15. Traditore

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Louis

Dopo quel bacio ce ne furono altri, dopo quel bacio avevo capito che la volevo più di qualsiasi cosa e dopo quel bacio lei aveva capito che ero io quello che voleva, quello che desiderava.

Ed era anche per questo che ora siamo qui, avvinghiati con corpo e lingua, nel bagno della scuola, nascondendoci da Harry, sperando e pregando che non ci scopra.

Se ci scoprisse, finirebbe ogni cosa.

Avvolsi le mie braccia intorno al suo bacino e la tirai ancora di più verso di me.
I nostri corpi erano così vicini che sentivo il pompare del suo cuore sul mio petto.

Si staccò bruscamente da me, e quasi non me ne accorsi da quanto era stato veloce il suo spostamento.

"Credi sia giusto?"

No, non ancora ripensamenti, non riuscirei a reggerli.
Abbandonerei tutte le speranze.
Non sono la solita persona pronta a lottare con tutte le proprie forze per il proprio amore.
Avevo capito che non cambiava niente, ti faceva solo perdere le forze, ti faceva sentire vuoto.
Lottare, combattere, provare con tutte le forze a non farsi sfuggire una persona amata dalle braccia.
E se poi la perdi?

A cosa servono tutti i tentativi, la fatica... se poi ogni cosa finisce.

Avevo paura, paura di lottare e di non ottenere niente.

"Non ho mai fatto cosa più giusta."

Una semplice frase, detta per cercare di cancellare l'insicurezza dalla sua mente.
Semplice ma efficace, visto che si buttò di nuovo sulle mie labbra.

La strinsi ancora più forte.

Nel preciso istante in cui lei mi prese un labbro tra i denti, un pensiero mi balenò in mente, un pensiero che non avrebbe dovuto essere nella mia testa.
Un pensiero che iniziò a tormentarmi senza darmi tregua.

Harry.

Lui non poteva venirmi in mente proprio ora, portando a galla i sensi di colpa.
Ormai mi ero rassegnato, eravamo diventati amici; e non per finta.
Lui mi trattava bene, mi trattava come un vero amico, ed io?
Io lo stavo tradendo.
Sono qui, a baciarmi con la sua ragazza, io che dovrei essere suo amico.
Lo stavo tradendo tanto quanto stava facendo Emily.
Mi sentivo strano, e questo stesso bacio che prima mi rendeva felice e mi faceva sentire al posto giusto e con il cuore pieno di gioia, ora mi fa sentire sporco, triste.
Mi fa sentire un traditore.

Questi pensieri che mi stavano distruggendo il cervello mi portarono ad allontanarmi lentamente da lei.

Le sorrisi lievemente e me ne uscii dal bagno sussurrando soltanto un piccolo e leggero "devo andare".

Ero io ora a non crede più che fosse giusto.

Harry

Louis era stato strano per tutto il giorno, oggi a scuola.
Aveva cercato quasi sempre di evitare il mio sguardo, e quando gli parlavo lui rispondeva con mugolii tenendo la testa bassa.

Oggi era l'ultimo giorno per finire il lavoro di tedesco, e lui sarebbe venuto a casa mia.
Non ci mancava praticamente niente, avevamo già finito tutto i giorni precedenti.
Dovevamo soltanto ricontrollare che fosse tutto corretto.
Mentre aspettavo il suo arrivo, presi tutte le cose che ci servivano e le misi sul tavolo in cucina.
Non feci in tempo a posare tutto il materiale che il campanello suonò.
Alzai lo sguardo verso l'orologio, ed erano già le 3:30.
In perfetto orario, che sia un miracolo di dio?
Sorrisi al pensiero e mi avviai verso la porta di casa.
Il Louis davanti a me non era cambiato da quello di stamattina.

Testa bassa, sguardo triste e parole sussurrate.

"Ciao." Sussurrò senza neanche alzare lo sguardo.

Sbuffai, lo presi per le spalle e lo feci entrare in casa, chiudendo la porta, per poi portarlo verso il divano per farlo sedere.

"Mi spieghi che cazzo hai? Sei strano."
Incrociai le braccia al petto.

Lui si irrigidì all'istante.
I suoi occhi ancora fissi sul pavimento a contemplare chissà cosa.

"Oh, ninete, è soltanto una brutta giornata."

Ispirò profondamente per poi chiudere gli occhi e scrollare le spalle.
Come se si stesse dando la forza per fare qualcosa.
Si alzò in piedi con ancora gli occhi chiusi.
Sospirò e poi li aprì.
Guardò precisamente i miei occhi, trafiggendomi con uno sguardo triste, quasi dispiaciuto.
Le sue labbra si trasformarono in un sorriso, si passò una mano sul viso per poi tornare a guardarmi.

"Forza, finiamo questo lavoro, non ne voglio più sapere."
Questa frase non uscì come un sussurro, la disse con il suo tono di sempre.
La sua tristezza non era più presente, come se non fosse mai stata dentro di lui.

O forse era ancora lì, a tormentarlo nascosta in un angolo buio.
E ne fui certo mentre passavo i miei occhi dalle sue labbra ai suoi occhi.
Il suo sorriso c'era, trasmetteva felicità, e ti faceva venir voglia di sorridere.
Ma i suoi occhi.
I suoi occhi erano lucidi, ancora colmi di tristezza; e guardandoli avevo ancora la stessa sensazione.

I suoi occhi mi gridavano perdono.

~¤¤¤~

BUON NATALE PERSONCINE CARINE.

Questo capitolo è il mio piccolo regalo per voi.
E questo conferma il fatto che io non so proprio fare regali.

Come vi è andato il natale?
io ho mangiato da mia nonna, e credo di pesare 10 chili in più.

Scusatemi se il capitolo è leggermente più corto del normale.
Spero sia comunque di vostro gusto.

Se vi è piaciuto lasciate una stellina e qualche commento.
Dai su, che a natale siamo, o almeno dovremmo essere, più buoni.

Cercherò di aggiornare il prima possibile, anche se in questi giorni sono piena di impegni.
Tanto gli impegni mi occupano il giorno... la notte no MUAHAHAHAHA.

okay basta.
ciaoooo
-io-

Before and after. The change of love  - Larry Stylinson -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora