Capitolo Sedici

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Se vi va, ascoltate il brano che vi ho proposto (basta cliccare play sul video), quando leggete questo capitolo. L'ho scritto e l'ho corretto, ascoltandolo e niente... secondo me, rende ciò che ho scritto più "magico". :) Ci vediamo, sotto! Buona lettura!

AD OCCHI CHIUSI

Capitolo Sedici

Quanto più chiudo gli occhi, allora meglio vedono,

perché per tutto il giorno guardano cose indegne di nota;ma quando dormo, essi nei sogni vedono te.(William Shakespeare)


Tra le cose più improbabili che mai mi sarei aspettata potessero accadermi, ricevere una telefonata da parte di Harrison, l'autista degli Ashling, saliva certamente ai primi posti in classifica.

Erano passate quattro settimane da quando avevo discusso con Terence e da quando avevo ascoltato le crudeli intenzioni di Mary Anne Williams. Da un lato potevo, senza indugio ,dire che sembrava non fosse passato neanche un giorno da allora, visto che alla tv e sulle più importanti riviste della città non si faceva altro che parlare della famiglia Ashling , dei Campbell e del fidanzamento, a breve ufficializzato con una festa, tra i loro figli. Dall'altro, però, erano cambiate diverse cose. Mary Anne era stata "bandita" dal gruppo di amici di Thomas. Avevo saputo che Sophie, Russell, William e ovviamente Thomas erano rimasti sconcertati dal modo in cui la modella si era comportata nei miei confronti. Alla fine avevano deciso all'unanimità di rompere qualsiasi rapporto di amicizia con lei. Per quanto riguardava Terence, Abbie mi aveva raccontato che aveva rifiutato diverse volte gli inviti dei suoi amici, adducendo come scusa quella di essere occupato con la sua nuova fidanzata. La delusione era nell'aria, ma nonostante ciò, i ragazzi riuscivano a incontrarsi e a divertirsi. La mia amica aveva conosciuto, finalmente, i genitori del suo ragazzo, ricevendo la "benedizione" da parte di entrambi e aveva persino ricevuto un semplice anello, pegno dell'amore che Thomas provava per lei. Erano davvero molto carini insieme! In più, come ciliegina sulla torta, la sua odiata datrice di lavoro, le aveva finalmente dato la prima pagina del giornale, su cui svettavano le fotografie che aveva scattato a casa Ashling. Per quanto mi riguardava, io stavo andando avanti con la mia vita. Avevo scalato i miei capelli e li avevo illuminati con dei colpi di sole che, forse, cozzavano un po' con il mio umore non proprio spumeggiante, ma che mi piacevano da matti. Stavo aiutando Barbara con i preparativi del matrimonio, avevo fatto rifornimento di nuovi sciccosissimi capi per l'autunno nel mio armadio e avevo appena iniziato un articolo su un confronto della moda in Scozia dal passato al presente. Senz'altro uno dei lavori più divertenti che mi fossero mai capitati, soprattutto per via del fatto che mi era toccato intervistare anche dei vecchi signori in kilt e barba rossa.

-Non credo sia un bene per te rincontrare una persona vicina agli Ashling, dopo quello che è successo, ma è una tua scelta.- fece Abbie, soffiando sulle unghie della mano destra, appena smaltate di verde.

-Non so neanch'io che fare.- ammisi,- Mi scende di nuovo una profonda tristezza al pensiero di vedere una figura così vicina a... a lui, ma da un lato sento che devo andarci.

-Se senti che devi andarci, vai. In fondo, se l'autista ti stava anche simpatico, non vedo cosa potrebbe andare storto.- mi guardò negli occhi.

Anche lei aveva cambiato look. I suoi capelli, adesso, erano colorati di un rosso mogano e ad incorniciarle il viso c'era una mega frangia che portava lateralmente.

-E sia. - annuii con il capo,- gli mando un messaggio.

Così detto, uscii dalla tasca dei miei jeans il cellulare, e mandai un messaggio al numero da cui il signor Harrison mi aveva telefonato, accettando il suo invito di incontrarci nel pomeriggio al bar "Gray's cup", lo stesso in cui io e Terence ci eravamo incontrati per la prima volta, dopo quella al pub.

Ad Occhi ChiusiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora