Capitolo 7

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"Non si può dire che tuo padre non sia uno che va dritto al sodo" rompo l'imbarazzante silenzio

"Sai com'è, prende decisioni da tutta la vita, non ama perdere tempo." mi risponde con un sorriso gentile inquadrandomi con quei suoi occhi verdi

"Gli somigli?"

"Cos'è Sarah Morris, sei preoccupata di dover lavorare con me?" mi rivolge un sorriso furbetto.

Non si può dire che non sia uno perspicacie

"Mah, sinceramente, non so cosa aspettarmi..."

"Davvero non lo sai? Strano, perché mi è sembrato di capire che sei una che sa sempre tutto!" mi prende in giro bonariamente. Quando sorride le sue guance si increspano ai lati della bocca formando due incantevoli fossette.

Non faccio in tempo a replicare che le porte dell'ascensore si aprono ed, in un attimo, tutti gli occhi dei miei colleghi si fermano su di noi. Il tragitto dall'ascensore al mio ufficio sembra interminabile, o forse lo è davvero. Non riusciamo a fare due passi di fila che veniamo continuamente interrotti da chi lo saluta, chi gli offre il caffè, chi lo adula. Le ragazze fanno a gara nel sorridergli e lui ovviamente non sembra dispiaciuto.

"Santo Cielo, ma è sempre così?" gli dico sprofondando sulla mia poltrona finalmente al sicuro nel mio ufficio, mentre lui chiude accuratamente la porta dietro di sé

"Così come?" mi risponde divertito

"Così... con tutti che ti fissano, ti sorridono, ti offrono il caffè..."

"Ahahah, no, non sempre, ma molto spesso." Certo come no, dovevo aspettarmelo...

"Perché? Qual'è il problema Sarah?"

"Come quel è? E' imbarazzante! Mi sembra di essere tornata all'Università quando le ragazze prendevano in ostaggio la macchinetta del caffè nella speranza che tu, in preda ad una carenza di caffeina, passassi di lì."

"Esagerata!" scoppia in fragorosa risata "E poi non è imbarazzante, è divertente stare tra la gente!"

"No, è divertente solo per un pavone come te, ma a me, che dell'essere invisibile ho fatto un'arte, risulta un tantino fastidioso avere tutti gli occhi puntati addosso."

"Tu hai visto un paio di copertine e mi hai già classificato come il classico playboy che ama compiacersi delle attenzioni femminili vero? Non hai mai contemplato l'ipotesi che tutte queste adulazioni siano dovute solo al cognome che porto?"

"Dici che siamo ancora così nel medioevo?" in effetti potrebbe anche essere.

"Passeremo quattro lunghe settimane insieme, ti abituerai." Scherziamo vero?

"Io non voglio abituarmi. Io vivo benissimo così." rispondo decisa

"Certo, non avevo nessun dubbio." di nuovo quel sorriso e quelle fossette

"Cosa vorresti insinuare?" sentiamo

"Ehi frena, non c'è bisogno di stare sulla difensiva..." io sulla difensiva? Ma quando mai?

"Io non sto sulla difensiva, perché non mi sento minacciata te."

"Meglio così allora, perché non ho intenzione di minacciarti... ancora!" fingo di non aver sentito

"Allora, torniamo al motivo per cui sei seduto nel mio ufficio..."

"Esatto, stasera, direi per le 20, dopo il lavoro, ci vediamo al Paradise! Ok?"

"Ma sei impazzito?" se pensa che mi farò vedere in un locale come quello con lui ha proprio sbagliato tutto.

"Perché?" sembra davvero spiazzato

"Al Paradise?" forse ripetendoglielo afferrerà al volo

" Non ti piace il Paradise? Fanno una pizza italiana che è la fine del mondo." No, non ha capito...

"Sono certa che non esista in tutta New York City un solo locale dove facciano una pizza italiana come Dio comanda. Ma a parte questo dettaglio tutt'altro che trascurabile, non possiamo rimanere in ufficio per esempio?"

"E' solo un incontro di lavoro, rilassati. Dovrò pur mangiare qualcosa."

"E questo "incontro di lavoro" non possiamo farlo in un locale in cui facciano cibo commestibile, solo un tantino meno appariscente?"

Logan scoppia a ridere di nuovo.

"Ma sarà sempre così con te?"

"Così come?" non capisco

"Così... con te che fai una questione su tutto?"

"Logan, io non faccio questioni su tutto, faccio valere il mio punto di vista!" i suoi occhi verdi mi fissano per l'ennesima volta

"E' la giustificazione che ti dai per essere una gran rompiscatole?" Rompiscatole? Ho sentito bene?

Logan appoggia i gomiti sporgendosi ancora di più verso di me

"Il Paradise è un locale davvero carino, ti piacerà! Tra l'altro è anche mio ed è per questo che insisto tanto: ho lo sconto sulla cena." Non riesco a trattenere una risata

"Sono sicura che è incantevole, solo che, normalmente, non è frequentato da gente come me" Logan sembra proprio non capire

"Eppure, l'ultima volta che ho controllato, mi sembra di ricordare che il mostro a due teste l'abbiamo fermato all'ingresso, però ti prometto che, nel caso fosse riuscito ad imbucarsi, ti difenderò io."

Devo ammetterlo: non è uno che molla tanto facilmente. Mi sa che non ho scelta.

"Senti, Sarah, tra dieci minuti ho una video conferenza con degli investitori giapponesi, perciò devo scappare. Facciamo così: per questa volta si va al Paradise, la prossima volta il locale lo scegli tu. Mi sembra decisamente democratico. Hai bisogno di un passaggio?"

Ma come gli viene in mente? Ci manca solo che ci vedano arrivare insieme...

"No, no ci vediamo lì, sai com'è, noi gran rompiscatole amiamo prendere i taxi" gli rispondo con una smorfia. Le nostre schermaglie dialettiche sembrano divertirlo parecchio perché per l'ennesima volta i suoi occhi vivaci riprendono a sorridere.

"Perfetto allora, a dopo!" mi fa l'occhiolino congedandosi.



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