Se ci mettiamo a parlare in una stanza buia, le parole assumono improvvisamente nuovi significati.
(Marshall McLuhan)Non appena io e Terence ci accomodammo ad uno dei pochi tavoli liberi che avemmo la fortuna di trovare, posai il mio trench sullo schienale della mia sedia, concedendo ai miei occhi di osservare attentamente il ristorante in cui ci trovavamo.
Era piccolo, ma caldo e accogliente. C'era un caminetto, per mia somma gioia adesso acceso, e i tavoli, coperti da delle tovaglie a scacchi bianchi e rossi, erano in legno. Le pareti, invece, erano tappezzate di foto di Clark Gable e di Vivien Leigh, attori protagonisti del film che prestava il nome al locale : Via Col Vento.
Vicino al bancone avevo anche notato una foto in bianco e nero, autografata dalla stesso Gable.
-Ti piace qui?- mi chiese Terence.
Voltai il capo verso di lui, guardandolo. Si era tolto il giubbotto e ora era rimasto con solo una T-shirt a maniche lunghe, nera con una stampa di una qualche band rock. Era bello, molto bello.
-Molto. E' davvero un ristorante splendido. Piccolo, semplice, ma caloroso. Proprio come piacciono a me.- spiegai.
Sorrise.
-Ne sono molto contento. Ti va di leggermi il menù?- domandò poi.
-Certo!
Presi il menù che mi fronteggiava, notando che sul tavolo erano presenti anche due bottiglie in vetro d'acqua e un cesto di pane. Poi lo aprii trovandomi davanti una serie di piatti italiani dalla pronuncia impossibile. Ma era normale che non fossero stati tradotti anche in inglese? Che barba! In fondo eravamo ad Edimburgo, non a Roma.
-Ehm... Terence, credo ci sia un problemino ino ino. Io non so parlare l'italiano... - ammisi, mordendomi le labbra.
Vidi Terence piegare le labbra in uno dei suoi sorrisi un po' sghembi.
-Non fartene un problema, Jane. Leggi nella pronuncia che conosci... capirò il piatto che intendi. Ci sono già venuto qui.- rispose tranquillo.
Rimasi incantata a guardare il suo sorriso per qualche secondo, poi risposi.
-Bene.- mi schiarii la voce.- Dunque... come primi piatti abbiamo: tortellini alla bolognese, e...- ma mi interruppi sentendo il viso in fiamme.
Vince il premio peggiore pronuncia italiana dell'anno... urlo di tamburi... Jane Ryan!
Vidi Terence ridere, senza nasconderlo troppo.
-Ehi.- gli diedi un pizzico sulla mano,- stai ridendo di me? E il tuo "leggi nella pronuncia che conosci"?- gonfiai le guance.
Beh almeno lo facevo ridere.
-Sì scusa.- rise ancora Terence.- è solo che... niente.- rise ancora, poi si schiarì la voce e tornò serio. -Prego. Non riderò più, promesso.- fece una croce immaginaria sul cuore.
-Mhm. Sarà meglio per te.- trattenni un sorriso.- Dunque stavo dicendo... tortellini alla bolognese, poi abbiamo lasagna, spaghetti con il ragù e risotto alla milanese come primi piatti.- conclusi ancora con le guance in fiamme.
Alzai gli occhi su Terence trovandolo con una mano sulla bocca, a nascondere un'altra risata. Che tipo!
-E' così spassosa la mia pronuncia, eh? Bravo, Terence, bravo... sei molto serio come ragazzo. Prendere in giro una fanciulla, è molto galante. – gli diedi un altro pizzicotto sulla mano.
-Ahi, ahi... ho capito, ho capito.- si toccò la mano, ridendo ancora.- Sceglierò tortellini alla bolognese, comunque.- fece con una pronuncia italiana perfetta.
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Ad Occhi Chiusi
ChickLitJane Ryan è una ragazza di ventisette anni. E' una giornalista per l'Edinburgh Fashion Magazine, e tra la vita al Giornale e la sua pazza coinquilina Abbie, vive una vita tranquilla, ma forse fin troppo monotona- o fin troppo stressante, come direbb...