Olivia. Ventiquattro ore. Se non sei in quel letto quando arrivo a casa... -
-cosa? - domando, sentendolo ansimare, nel panico.
-Io.... -
-Si? -
-Io... -
-Tu cosa? - Sibilo impaziente, alzandomi e prendendo la borsa.
-Ti vengo a cercare e ti ci riportero'- sbotta
Rido - Ma ti ascolti? -
-Si- ha un tono più calmo - È scortese infrangere un patto-
-Non ci siamo stretti la mano-
-No, abbiamo scopato-
Mi acciglio-Pensavo che fossi un gentil'uomo-
-Come ti è venuto in mente? -
Chiudo di scatto la bocca e rifletto. Sono stata un idiota, mi ha sedotta è chiaro.
-Non ne ho idea, ma è chiaro che mi sbagliavo. Grazie per gli orgasmi multipli- Lo sento urlare il mio nome, ma riattacco. Mi getto in spalla la tracolla e vado alla porta, rifiutando la chiamata in arrivo, per poi spegnere il telefono.

Mi scuso per aver scritto un capitolo così lungo ma era necessario ahahahaha. La storia tra Miller e Olivia sembra essere finita qua, ma non è ancora detto. Alla prossimaa :)

Per una sola voltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora