Capitolo Sette

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"E resterai con me?"

"Certo a meno che voi rifiutate. Sarò la vostra vicina, la vostra infermiera, la vostra governante. Vi trovo solo: sarò la vostra dama di compagnia, per potervi leggere, per camminare con voi, sedermi con voi, perprendermi cura di voi, per essere i vostri occhi e le vostre mani. Non siate più malinconico, mio caro padrone, non sarete mai più solo, finché avrò vita." 

-CHARLOTTE BRONTE- Jane Eyre-


Quando tornai a casa, notai, come immaginavo, che tutte le luci erano spente, segno che Abbie non era ancora arrivata. Controllai l'orologio a forma di mela appeso alla parete della cucina, constatando che si erano già fatte le dieci e mezza.

Avevo preferito concludere non molto tardi la serata con Terence, non perché non mi piacesse la sua compagnia, anzi...ma perché non volevo che rientrasse troppo tardi a casa. La non presenza di Harrison mi spingeva ad avere più timori. Insomma lui era un ragazzo ricco e non vedente e dunque in strada non era al sicuro con tutte le brutte persone che circolavano a piede libero; mi ero fatta promettere, però, che dopo essere sceso dal taxi con cui mi aveva riaccompagnata, il suo autista l'avrebbe aspettato fuori la sua casa e che mi avrebbe telefonato appena tornato. Volevo sperare che non mi avesse mentito.

Accesi le luci del salotto notando che lo screen del telefono cordless appoggiato sul tavolino vicino alla tv stava lampeggiando, segno che qualcuno aveva lasciato qualche messaggio sulla segreteria telefonica.

Posai la mia giacca e la mia borsa sul sofà e poi premetti il pulsante dei messaggi.

-Un messaggio da ascoltare.- disse la voce meccanica del telefono.

BIP

-Tesoro, sono papà, come stai? Non ci sentiamo da tanto tempo...come sta andando con il lavoro? E la salute? Tutto a posto? Fatti sentire presto...ti voglio bene.

Corrugai la fronte...wow...era da tempo che non ascoltavo la calda voce di mio padre. Ero un po' sorpresa. Tra vari traslochi e qualche problema alla linea telefonica erano passati quasi due mesi dall'ultima volta che ci eravamo sentiti.

Mi avvicinai di più al telefono digitando il numero di Billy Ryan, il mio amorevole papà.

-Pronto?

Sentii in sottofondo il telecronista di una partita.

-Ehi papi, mi hai mandato un messaggio in segretaria, prima? Come va?

-Ehi amore di papà, sì volevo sentirti un po'. Sto bene, tu?

Mi era mancato sentire il suono della sua voce.

-Un po' stanca, ma sto bene anch'io. Già in effetti non ci sentiamo da un po', ma sai com'è...abitiamo anche in due città diverse ora.

-Purtroppo...!- affermò lui con un tono vocale palesemente triste.- e al giornale come procede?

-Martedì prossimo devo consegnare un articolo abbastanza importante e sono un po' tesa, ma ci sto lavorando sodo e quindi...speriamo bene.- dissi, iniziando a camminare avanti e indietro per il salotto.

-Ne sono contento tesoro mio, sono certo che andrai alla grande.- sorrisi felice.- E con Abbie?

-Tutto alla grande...la conosci, è la solita pazzerella, ma è la mia più cara amica. E tu, invece? Al negozio di elettrodomestici come va?

-Tutto okay, l'altro giorno Brad mi ha messo qualche soldo in più nella busta paga...non sai quanto ero felice. Ma raccontami...hai un ragazzo?

Non so perché ma a quella domanda, il primo volto che mi venne in mente fu quello di Terence. Sapevo che ovviamente lui non era il mio ragazzo, ma il fatto di aver passato qualche momento con lui, me lo stava facendo pensare troppo spesso ultimamente.

Ad Occhi ChiusiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora