Epilogo

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Eccoci arrivate all'ultimo capitolo, ragazze! Se vi va, leggetelo ascoltando la musica che vi ho proposto sotto. Ci vediamo a fine capitolo. Buona lettura! :)

AD OCCHI CHIUSI

-EPILOGO-

"Lo amavo tanto, più di quanto io stessa potessi ammettere,

più di quanto potessi esprimere a parole."- J. Eyre- C. Bronte-


Non andavo in un cimitero da tanti anni, quando l'ultimo dei miei nonni, il padre di mio padre, ci aveva lasciati. Era stato un giorno triste quello.

Nonostante qui, ad Edimburgo, i cimiteri fossero vere e proprie attrattive turistiche per via dei diversi personaggi famosi che vi erano sepolti e per la tranquillità che emanavano, essendo presenti in mezzo alla città, e non in luoghi tetri e nascosti, a me non erano mai piaciuti, in quanto sinonimi di perdite e di tristezza.

Quando Terence mi aveva chiesto di accompagnarlo al Cimitero di Greyfriars, presente nella Old Town, ero rimasta alquanto sorpresa. Avevo pensato simpaticamente, che un cimitero non fosse proprio un luogo appropriato per un appuntamento, ma poi avevo capito che l'invito di Terence era più di un appuntamento. Era una richiesta. Una mano che mi stava chiedendo per essergli vicino in un momento delicato.

Avevamo camminato in silenzio, e sempre senza spiccicare una parola, eravamo giunti fino a una tomba. Bianca e adornata da fiori freschi e colorati, che Terence aveva sostituito con un mazzo di profumate rose bianche.

-Era bellissima, non trovi?- ruppe il silenzio, stringendo forte la mia mano.

Elizabeth Sinclair Ashling ci guardava sorridente, da una piccola foto incisa sua una lapide chiara. Mi fu sufficiente guardarla per pochi secondi per ricordarmi di averla già vista a casa Ashling, nella stanza di Terence, in un ciondolo a forma di cuore appartenente a una collana, su cui era incisa la lettera "E". E, che ora capii, essere di Elizabeth.

-Hai ragione. Era bellissima, e sai... le assomigli molto.- gli risposi, continuando a guardare quel bellissimo volto sorridente, circondato da una cascata di riccioli biondi.

E non scherzavo. Terence aveva gli stessi lineamenti di sua madre, dolci ma decisi, gli stessi occhi chiari, e quello sguardo sbarazzino che lo contraddistinguevano tanto.

-Credo che una delle cose più brutte dell'essere diventato cieco, sia stata non poter vedere più nessuna sua foto. Conservavo, e conservo tutt'ora, una sua collana, infatti, che le regalai per il suo quarantesimo compleanno e che, poco prima di andarsene, mi aveva restituito, dicendomi di darlo a quella persona che mi avrebbe fatto sentire speciale come io avevo fatto con lei. Al suo interno c'era una sua foto che mio padre le aveva scattato quando era incinta di me. Da quando persi la vista, però, non ebbi più modo di guardare quella foto e ricordare il suo volto, e ora finalmente eccomi qui...- sospirò. Sentii la sua voce leggermente incrinata, come se volesse piangere ma si stesse trattenendo.- Ti ringrazio per essere venuta oggi, Jane.

Lo guardai, per poi posare il capo sulla sua spalla. Non sapeva che io quella collana l'avevo già vista.

-Non devi affatto ringraziarmi, perché sono io che devo farlo. Grazie Terence per avermi permesso di conoscere tua madre.

Lui mi accarezzò i capelli.

-Lei era una persona meravigliosa. Una di quelle di cui ti basta ascoltare solo la voce, e che ti basta guardare negli occhi, per capire come sia fatta. Un raggio di sole caldo, confortevole, tenero, e dolce. Spero che mi abbia perdonato, per tutte le cretinate che ho fatto.- la sua voce era triste.

Ad Occhi ChiusiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora