Capitolo 18

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Uscimmo dalla stanza di Emma.

-Che fai resti qui?- gli chiesi.

-Penso di si, ho chiamato il padre, appena arriverà tornerò al matrimonio, tu vai con tuo fratello e mantieni Jason.-

-Si, non ti preoccupare.- Lo baciai e andai raggiunsi di fretta mio fratello alla macchina. Intanto era venuto anche mio cugino che ci aveva portato la macchina, visto che eravamo venuti con quella di James.

Arrivammo alla festa e notai subito Jason seduto su una sedia in lacrime. Lo raggiunsi.

-Jason, tutto bene, piccolo?-

-Dov'è Emma?-

-Si è sentita poco bene, ma ora sta bene, ma è dovuta restare all'ospedale, perchè devono fare dei controlli al suo bambino, però mi ha detto di stare vicino a te e di riempirti di baci e coccole.- dissi abbracciandolo e dandogli un bacio sulla guancia.

-Ma lei non me ne da mai tanti.-

-Allora rimedio io- iniziai ad abbracciarlo e poi gli feci il solletico.

-Jess, James?- chiese Theresa tutta preoccupata avvicinandosi al tavolo.

-E' dovuto restare all'ospedale, ma ha detto che appena arrivava il padre di Emma arrivava.-

-Okay, speriamo non faccia tanto tardi.-

La sera arrivò presto, e mentre gli sposi tagliavano la torta e il cielo era ricoperto dai fuochi d'artificio io ero seduta su una poltroncina con Jason che dormiva sulle mie gambe.

-Jess, prendi un pezzo di dolce.- disse mia mamma sedendosi alla poltrona vicino alla mia e porgendomi il dolce con dentro cioccolata e crema.

-Grazie.-

-Comunque mi pare di aver visto James, ma aveva un occhio gonfio.-

-Cosa?-

-Si, due minuti fa, ma non so che fine abbia fatto. Ah eccolo! Sta venendo verso di qua.-

-Ciao, Jess, mi passi Jason, me lo devo portare a casa mia.- aveva un occhio nero e gonfio e un taglio su una guancia.

-Che cosa hai fatto all'occhio?-

-Te lo dico un'altra volta, ora me ne voglio solo andare okay?- disse in modo acido, prese il bambino in braccio e se ne andò.

-Tesoro tutto bene?- chiese mia mamma.

-Si, non ti preoccupare-

-Allora perchè piangi piccola?-

Stavo piangendo? Avevo le guance bagnate e neanche me ne ero accorta!

-Sono stanca-

-Te ne vuoi andare?- Io annuii e dopo mezz'ora eravamo verso casa.

Arrivai a casa, lasciai le scarpe all'ingresso e corsi in camera mia, sprofondai con la testa nel cuscino e iniziai a piangere, e dopo poco tempo mi addormentai così, con il trucco sbavato, gli occhi gonfi e ancora con il vestito addosso.

La notte non dormii molto, di solito dormivo poco, quindi figuriamoci dopo una delusione amorosa! Ma mi alzai alle 9 con l'intenzione di andare a chiarire con James.

Mi feci una doccia e indossai un paio di pantaloncini con una t-shirt e corsi subito verso casa di James, dovevo avere spiegazioni per il suo comportamento della sera prima! 

Bussai alla porta e dopo un po' mi venne ad aprire James, con addosso solo i  pantaloncini e aveva anche lui una cera pessima. 

-Possiamo parlare?- 

-Di cosa?-

-Del tuo comportamento di ieri sera!-

-Non c'è niente da dire.- fece per chiudere la porta, ma io la riaprii ed entrai con violenza, mai mettersi contro una donna determinata!

-Niente da dire?! Sul serio?!-

-Ho capito che tra noi non può funzionare okay?-

-Mi staresti lasciando?- non devo piangere!!!

-Si, okay, ho capito che devo stare con la madre di mio figlio.-

-Non dire cazzate, anche tu la reputavi una puttana fino a ieri!-

-Se ci tengo a mio figlio devo stare con lei, come cazzo lo vuoi capire!- disse urlando la seconda parte.

-Mi pieghi perchè ora dici così? - Pensai un attimo e poi continuai -Cos'è successo con il padre di Emma?-

Lui si mise a sedere sul divano e io mi sedetti vicino a lui.

-Mi ha detto che se non ti lasciavo avrebbe maltrattato ancora di più la figlia e avrebbe quindi ucciso mio figlio.-

-E tu quindi ha provato a farlo male vero?-

-Si, ma è difficile ammetterlo, ma è molto più forte di me.-

-Quindi questo è un'addio.- Lui non mi guardò, mise le mani a coppa sulla faccia e io allora capii che era un sì allora uscii di casa piangendo. Iniziai a correre senza una meta, quando ad un certo punto sbattei contro una persona e caddi a terra. Vidi una mano tesa verso di me, che mi stava aiutando per alzarmi e una volta alzata vidi contro chi ero andata a finire. Era un ragazzo che dalla faccia sembrava avere tre o quattro anni in più di me.

-Scusa ero distratto- disse lui.

-Non si scusi, ero distratta io, non guardavo neanche dove andavo.- lui rise mostrando un sorriso al dir poco perfetto.

-Dammi del tu, ti prego mi fai sembrare vecchio così, ho solo ventitré anni. Comunque io sono Michael-

-Jessamine, ma chiamami Jess.- dissi stringendogli la mano.

-Bene, Jess, mica ti sei fatta male?-

-Non ti preoccupare, non mi sono fatta niente.-

-Non mi perdonerei mai di aver fatto del male ad una ragazza bella quanto te- arrossii improvvisamente -Ma per farmi perdonare posso offrirti un caffè o un thè, come preferisci.-

-Un cappuccino andrà bene- accettai soprattutto perchè non avevo soldi e pure perchè ero uscita di casa senza mangiare o bere niente.

Con Michael chiacchierammo abbastanza per circa due ore, da quel giorno in poi non lo vidi più, e per mia sfortuna non ci eravamo neanche scambiati i numeri di telefono.


Spazio autrice

Finché ho ispirazione voglio scrivere più capitolo possibile! Per quanto  adoro la coppia di James e Jess, per ora resteranno un po' separati, ma non vi preoccupate!

Per maggiori news continuate a seguire la storia.

-Mir

Sei uno stronzo, ma ti amo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora