Capitolo 1

1.9K 102 51
                                    




"Oh no! Stamattina ci mancava anche il telefono..."

Riconosco la suoneria, è quello privato. Ad occhio e croce questo numero l'hanno in 10, quindi deve essere per forza una cosa importante. So già che me ne pentirò, ma non posso non rispondere. Cerco freneticamente nella borsa e sul display appare il nome di Rebecca.

"Ciao Rebecca! Scusami, sono tremendamente in ritardo, possiamo risentirci?!?"

Inutile con lei, ma il mio ritardo questa mattina è tale che vale la pena tentare.

"Ma Sarah che casino c'è? Dove vivi?" Sorrido. Sta cambiando argomento. Furba la mia amica.

"Ma non li vedi i telegiornali in Italia?" provo a replicare, "Hai presente quanta neve c'è a New York in queste settimane?!?"

"Sarah vorrei ricordarti che sei cresciuta in montagna come me, da quando ti fai spaventare da un po' di neve?"

"Da quando a New York non si riesce a trovare un taxi per arrivare in ufficio puntuali... e sai quanto io detesti arrivare tardi!" Questo è vero e lei lo sa.

Nessuno mi conosce come Rebecca. Siamo cresciute insieme nello stesso paesino italiano di montagna di tremila anime scarse. Un piccolo paradiso per quei turisti che cercano un po' di pace e serenità tra le montagne. Un po' meno per me che di quella tranquillità nella mia vita non ne potevo più. La borsa di studio vinta ai tempi dell'università è stata per me l'occasione migliore per lasciare tutto e trasferirmi nella grande mela.

Nessuno mi incoraggiò in quella scelta, né i miei genitori, né i miei amici. Rebecca fu l'unica che capì. Sapeva che quella non era la vita che volevo e che volevo vedere cosa c'era al di là delle montagne. "Non resterai qui a lungo, lo so, non sei fatta per lavorare nell'albergo dei tuoi" mi ripeteva sempre. E aveva ragione.

Beh, da allora sono passati quasi 10 anni e la mia vita ha preso proprio la direzione che volevo.

"Allora cosa c'è di tanto urgente Becky??" la incalzo.

"Questo orrendo soprannome americano tienilo per qualche tua collega." Sorrido. Odia quando la chiamo così. "Comunque ho una grande notizia... Sei pronta? Sei seduta?" Oddio che ansia.

"No, veramente sono per strada che cerco un taxi...". Non faccio in tempo a finire la frase che dall'altro capo del telefono arriva un urlo: "MI SPOSO!"

...

Ricordati di farmi innamorareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora