Capitolo Dieci

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Il cioccolato è la risposta. Che ce ne importa di ciò che è la domanda.
(Anonimo)

"Il bouquet di Rosamunde" era senz'altro uno dei negozi più belli in cui fossi mai stata. Certo il mio preferito rimaneva sempre il negozio di dolciumi del signor Rowling, ma questo era un altro discorso.

Mi trovavo insieme a Barbara e a sua sorella in un negozio di abiti da cerimonia. Era un luogo molto spazioso e accogliente, la cui proprietaria era una simpatica donna anziana dai capelli tinti di rosso. Avevamo deciso di andare molto presto, di conseguenza eravamo le uniche clienti.

Attorno a noi aleggiava un profumo di legno e di miele.

Il pavimento era in parquet e le pareti erano in legno. Sul soffitto erano appesi due candelabri ricoperti di gocce di cristallo che pendevano. Questi si trovavano frontalmente a una finestra posta sopra la porta d'ingresso, e quando passava un filtro di luce di sole, questo attraversava le gocce creando dei magici fasci colorati sulle pareti.

C'erano, ovviamente, tantissime relle riempite di abiti di ogni tipo e colore.

-Salve signora, sarebbe possibile vedere alcuni abiti da damigella per queste due belle fanciulle?- disse Barbie all'anziana proprietaria che indossava un golfino verde acqua con un cartellino con su scritto "Rosamunde".

-Certamente mia cara! Sei tu la sposa?

-Sì sono io.- sorrise timida la mia collega.

-Oh, bene! E quale sarà il tema della tua festa?

-Nessuno! Nel senso che...sarà qualcosa di semplice. – rispose timidamente.- Non ho ancora scelto il mio abito ma lo prenderò sicuramente bianco e poi vorrei che nel luogo in cui festeggeremo a predominare siano il rosa confetto e il color crema.

-Oh, benissimo! Volete delle caramelle, per cominciare?- domandò Rosamunde avvicinandoci una coppa di caramelle dalla carta rossa. Ne prendemmo una ciascuna.

-Proporrei allora di vedere degli abiti su queste nuance, non credi?- domandò gentilmente avvicinandosi a dei porta abiti. Ne scelse alcuni, e sollevandoli dai manici delle grucce li depositò su un tavolo di vetro al centro del negozio.

-Questo è il modello "Seraphine": scollo a cuore, corpetto ricamato con pietre bluastre e gonna a ruota di color crema.

La proprietaria ci sfoggiò quest' abito.

-E' veramente bellissimo! Jane? Jessica? Volete provarlo?- ci domandò Barbie.

-Sì, ovvio.- rispose sua sorella.

Jessica era una ragazza di diciotto anni. Aveva i capelli lisci e rossi, il volto pieno di lentiggini ma l'inconfondibile sorriso e gli inconfondibili occhi nocciola di sua sorella.

Io annuii con la testa, sorridendole.

-Bene. Allora signorine, da questa parte.

Rosamunde ci condusse in due camerini separati, chiusi da pesanti tende di velluto verde. Frontalmente a me si trovava un grande specchio, ma contrariamente a quanto succedeva nei camerini degli ipermercati in cui vedevo la mia figura più bassa e tozza, in questo mi vedevo slanciata.

Dopo poco la donna mi diede l'abito appeso ad una gruccia. Lo provai.

La gonna mi arrivava un paio di centimetri sotto il ginocchio e il corpetto mi fasciava la vita, rendendola più stretta di quanto la mia non lo fosse. Rosamunde aveva anche indovinato la mia taglia.

Era carino, ma non credevo fosse l'abito giusto.

-Siete pronte, ragazze?- ci chiese Barbie.

-Io sì.- rispose sua sorella.

Ad Occhi ChiusiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora