Capitolo 18

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L'aereo di Luca atterra fra due ore, non so come comportarmi con lui, non so se dirgli tutto o semplicemente, fare finta di niente.

Ma che dico, non posso fare finta di niente.

Okay, glielo dirò dopo la festa, spero di trovare le parole giuste.

Non voglio che lui soffra per me, però ho paura che se gli dicessi la verità, poi lui mi lascia, ne sono sicura, non si può perdonare un tradimento, io non lo farei mai e poi mai.

Nonostante tutti i casini di questi giorni sono riuscita ad organizzare al meglio la festa a sorpresa per Stella, è tutto pronto, ci sono i festoni, i palloncini, è tutto perfetto, sarà una splendida festa, me lo sento.

Devo solo andare a ritirare il regalo per Stella, sono sicura il mio regalo le piacerà, le ho preso l'attrezzatura completa per andare a cavallo, pantaloni bianchi, una giacca avvitata di colore verde, e un berretto di velluto dello stesso colore della giacca.

Esco di casa e torno a Roma, vorrei passare da Nicholas, ma non ho il coraggio.

Ho ritirato il regalo, comprato alcune cose per la festa che avevo dimenticato, e sono passata in libreria, ho preso un libro per me ovviamente!

Ho fatto rifornimento di sigarette e sono tornata a casa.

Lascio le cose che ho preso in camera, poi chiamo mio fratello.

«Allora, tutto okay per questa sera?» mi chiede.

«Sì, ho preparato tutto, devi solo portare Stella qui e cercare di non farle capire nulla, a proposito, che le hai detto?»

«Le ho detto che ho preparato una cena romantica per me e per lei a San Cesareo, e lei ci ha creduto!»

«Bene, allora ci vediamo dopo, mi raccomando, fammi uno squillo sul cellulare prima che arrivi così possiamo nasconderci tutti.»

«Okay grazie sorellina, ci vediamo stasera, un bacio.»

Lascio il telefono sul tavolo della cucina e vado in bagno.

Quando torno in cucina vedo che la casella dei messaggi lampeggia, mi affretto a leggere il messaggio.

Nuovo messaggio ricevuto:

Inviato da Nicholas alle ore 13:23

Ciao Giulia volevo solo dirti che sto venendo da te a riprendermi le mie cose. Sono già sull'autostrada. Ciao.

Oddio, sta venendo qui, non capisco, aveva chiesto ad Pamela di portargli la sua roba quando sarebbe tornata a Roma.

Vado in bagno per vedere come sto, guardo il mio volto riflesso allo specchio, e quello che vedo non mi piace affatto, sono pallida, ho le occhiaie, si vede lontano un miglio che sono notti che non dormo tranquilla.

Mi do una sistemata, metto il copri occhiaie e del fard.

Do un'altra occhiata, bene, ora si vedono meno.

Vado in salotto e lo aspetto.

Sento una macchina parcheggiarsi nel viale, è lui, sono troppo tesa, devo darmi una calmata.

Faccio dei respiri profondi.

Suonano alla porta, aspetto un po' ad aprire, mi sento avvampare il viso, speriamo che non ho messo troppo fard, non voglio sembrare un pagliaccio.

Oddio come è bello.

«Ciao», dico imbarazzata.

Sono troppo agitata.

«Scusa il disturbo, prendo le mie cose e vado via», dice brusco.

«Non mi disturbi affatto, fai pure», rispondo cortese.

Quel maledetto CupidoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora