La conversazione con mia madre mi ha intristito parecchio. So quanta energia e quanta passione i miei genitori hanno sempre messo nell'albergo. Per loro è da sempre la priorità assoluta ed hanno sacrificato qualsiasi cosa, compreso il loro tempo con me, per farlo funzionare. Da bambina odiavo quelle stanze, quella cucina, quella piccola hall che profumava di legno e tiglio. Odiavo il fatto che per stare in quel posto loro non avessero mai tempo per fare con me le cose che tutti i genitori fanno con i figli, per esempio una vacanza tutti e tre insieme, o, semplicemente, una passeggiata, un picnic, un momento che fosse solo nostro. Non gliene ho mai fatto davvero una colpa, sapevo che dovevano lavorare e non mi trascuravano per andare a divertirsi. Probabilmente il mio senso di responsabilità sul lavoro, quello che Harry chiama stacanovismo seriale, l'ho ereditato da loro. Con me, mentre crescevo, c'era mia nonna, l'unica persona al mondo che non mi ha mai fatta sentire sola. Mi ha praticamente cresciuto lei, tra una risata e un libro, mentre i miei genitori si spaccavano la schiena in hotel. Mia nonna era il mio modello: forte, indipendente, paziente, amorevole, con un carattere allegro e aperto. Non si poteva non adorarla. Da lei ho imparato a guardare il mondo da un'altra angolazione, mi ha insegnato a trovare il lato divertente delle cose, ad avere sempre un' opinione e a difendere ciò in cui credo. Era una lettrice accanita. Non ricordo un solo giorno senza che io l'abbia vista con un libro in mano, intenta in qualche lettura. Mi ripeteva sempre: "Ricordati Sarah, quando non riuscirai trovare le risposte, cercale in un libro". Lei era esattamente il tipo di donna che vorrei essere. Morì qualche mese prima del mio diploma, poco prima che decidessi di partire per l'America, ma eravamo talmente legate che io la sua presenza la sento ancora forte vicino a me. So esattamente cosa pensa di me, so quali sono le scelte che approva e quelle che non approva, e sento che, tutto sommato, è contenta della persona che sono oggi. Certo, se fosse qui, mi direbbe che devo respirare di più, divertirmi di più e prendermi i miei spazi, esattamente come diceva a sua figlia, quando la vedeva troppo indaffarata con l'albergo.
Così, persa nei pensieri su mia nonna, finalmente il mio taxi raggiunge il portone di casa. Scendo frettolosamente cercando di non far cadere i numerosi manoscritti che mi sono portata a casa nella speranza di riuscire a farli entrare tutti in valigia. Probabilmente dovrò rivedere leggermente i miei piani altrimenti rischierò una sovrattassa per il peso. Sono indecisa se salire direttamente a casa di Paul che mi sta aspettando per la cena, oppure passare prima al piano inferiore per lasciare le mie cose a casa mia. Opto per la seconda, tanto ormai sono in ritardo e un minuto in più o un minuto in meno, non mi salverà dalle ire di Paul.
"Alla buon'ora!" una voce scocciata si leva dal mio divano.
Faccio un salto per lo spavento, quando mi accorgo che Paul e Scarlett sono entrambi stravaccati con davanti una serie di pacchetti che arrivano senza nessun dubbio dal nostro ristorante giapponese preferito.
"Perché, sono in ritardo?" provo a dissimulare sorridendo
"Nooo, figurati, stavamo solo per morire di fame!" mi accoglie Scarlett
"E poi voi cosa ci fate qui? Come siete entrati in casa mia?" prendo tempo, togliendomi il cappotto
"Seconda chiave per le emergenze, ricordi?" mi sventola un mazzo di chiavi con un portachiavi enorme a forma di gufo che le ho regalato io.
"Ricordo, ma questa non è un'emergenza!" mi tolgo finalmente le scarpe e mi butto anch'io sul divano esausta.
"Certo che lo è, devi ancora raccontarci per filo e per segno la serata di ieri. Cos'è, pensavi l'avessimo scordato?" mi domanda Paul mentre distribuisce velocemente le porzioni di cibo giapponese.
"Più che altro lo speravo!"
"Crudele. Sei crudele ed insensibile."
Sta letteralmente divorando la sua cena, mi sento quasi in colpa per averlo fatto aspettare così tanto.
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Ricordati di farmi innamorare
ChickLitSarah è nata e cresciuta in un piccolo paesino di montagna dell'Italia del Nord, ma ha sempre saputo di non volerci restare a lungo. Subito dopo il diploma, infatti, grazie ad una borsa di studio, è partita per l'America contro il parere di tutti. ...