Capitolo 9

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Come previsto, durante il resto della giornata, sono riuscita a concentrarmi pochissimo. E con altrettanta prevedibilità, Paul si è presentato nel mio ufficio con dieci minuti di anticipo, costringendomi ad abbandonare, contro la mia volontà, un lavoro non ancora finito. Ha preso questa cosa con molta serietà e non è il caso di discutere con lui quando è così sul pezzo. Durante la pausa pranzo ha telefonato a Scarlett, la mia migliore amica americana, nonché vicina di casa ed ex compagna di stanza all'università. Forse (ma non ne sono sicura) posso contare su Scarlett, per aiutarmi a sedare l'entusiasmo di Paul.

Scarlett ed io abbiamo condiviso dieci anni di vita e se non ci fosse stata lei, in un paio di circostanze, probabilmente, mi sarei arresa.

Arrivavo da un piccolo paese di montagna italiano, il viaggio più lungo che avevo fatto in vita mia era stata la gita alle superiori nella vicina Austria, perciò non sapevo bene cosa aspettarmi.

Non lo ammetterò mai di fronte ai miei genitori, ma, sull'aereo che mi conduceva verso il mio tanto agognato sogno americano, piansi tutto il tempo.

Avevo desiderato questa cosa così a lungo che quando si avverò, ne rimasi sconvolta. Non avevo mai davvero riflettuto bene sulle difficoltà che una scelta così radicale avrebbe comportato. E questa fu, forse, la mia salvezza: se lo avessi fatto probabilmente avrei rinunciato. A quel tempo vedevo solo il bello di una metropoli tutta da scoprire. Non avevo calcolato che nel mezzo tra il sogno e le speranze c'era la vita reale.

I primi giorni da sola nella stanza del dormitorio femminile, in attesa di scoprire chi avrebbe diviso con me quel luogo così grigio, pieno di corridoi lunghissimi e altrettanto grigi, erano stati un incubo. Era pieno di ragazze sconosciute, che parlavano una lingua che, per quanto avessi studiato a scuola, non mi apparteneva del tutto, e mi domandavo come avrei fatto a farmi delle amiche.

La prima volta che uscii sola ad esplorare la città, mi persi. Mi ci vollero tre ore per capire dov'ero e tentare di trovare una metropolitana che mi riportasse al sicuro nella mia stanza. Senza contare che nel frattempo il sole era calato e, con l'aumentare del buio, aumentarono anche le persone poco raccomandabili che incontrai. Mentre girovagavo senza sapere bene dove fossi, rimpiangevo le mie montagne che tanto bene conoscevo.

Per ben tre volte in quella settimana in cui rimasi sola, pensai seriamente di fare le valigie e tornare da dove ero venuta, ma il mio orgoglio, per fortuna, vinse sullo scoraggiamento.

Fu allora che arrivò Scarlett. E fu subito simpatia. Era di Chicago, i suoi genitori entrambi medici, uno dentista e l'altra pediatra, non avevano preso bene la sua decisione di seguire la sua passione per le naturopatia. Le difficoltà relazionali con i nostri genitori ci avvicinarono subito, ma non fu solo quello. Per quanto fossimo diverse in tutto, lei vegana, io carnivora e cioccolato dipendente, lei dedita allo sport e alla vita sana, io dedita al divano e alla lettura, c'era qualcosa di simile nelle nostre anime. Entrambe cercavamo il nostro posto nel mondo, e stavamo lottando e soffrendo per trovarlo.

In poco tempo diventammo l'una la spalla dell'altra. Il nostro rapporto di sorellanza si consolidò sempre di più, tanto che, una volta finita l'università, decidemmo di andare a vivere nello stesso palazzo, una di fronte all'altra, convenendo che eravamo troppo grandi per dividere un appartamento, ma troppo legate per andare ognuna per la propria strada.

Lei ora fa l'istruttrice di pilates, in attesa di sfondare in televisione con un programma tutto suo che insegni alla gente a curarsi con la naturopatia. Per coltivare il suo sogno televisivo, in cui l'aspetto fisico è fondamentale, spende un sacco di soldi in creme viso distensive, quantità industriali di shampoo e balsami per capelli, massaggi corpo, piastre liscianti e ferretti arricciacapelli professionali. Quello che guadagna con le lezioni in palestra non è sufficiente, perciò il padre, di nascosto dalla moglie, le passa quello che le manca per coprire le spese e arrivare a fine mese.

Il suo indiscutibile senso estetico, unito al bagaglio di attrezzi professionali che possiede, fanno di lei la candidata ideale per aiutare Paul in quello che deve essere il mio restyling per la serata al Paradise.



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