Capitolo 16

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Resto sola in camera tutto il pomeriggio, non ho neanche la voglia e la forza di mangiare. Sento le loro voci provenire dal piano di sotto, stanno parlando come se nulla fosse accaduto. Meglio così, non ho più voglia di parlare di questa storia.

Accendo la radio che è appoggiata sul mio comodino, e metto su un cd di Sergio Cammariere.

Bussano di nuovo alla porta.

«Sono Pamela, posso entrare?»

Mi alzo dal letto e le apro.

«Tutto okay?» mi chiede, con un tono tenero.

«Ho avuto giorni migliori», ironizzo, accennando un timido sorriso.

Ci sediamo fuori, sul terrazzo.

«Mi ha chiamato Luca, prima quando ero fuori. Dice che gli manco. Mi sento un verme, ho fatto finta di niente con lui, non potevo certo dirgli quello che sta accadendo qui.»

«Hai fatto bene, vedrai che le cose si sistemeranno.»

«Lo spero», dico fissando il vuoto.

«Sai, mentre eri fuori, Sara e Nicholas si sono chiariti. Hanno parlato a lungo, lui le ha spiegato come stavano le cose, lei sembra aver capito, poi lei gli ha detto: tranquillo, in fondo io non sono mica innamorata di te ...» fa una pausa, riflette.

«Allora perché cavolo ha fatto tutta quella scena, mi domando, il pianto isterico, le urla», dice infine.

«Beh, effettivamente hai ragione, ha un po' esagerato.»

«Prima l'ha chiamata quel poliziotto, come cavolo si chiama non ricordo», dice a bassa voce.

«Davvero?» ho trillato.

«Sì, lei davanti a Nicholas parlava con questo tizio, tranquilla, lei gli ha dato un appuntamento, questa sera andranno a cena fuori uno di questi giorni.»

«Mah», dico perplessa.

Scendiamo a preparare la cena, ma troviamo Nicholas ai fornelli e Sara in salotto a leggere una rivista.

Pamela prepara la tavola, ed io aiuto Nicholas in cucina.

I nostri sguardi si incontrano svariate volte, ma nessuno dei due ha il coraggio di dire una parola.

In cucina echeggia solo il rumore di pentole e piatti.

«Dove sei stata questa mattina?» dice all'improvviso Nicholas.

«Ehm, avevo bisogno di fare un giro», rispondo imbarazzata.

Si avvicina a me ed io mi sento arrossire.

«È cambiato qualcosa tra di noi?»

«Un po' si», rispondo con tutta sincerità.

«Cosa?» insiste.

«Dai, non possiamo fare finta di niente. Prima mi dici che mi ami, poi io che ti abbraccio ...» non ce la faccio a finire di dire ciò che penso, mi guarda, vorrei baciarlo, lo ammetto solo a me stessa, ma non posso farlo, Luca non lo merita.

«Tutto okay?» mi fissa.

«Sì, ne parliamo un'altra volta Nicholas, ora sono troppo confusa, ho paura di dire cose che non penso davvero o che non vorrei dire.»

«Vorrei solo chiederti una cosa se posso ...»

«Dimmi.»

«Cosa provi per me?»

«Non posso. Scusa», corro in camera e chiudo la porta a chiave.

Dopo qualche minuto, bussano alla porta. Apro ma questa volta non è Pamela. È Nicholas.

Quel maledetto CupidoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora