20. Incertezze

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Louis

Non vedevo Harry da due giorni.
Dopo il nostro bacio, o tutto quello che era successo di talmente sbagliato, non era venuto a scuola per due giorni.
Non lo biasimo, sicuramente sarà confuso, e non riuscirà a capire e ad accettare quello che è successo.
D'altronde, non ci riesco neanche io.

Dopo essere uscito dalla porta di quella casa, un peso mi si era alzato dalle spalle, per essere sostituito da un altro enorme macigno.
Non riuscivo a capire perché avevo sentito il bisogno di quel bacio.
Perché tutto mi era sembrato naturale mentre tenevo per le cosce Harry e le nostre labbra si scontravano bisognose.
Un macigno pieno di perché e confusione aveva preso casa nel mio petto e nel mio stomaco.

Forse era normale provare tutti questi sentimenti confusi, dopo il nostro bacio.
Noi, due ragazzi etero, che si scambiano baci del tutto poco casti.

E la cosa più strana, più confusa e quella che mi tormenta di più la notte, è che mi è piaciuto.
Tutto, tutto quello che era successo, ogni volta che mi tornava in mente portava dietro di se una sensazione di felicità.
Perché sì, pensando a quello che avevamo fatto, io mi sentivo felice.
Felice perché lo desideravo, e finalmente era accaduto.
Felice perché mentre lo pensavo, e rivivevo le scene nelle mia mente, tutto si svolgeva in maniera naturale.

Anche se la mia felicità poi veniva sostituita dalla confusione e da una sensazione strana che faceva sembrare tutto così sbagliato.
E la mia mente si affollava continuamente di domande.
Il mio stomaco si chiudeva e il cuore si comprimeva fino a fare male, fino a farmi provare quella sensazione di pesantezza.
E una vocina era lì, che picchiava e picchiava nella mia mente.
E mi insultava.
Diceva che tutto era sbagliato.
Io, Il bacio.
E anche un futuro noi, che appariva nella mia mente, sbiadito ma bello.

E dopo la solita routine di pensieri, scuotevo la testa e mi ripetevo che no, non ero gay, che era stato tutto uno sbaglio e che quello che era accaduto non si sarebbe più ripetuto. Ma la confusione attaccava anche quel pensiero.

E poi, poi pensavo ad Harry, pensavo a come si potesse sentire, e un misto di paura e tristezza iniziava a prendere possesso di me.

Mi rigiravo nelle coperte, incapace di trovare una posizione che mi concedesse di dormire.
Fuori dalla finestra ormai era buio da un po', e io non riuscivo a prendere sonno.
Era da quel bacio che non riuscivo quasi più a dormire. Mi stavo comportando come una ragazzina alle prese con la sua prima cotta.

Patetico, ecco come mi sentivo.

Mi ero rigirato così tante volte, che ormai le coperte erano diventate un accumulo informe alla fine del letto.
E fu lì, mentre venivo investito dal freddo, che decisi di alzarmi.
Mi misi la prima felpa che trovai, e delle vans ai piedi.

E forse dovevo iniziare ad essere un po' più razionale, visto che dopo numerosi minuti, i miei passi si fermarono proprio davanti alla casa di Harry.
Ero immobile, in piedi sul marciapiede mentre fissavo la finestra del salotto.
La luce era accesa, la finestra chiusa e le tende tirate.
E lui era lì. Appoggiato con la fronte alla finestra e una mano sul vetro.
Era impossibile non notare la sua sagoma scura in mezzo alla luce artificiale della lampada.
Lo fissai, e forse si accorse di me.
Lo vidi sussultare, per poi aprire poco la tenda.
Ci fissammo, per pochi secondi, visto che lui la richiuse con uno strattone. Poi la sua sagoma sparì, velocemente.

Abbassai la testa, sospirando.
Aveva paura di me? Lo aveva talmente schifato quello che avevamo fatto che ora non voleva neanche vedermi? Era per me che non veniva più a scuola?
Ero stato solo uno stupido. Perché non ero rimasto a letto? Così avevo solo aggravato di più la situazione.
E poi per quale scopo ero venuto qui? Perché i miei piedi mi hanno portato davanti alla casa in cui ho rovinato tutto?
Quel giorno sarei dovuto uscire, senza più rientrare. Era stato un gesto spontaneo, voluto da una piccola e oscura parte di me che si era insinuata in un angolo della mia mente.
Non capivo più niente. La mia mente era così piena di pensieri confusi, non capivo più cosa ero, cosa volevo.

Before and after. The change of love  - Larry Stylinson -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora