Capitolo 10

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"Ti vuoi muovere Sarah?" mi urla Paul mentre, dopo due tentativi andati a vuoto, è riuscito a fermare finalmente un taxi "Siamo in un ritardo spaventoso. Per fortuna Scarlett ci sta già aspettando con tutto."

"Tutto cosa? Tutto l'arsenale bellico?" gli dico stringendomi nel cappotto. Finalmente ha smesso di nevicare, ma fa un freddo cane.

"Smettila di fare la spiritosa e concentrati. Devi collaborare se vuoi che ti facciamo fare bella figura."

"Paul devi rilassarti, non sto andando a sposarmi, sto andando a lavorare... praticamente è come se stessi per andare in ufficio."

"Vedi, è il tuo approccio che è totalmente sbagliato Sarah. Ti pare che ci si prepara ad una serata al Paradise con tanta leggerezza?" Paul è davvero frustrato e a me scappa una sonora risata che non frena il mio amico

"Il Paradise è il tempio dell'eleganza, del buongusto, lì ci vanno tutte le top model del mondo... dimmi, vuoi finire sulla copertina di qualche rivista come una sciattona?" solo l'idea di poter essere fotografata mi mette l'ansia

"Perfetto, se volevi rassicurarmi, non ce l'hai fatta. Anzi, chiamo subito Logan e gli dico che non se ne fa più niente."

"Non ti azzardare eh!" mi urla Paul facendo sobbalzare il tassista

"Ma sei matto? Vuoi farci uccidere? Ci manca solo l'incidente col taxi in questa giornata assurda..."

"Tu hai il dovere morale di andare." continua Paul, ignorando totalmente la mia preoccupazione "Lo devi a tutte quelle come me che un'occasione così non l'avranno mai."

Quando parla di lui al femminile accentuando la gestualità è davvero divertente. Potete dire quello che volete, ma, nei momenti difficili, neanche il comico più bravo del mondo, saprà farvi ridere come il vostro migliore amico gay.

"Tu vuoi che ci vada solo perché speri che io incontri Bradley Cooper."

Paul non fa in tempo a replicare che il tassista parcheggia davanti all'entrata del nostro palazzo e, senza quasi rendermene conto, vengo trascinata di corsa fuori. Spero almeno che l'abbia pagato.

La porta del mio appartamento si spalanca da sola. Forse, ma non potrei scommetterci, a spalancarla è Scarlett che, come una furia, mi strattona fino alla porta del bagno, ordinandomi: "Fatti una doccia in 2 minuti. Io e Paul intanto cerchiamo vestito e scarpe e pensiamo al trucco e all'acconciatura."

Sento che il mio mal di testa sta per avere la meglio

"Intanto ciao Scarlett" replico stizzita "Poi voi vi dovete dare una calmata, perché oltre a farmi venire l'ansia, sembrate due pazzi da manicomio."

"Sì, fantastico! Ora, però, fatti una doccia: VELOCEEE!" strilla spingendomi nel bagno e sbattendo la porta.

Meglio fare presto o mi ritroverò l'armadio sventrato e tutti i vestiti riversati a terra uno sopra l'altro come in una sottospecie di opera d'arte contemporanea.




Ricordati di farmi innamorareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora