Capitolo 5

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Sono le otto e mezza e il telefono comincia a squillare. Mi prende quasi un colpo, sarà lui?

Guardo il display: accidenti è Sara!

«Ciao Sara.»

«Ohi ciao, ti ha cercata Luca?» domanda incuriosita.

«Macché! Secondo me è un brutto segno. Non gli piaccio, altrimenti mi avrebbe chiamata», sospiro.

«Ma che dici! Magari sta facendo il macho e aspetta un po'. Lo sai come sono i ragazzi!» mi rassicura.

«Forse hai ragione, perché non vieni da me? Volevo stare a casa, sono stanca morta.»

«Vengo tra poco, il tempo di vestirmi e sono da te. La cucciola sta bene?» mi chiede.

«Sta dormendo come un ghiro! Allora a tra poco!»

Attacco e comincio a dare una sistemata alla mia stanza: ci sono riviste di Vogue sparse ovunque.

Spalanco le finestre e continuo a sistemare. Almeno la scrivania è piena di libri messi in fila: a volte sono molto maniacale sull'ordine.

Cerco un posto comodo per la cuccia della mia adorabile cagnolina che nel frattempo dorme bella e beata sul pouf rosa accanto al mio letto, mi avvicino a lei e le do un bacio sulla testolina. Maya apre gli occhi per un istante e poi torna a dormire.

Ora è tutto in ordine, mi appoggio sul letto con le gambe incrociate, accendo una sigaretta e comincio a sfogliare una rivista, quando a un tratto ricomincia a squillare il telefono.

«Pronto», rispondo subito senza guardare chi sia.

«Ciao Giulia, sono Luca, ti ricordi di me?» mi chiede.

Salto giù dal letto e per poco non inciampo nel tappeto!

Mi avvicino alla finestra, prendo fiato e rispondo.

«Certo che mi ricordo di te ... ci siamo visti oggi!»

«Ti disturbo?»

«No, non mi disturbi affatto. Che fai?» dico impacciata non sapendo cosa chiedergli.

«A parte il fatto che ti sto chiamando? Sto per uscire con i miei amici.»

«Dove andate di bello?»

«Ancora non si sa. Ti andrebbe di andare a bere qualcosa insieme domani?»

«Certamente!» quasi non ci credo che mi sta chiedendo di uscire.

«Allora ti aspetto a piazza dei Mirti se per te va bene. A che ora ci vediamo?»

«Alle ventuno e trenta, va bene per te?»

«Okay allora ci vediamo domani sera, a piazza dei Mirti ... buona serata», dice Luca e riattacca.

Sara si affaccia alla porta della mia stanza, zitta, zitta, quatta, quatta!

«Ah Giulietta ... e Romeo dove l'hai lasciato?» grida.

Salto dalla paura.

«Tu sei tutta matta, mi fai morire d'infarto così!»

Mi getto addosso a lei e dico saltellando come una pazza: «Indovina chi mi ha appena chiamata?»

«Luca, e domani uscite!» dice divertita.

«E tu che ne sai?» le chiedo confusa.

«Sono cinque minuti che sto davanti alla tua porta a guardarti mentre ti toccavi i capelli e ti pavoneggiavi!»

«Brava! Ora ti metti anche a origliare ... adesso ti gonfio di botte!» mi scaglio un'altra volta addosso a lei e cominciamo a far finta di picchiarci divertite.

Maya apre gli occhi e si avvicina a noi scodinzolando, mettendo fine al gioco.

«Sai ...», fa una pausa per accendere una sigaretta e continua a parlare assumendo un'aria seria: «Sono contenta per te, sono sicura che Luca è un bravo ragazzo, e spero con tutto il cuore che domani vada tutto bene!»

«Lo spero anche io, finora ho incontrato solo stronzi», sospiro.

«Pamela l'hai sentita?» mi chiede cambiando discorso.

«No. Ultimamente sta sempre con Andrea. La cosa che mi infastidisce di più è che quando noi abbiamo una relazione con qualcuno, se non la chiami per un giorno, lei fa un casino!» dico facendo una smorfia.

«Già! Una volta si è arrabbiata perché mi ero dimenticata che ci dovevamo vedere! Invece ero uscita con Danilo.»

«Perché non la chiamiamo e sentiamo che ci dice?» propongo.

Componiamo il numero, mettiamo il vivavoce e aspettiamo che risponda. Al quinto squillo Pamela risponde!

«Ciao Pamy, dove sei?» domando.

«Sto andando a un ristorante al centro con Andrea. Perché?»

«Così. Non ti fai sentire. Allora come dice quel famoso detto, se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto!» ironizzo.

«Beh, può capitare che non possiamo sentirci, non stiamo mica a lavoro, dove devi timbrare il cartellino obbligatoriamente! Non farne una tragedia!» dice Pamela con un certo sarcasmo.

«Allora perché quando lo facciamo noi, diventa una tragedia?» interviene Sara arrabbiata.

«Ah, state insieme!» risponde lei seccata.

«Io non ti capisco proprio!» sbotto.

«Ma secondo te è normale quello che fai? Giulia ti ha solo chiesto che cosa stavi facendo e perché non ti sei fatta sentire e l'unica cosa che sai fare è prenderci in giro?» grida Sara, prendendo le mie difese.

«Va beh, ti salutiamo, altrimenti va a finire molto male! Ciao.»

Abbasso la cornetta senza darle il tempo di replicare.

Ci guardiamo per un istante e scrolliamo le spalle entrambe.

Pamela sta cambiando e delle vere amiche lo riconoscono, un cambiamento. Quello che non capisco è il motivo, siamo sempre state delle buone amiche.

«Dai Giulietta, che facciamo? Lasciamo stare tutta questa storia, poi lo capirà da sola quello che sta facendo. Giochiamo a Scarabeo che è meglio!» dice cercando di stemperare i nostri cattivi umori.

Il mio pensiero, però, va sempre alla lite con Pamela. Ci conosciamo da quando avevamo undici anni, siamo andate a scuola insieme, siamo come sorelle, anche se litighiamo spesso, ma capita che a volte ci allontaniamo, e quando ha questi atteggiamenti strafottenti non la sopporto.



Quel maledetto CupidoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora