13º capitolo

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Durante la notte che seguì la nascita di Alessandro, Fabrizio uscì di corsa dalla Stanza di Elisa e si diresse verso la camera di Antonio e Anna. Impaziente di entrare dimenticò di bussare , accese un lume e svegliò Antonio.

ANNA: Fabrizio, che è successo?

FABRIZIO: Antonio, devi venire subito Elisa sta male! Non si sveglia più e ha la febbre alta!

ANTONIO: che cosa? Andiamo!

Antonio pregò Fabrizio di aspettare fuori dalla porta ma per Fabrizio non ci fu verso e così entrò nella stanza seguito da Anna che poco dopo lo trascinò fuori dalla stanza. Pochi istanti dopo, Antonio uscì dalla porta con area seria e spiazzata.

ANTONIO: Anna vai a svegliare Amelia, Bianca e Giannina e di a Bianca di preparare dell'acqua calda immediatamente.

ANNA: Si vado subito!

FABRIZIO: Antonio, cosa sta succedendo? Ti prego dimmelo!

ANTONIO: Fabrizio non lo so nemmeno io, ti prego fammi tornare da Elisa.

Nel frattempo Anna, arrivò al piano della servitù e corse a svegliare Giannina e Bianca, poi andò da Amelia.

ANNA: Amelia!

AMELIA: Signora Marchesa, cosa succede?

ANNA: Devi venire subito, Elisa sta molto male!

AMELIA: oh santi del paradiso!! arrivo subito.

Poco dopo Bianca arrivò difronte la porta dei suoi padroni con una grossa pentola di acqua calda, seguita da Amelia e Giannina.

ANNA: (si voltò verso Fabrizio) vado a vestirmi!

FABRIZIO: Anna ( e la tenne dal braccio) io non potrei vivere senza di lei!

ANNA: Fabrizio, vedrai che passa tutto! Stai tranquillo! (Disse accarezzandogli la guancia) Io torno subito!

Passarono ore e ore, Fabrizio e Anna stavano sempre lì fuori dalla porta ad aspettare, ma nessuno era ancora uscito da quella stanza... Nè Antonio, nè Bianca e nè Amelia,che solitamente manteneva sempre la promessa di far sapere a chi stava aldilà della stanza notizie sull'ammalata ! Dalle 4 di notte si fecero le 8 e poi le 9 e poi le 10; fino a quando anche i bambini non si svegliarono. Martino, Emilia, Agnese chiedevano continuamente di Elisa e anche Clelia e Alessandro piangevano ininterrottamente, come se riuscissero a percepire l'aria di Rivombrosa in quelle ore.

FABRIZIO: Bambini, andate con Teresa a fare colazione.
(Rivolgendosi alla cameriera) Teresa portali di là .
Anna tu intanto fai chiamare da Titta Suor Margherita, così almeno si viene a prendere ad Emilia, Agnese e Martino che capiscono di più la situazione i piccoli se li gestiscono le cameriere.

ANNA: Si Fabrizio vado subito, tu intanto vai a riposare un po', sei stato davanti a questa porta tutto questo tempo!

FABRIZIO: e starei anche settimane intere, se solo saprei che Elisa alla fine stesse bene . E poi, comunque sono quasi 7 ore che non sappiamo più nulla, prima o poi usciranno di lì.

ANGELO: Signor Conte, scusate le guardie hanno appena varcato i cancelli

ANNA: Si, grazie Angelo, vado io ad occuparmi di loro.

ANGELO: Signor Conte, come sta Elisa? Ho saputo che questa notte...

FABRIZIO: Non so nulla Angelo! Ceppi è chiuso con lei da 7 ore. Sto impazzendo!

ANGELO: Calmatevi Signore.... Elisa starà bene...

Fabrizio non fece in tempo a rispondere a quella affermazione poiché un rumore li fece accorgere che Antonio aveva appena chiuso la porta dietro di sè.

FABRIZIO: Antonio! Come sta?

ANTONIO: Fabrizio, amico mio, purtroppo Elisa sta molto male. Ha una brutta infezione, che non le fa scendere la febbre, ho tentato di tutto stanotte... Ora sta a Dio sistemare le cose.... Ma io credo che Elisa ce la farà , è una donna forte...

FABRIZIO: Maledizione! Maledizione! Perchè..!!!

ANTONIO: Ad ogni modo non c'è bisogno di dirti che le prossime ore saranno le più drastiche bisogna sorvegliarla sempre. Ora c'è Amelia con lei, vai a riposare.

FABRIZIO: Prima voglio vederla!

ANTONIO: No, ha bisogno di stare tranquilla! Vieni con me, facciamo due passi in giardino allora.

Nel frattempo, nei più oscuri boschi di Rivombrosa, il Duca Ottavio Ranieri se ne stava insieme ad altri suoi uomini ad aspettare difronte una vecchia fontanella. Sapeva, benissimo che il nuovo re, ogni mattina si recava presso quei boschi senza scorta per andare dalla sua amante: una contadina che abitava poco lontano da lì; ed era giunto il momento di fare qualcosa per riconquistare la sua dignità di nobile. Come previsto, di lì a non molto tempo, arrivò il re a cavallo, e si trovò circondato dagli uomini di Ranieri. Inizialmente non capiva cosa volessero quegli uomini da lui, ma gli bastò scorgere la figura del Duca per capire che i guai che un tempo aveva allontanato erano ritornati.

RANIERI: Caro re, ci rincontriamo! Spero che siate felice di rivedermi sano e forte dopo aver ordinato l'esilio per me.

RE: Già duca, io vi avevo condannato all'esilio a vita, se arrivano le mie guardie vi arresteranno e sarà la volta buona che sarete condannato a morte. Nei mesi scorsi ho graziato molti nobili,ma tra me e me ho pensato che me ne faccio del Duca Ottavio Ranieri tra i piedi? Nulla!

RANIERI: Fossi in voi, starei più attento a parlare. Vi ho voluto incontrare per proporvi un affare!

RE: Io non tratto con voi Duca. Una volta ho fatto un grave errore a fare la vostra conoscenza e ora mi ritrovo pieno di guai.

RANIERI: veniamo al dunque, voi mi rintegrerete in Piemonte a pieno titolo di nobile e con un posto fisso come lo avevo prima e il popolo, il vostro popolo, non verrà mai a sapere che voi avete fatto parte della congiura contro vostro padre.

RE: Voi siete completamente pazzo!

RANIERI: E che non vi vengano in mente strane idee per sistemare i vostri guai.... Molta gente sa e se mi succedesse qualcosa, hanno già da ora l'ordine di parlare.

RE: non posso farlo, non lo potrei giustificare!

RANIERI: Suvvia, voi siete il re. Il potere del regno è nelle vostre mani potete fare tutto ciò che desiderate. Aspetto vostre notizie entro la prossima settimana, altrimenti mi farò vivo io, in circostanze meno gradevoli ve lo assicuro.

Dicendo così, Ranieri e i suoi uomini si allontanarono nei boschi. Il re capì che presto avrebbe dovuto intraprendere una strada che presto si sarebbe pentito, ma non poteva fare altrimenti; Ranieri rappresentava un pericolo troppo enorme e doveva sistemare il tutto nell'ombra più assoluta.

Elisa di Rivombrosa-Tutta un'altra StoriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora