Capitolo 4

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Il tragitto in ascensore per arrivare all'ultimo piano dell'enorme grattacielo in cui lavoro mi sembra interminabile, così assorta come sono nel cercare di capire cosa può mai volere da me il Presidente in persona. Le sorprese non mi sono mai piaciute. Mi piace, invece, tenere tutto sotto controllo, voglio sapere sempre cosa aspettarmi dalle situazioni. Voglio dire, è buona educazione, dare un minimo di preavviso alle persone, quando si sta per incontrare il capo supremo, così, giusto per non far venire loro un infarto.

La cosa più plausibile che mi viene in mente è l'imminente pensione di Herry e quindi la mia logica nomina a capo del team. Per quanto mi sforzi di nasconderlo questa eventualità mi crea grande agitazione. A detta di Harry e di tutti i miei colleghi sono pronta per questo incarico ed in un certo senso non è questo che mi spaventava. Dopotutto forse è solo un'agitazione comprensibile. So che sarà stato difficile non far rimpiangere uno come Harry, ma adoro il mio lavoro e, senza falsa modestia, penso di essere anche parecchio brava, perciò, forse, sono davvero pronta per il grande salto. Mi è sempre piaciuto mettermi alla prova e sfide come queste mi hanno sempre stimolato, perché è quando sai che non puoi fallire che tiri fuori il meglio di te. Ma Harry è stato la cosa più vicina ad un padre che io abbia avuto da dieci anni a questa parte ed io non sono ancora disposta a rinunciare a lui.

Sono così presa dai miei pensieri che, quando l'ascensore raggiunge il piano di destinazione, non me ne accorgo nemmeno.

La segretaria personale di Mr. Williams mi richiama alla realtà

" Miss Morris, il Presidente la sta aspettando nel suo ufficio."

"La ringrazio" le sorrido un po' imbarazzata e mi incammino nervosamente verso l'enorme porta.

Busso due volte in modo deciso, cercando di ricompormi, ma solo quando sento la voce imponente del mio datore di lavoro che mi invita ad entrare, faccio un respiro profondo e decido di aprire l'imponente porta.

La luce che entra dalle vetrate dell'immenso ufficio quasi mi abbaglia. La neve ricopre tutta New York e per un attimo penso a che vista meravigliosa devono riservare quelle vetrate in primavera.

Mr. Williams è un uomo sulla settantina, alto e robusto, con capelli bianchissimi e occhi azzurri intensi e vivaci. Non si può dire che incuta timore, ma rispetto questo sì. E' una di quelle persone che si sono fatte da sole. Ha costruito un impero editoriale rilevando una minuscola casa editrice investendoci tutto quello che aveva e, a poco a poco, si è trasformato nell'uomo più influente dell'editoria mondiale. La sua storia è stata persino oggetto di un mio esame all'università. Così, seduto alla sua scrivania di mogano scuro che si abbina perfettamente con il resto dell'arredamento di quell'ufficio, dà proprio l'idea dell'uomo che ha realizzato tutti i suoi sogni.

Un grande e colorato tappeto persiano colma la distanza tra l'ingresso e la scrivania e tutt'intorno alle pareti laterali corrono due immense librerie in arte povera, stracolme di volumi che hanno tutta l'aria di essere molto preziosi. Quest'uomo ha decisamente buon gusto.

Ricordati di farmi innamorareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora