Capitolo 6

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Il mattino seguente mi svegliai alle 10. La notte ero riuscita a dormire pochissimo,gli incubi dominavano sempre la mia mente. Avevo sognato James che mi usava e mi buttava, come fossi un fazzoletto di carta, ma appena sveglia, mi ricordai che non era un sogno, ma la realtà. Mi alzai dal letto e scesi in cucina, mia mamma stava cucinando i pancakes.

--Come mai stai cucinando? Di mattina

--Beh, Jess-- disse mia mamma guardandomi --Visto che non ho un lavoro, volevo provare a fare i pancakes ogni mattina.

--Ma sappiamo benissimo che non ci riuscirai-- disse Nate entrando in cucina e sedendosi al tavolo.

--Mai dire mai, può darsi che ci riuscirò!

--Convinta tu-- dissi io.

--Convinti tutti-- concluse mio fratello.

Mi misi seduta vicino a lui e mia madre ci diede quattro pancakes a testa. Erano buoni, soprattutto cosparsi di cioccolata e panna montata. Bevvi un bicchiere di succo di frutta.

--Jess, vestiti, che dobbiamo andare insieme a Theresa a vedere il vestito.

--Okay, ci viene a prendere lei?

--Si, passa tra un quarto d'ora a prenderci.

--Mi vado a preparare.

Andai in camera mia e per prima cosa chiusi la porta, non sopporto avere la porta della camera aperta. Andai poi in bagno e mi andai a fare una veloce doccia, decisi di non lavare i capelli, ma di passare velocemente la piastra per lisciarli. Misi un pantaloncino di jeans normale, e sopra ci abbinai una maglietta a maniche corte bianca. Come scarpe scelsi le mie adorate converse, ma questa volta erano nere. Presi il cellulare e scesi di sotto. Mia mamma era già pronta e mi aspettava. Bussarono alla porta e lei aprì, era Theresa.

--Ciao!-- disse Theresa salutando me e mia madre con un bacio --Siete pronte?

--Si.-- disse mia madre e ci incamminammo così nella macchina dove trovai James al volante.

--Ciao James-- disse mia mamma entrando in macchina.

--Ciao-- dissi io indifferente.

--Ciao-- rispose lui. Poi mi guardò e mi sorrise. Quel sorriso magnifico che avevo visto la sera prima, già, lo stesso che era sparito e mi aveva detto di dimenticare tutto quanto. Jess, non fare la stupida, non ti vuole, non lo pensare chiaro!

--Jess, ci sei?-- chiese Theresa, seduta al sedile davanti a me.

--Si, stavo solo ...pensando--

"A tuo figlio" pensai.

--Tua mamma ti aveva chiesto che tipo di vestito ti piace.

--Fidati, lo sa meglio di me-- dissi io.

Mia mamma mi conosce benissimo, sa perfettamente i miei gusti, non si dimentica mai niente, ed è l'unica che mi riesce sempre a farmi mantenere la calma.

--Scommetto, non stretto...-- disse mia mamma, ma fu interrotta da Theresa.

-- Come mai?

--Dice di essere grassa!-- vidi James dallo specchietto ridere sotto i baffi.

--Ma per favore!-- disse Theresa --Guarda che sei una bella ragazza.

--Come no.-- dissi io continuando a guardare fuori dal finestrino.

--E poi non deve essere rosa, lei odia il rosa. Tanto che una volta si è arrabbiata con il padre perchè le aveva fatto la stanza rosa, mentre lei l'aveva chiesta arancione...

--Solo perché non me l'avete fatta fare blu, aggiungerei.

--Siamo arrivati.-- disse Theresa --James parcheggia, così andiamo tutti insieme.

Perché doveva venire pure lui eh? La giornata è iniziata malissimo, non male! Entrammo nel grande atelier e una commessa ci fece strada verso il camerino dov'era il vestito di Theresa. Lei entrò dentro con la commessa, mentre noi tre restammo seduti fuori. Io mi trovavo al centro tra mia madre e James. I minuti di attesa furono pochi per fortuna, pure perché stare vicino a James mi imbarazzava.

--Theresa sei bellissima!-- disse mia madre non appena mia "zia" uscì.

--Grazie.

--Quel vestito è bellissimo e ti sta molto bene-- dissi io.

Indossava un vestito non tanto largo, ricoperto di pizzo e di color panna. Le stava benissimo, aveva uno scollo a cuore, solo che aveva anche due maniche corte di pizzo.

--Tu James?--chiese la madre.

--Sei bellissima mamma-- il ragazzo si alzò, e piangendo abbracciò la mamma. Sia io che Theresa restammo quasi scioccate dal gesto di James. Il ragazzo si asciugó le lacrime e si rimise a sedere di nuovo vicino a me.

--Okay, ora me lo levo e poi cerchiamo i vostri!--Disse entusiasta Theresa.

Tornò nel camerino e dopo cinque minuti tornò vestita. Andammo nella sezione dove avremmo trovato i vestiti di me e mia mamma.

--Jess, perché non vai di là, e inizi a vedere un vestito per te?-- disse Theresa, io annuii e lei continuò riferendosi a James--Perché non vai con lei? Penso che le piacerebbe un consiglio maschile no?

--Se vuoi okay.

Io e James ci avvicinammo ai vestiti. La mia attenzione venne presa da due o tre vestiti fantastici. Li presi e li portai in un camerino. Provai il primo, ma nel mio camerino non c'era lo specchio, così uscii fuori. Il vestito era lungo fino alle caviglie, scendeva diritto ed era di un verde chiaro.

--Non ti sta molto bene.--Disse James. Mi ero quasi dimenticata che lui fosse qui.

--Perché?

--Beh, i vestiti lunghi non ti stanno tanto bene, tu sei alta, e questi quindi ti arrivano alle caviglie. Poi fai tu.

--Beh, forse ai ragione. E poi il verde neanche mi piace.

Tornai in camerino e provai il secondo vestito. Era corto, ma abbastanza stretto. Era di un giallo evidenziatore, non era male, ma non penso sia il mio tipo. Scelsi comunque di uscire e raggiungere James, forse un consiglio mi serviva.

--Però, non so proprio se mi hai accecato tu oppure le luci di questo negozio.--Disse lui coprendosi occhi.

--Mi sa che è troppo vistoso, quindi per niente il mio tipo.

--Io non capisco perché ti imbarazzi quando ti guardano.

--E io non capisco perché ieri mi hai detto di dimenticare tutto, quindi stiamo pari no.

--Non capiresti!

Andai nel camerino e provai il terzo vestito. Era corto, e blu notte, in vita aveva un piccolo cinturino con un fiocchetto bianco e poi sotto la gonna larga usciva un'aggiunta bianca. Aveva le maniche corte e al collo c'era un colletto bianco. Uscii dal camerino e James aveva spalancato la bocca.

--Che c'è? Faccio tanto schifo.

--È bellissimo.

--Lo so che il vestito è bello.

--Ma tu lo sei ancora di più.

Detto questo si alzò, e venne verso di me.

Sei uno stronzo, ma ti amo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora