Capitolo 17

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Il giorno successivo sono in ufficio da più di un'ora quando il resto dei miei colleghi inizia ad arrivare alla spicciolata, ma nessuno sembra accorgersi della mia presenza. Pensavo che ieri sera, al mio ritorno dal Paradise, avrei trovato Paul e Scarlett a presidiare la porta del mio appartamento, invece, per mia fortuna, il sonno ha avuto la meglio su di loro ed io ho avuto via libera per iniziare ad organizzare la mia imminente partenza per l'Italia.

Questa mattina non mi sono svegliata di buon umore e quando vedo la mia scrivania sommersa di carte mi sale l'ansia. Devo assolutamente avvantaggiarmi il più possibile oggi, considerando che devo anche preparare una valigia, senza sapere bene che cosa metterci dentro.

"Ciao Sarah, tutto bene?" mi saluta con voce rassicurante Harry. Sono talmente presa dai miei pensieri che non l'ho nemmeno sentito arrivare.

"Ciao Harry" gli rispondo alzando appena lo sguardo dal manoscritto che sto esaminando.

"Sei qui da molto?" intuisce subito il mio stato d'animo non proprio felice

"Da un'oretta su per giù, ho un sacco di cose da fare e pochissimo tempo per farle." gli rispondo sconsolata

"Rose vorrebbe che venissi a pranzo domenica. Pensi di farcela?"

In effetti, tra impegni vari, è qualche tempo che non passo una bella giornata con Harry e sua moglie

"Avrei veramente voglia di venire ma domenica non sarò in città. Devo partire domani!"

"Davvero? Ma è successo qualcosa?" mi chiede preoccupato Harry, ben consapevole che queste partenze improvvise non sono da me

"Non è successo nulla, tranquillo. Vado in Italia con Logan per aiutarlo con quella acquisizione di cui ti parlavo" la mia voce s'incrina

"Non avevo capito che avresti dovuto partire per l'Italia."

"Nemmeno io" commento seccata "Tra l'altro temo non riuscirò nemmeno a telefonare a Rose per scusarmi. Devo fare una lista di cose da fare qui al lavoro, vedere cosa posso portare con me in viaggio ed organizzare una riunione in giornata per le consegne ai ragazzi. In più devo preparare una valigia, senza sapere cosa portare perché il signorino non sa dirmi nemmeno per quanti giorni staremo via." A fatica controllo la mia irritazione.

"Non preoccuparti, Rose ti adora e ti perdona qualsiasi cosa" tenta di tranquillizzarmi Harry con tono amorevole.

In queste piccole cose capisco quanto mi vogliano bene e quanto io sia affezionata a loro, anche se mi sembra di non fare mai abbastanza per ricambiare tutto il loro affetto.

"Prometto che organizzeremo un altro pranzo appena rientro in città... anche se non so quando!" Tutta questa incertezza mi da sui nervi e Harry, che mi conosce fin troppo bene, l'ha già capito.

"Dai Sarah, prendila come una vacanza, non ne fai una da anni. E per il lavoro, non ti stressare con le tue solite liste, passami le tue scartoffie che ci penso io." mi tende una mano benevolo come sempre

"Grazie Harry, so che posso sempre contare su di te, ma non mi piace approfittarne troppo."

"Tranquilla, saprò essere alla tua altezza, sono pur sempre il tuo maestro." Cerca di convincermi buttandola sulla scherzo. Sa perfettamente che non amo delegare i miei compiti sul lavoro, ma stavolta temo proprio che non riuscirò a fare a meno del suo aiuto.

"Già, potrei essere costretta ad accettare stavolta" ammetto "Appena arriva Paul vedo di fare il punto della situazione e ti farò avere in giornata la lista delle cose più urgenti. Tra l'altro mi piacerebbe sapere che fine ha fatto il mio assistente..." guardo l'orologio appeso nel mio ufficio

"L'ho incontrato al bar qui sotto poco fa." mi comunica Harry

Facciamo colazione insieme ai colleghi alla caffetteria di fronte all'ingresso del nostro edificio ormai da anni. Probabilmente mi aspettava come ogni mattina, ma oggi proprio non ho tempo nemmeno per un caffè.

"Sembrava agitato, mi ha domandato se ti avevo vista; credo ti abbia cercato anche al cellulare. Ma voi non abitate nello stesso palazzo?"

Prendo il cellulare dalla scrivania e mi accorgo che, dalla fretta, stamattina non l'ho ancora acceso.

"Infatti. Ma questa mattina sono uscita prestissimo e non ci siamo incrociati come al solito."

Nel frattempo ho acceso il mio cellulare che inizia ad inviarmi una quantità impressionante di notifiche di messaggi non letti e chiamate senza risposta.

"Sembra che qualcuno abbia urgenza di parlarti" commenta Harry un po' stupito

Evito di leggerle, tanto so già che la metà saranno di Paul e l'altra metà di Scarlett. Staranno morendo dalla curiosità di sapere tutto sulla serata di ieri.

"Già, così pare! Ho in mente giusto un paio persone, ma non ho tempo neanche per questo oggi."

"Allora ti lascio al tuo lavoro, ci vediamo più tardi Sarah" mi dice Harry mentre con il suo tipico incedere raggiunge la porta del mio ufficio aprendola. Proprio in quell'istante sopraggiunge all'improvviso Logan e per poco i due non si scontrano.

"Ehi Sarah... sei qui!" esclama Logan entrando precipitosamente nel mio ufficio.

Certo dove dovrei essere?

"Ciao Harry, scusa non ti avevo visto" si rivolge finalmente a Harry dandogli la mano per salutarlo.

"Ciao Logan, non c'è problema! Come stai?" gli prende la mano in modo amichevole, stringendola con fermezza

"Tutto bene, sempre di corsa e sempre indaffarato" sbuffa Logan.

"Vedo che vi somigliate parecchio..." sorride Harry spostando lo sguardo da lui a me "Vi lascio ragazzi, immagino abbiate un po' di cose di cui parlare dato l'imminente viaggio, e poi il dovere mi chiama!" si congeda Harry salutandoci con un cenno della mano.

Logan che, fino al quel momento, era rimasto in piedi vicino alla porta del mio ufficio la richiude accuratamente e si siede velocemente di fronte a me.

"Finalmente ti trovo!" esordisce Logan un po' agitato.

"Perché? Mi cercavi? Ho veramente un sacco di cose da fare oggi..." e non ho molto tempo per farle visto che mi hai incastrato in un viaggio dell'ultimo minuto, vorrei aggiungere.

"Ti ho lasciato un po' di messaggi, ma avevi sempre il cellulare staccato." Allora non erano solo messaggi di Paul e Scarlett

"Sono uscita di fretta e mi sono dimenticata di accenderlo. Ma dimmi, cosa posso fare per te?" vieni al dunque Logan, ho una certa fretta di tornare al mio lavoro.

Che strano! Stamattina i suoi occhi verdi hanno qualcosa di insolito, sembra quasi che un velo di preoccupazione non permetta loro di brillare come sempre.

"Ecco... non so come dirtelo... probabilmente non ti piacerà quello che sto per dirti..." si agita sulla sedia come se fosse seduto sui carboni ardenti.

Logan non mi è parso un tipo ansioso e non riesco proprio a capire cosa possa essere mai successo per farlo agitare così.



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