"Raccontami un po' di te..."

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Harry era agitato, Louis sembrava abbastanza tranquillo.

Erano seduti ad un tavolino da due persone all'interno della caffetteria, non era molto grande, era un locale accogliente e c'erano molte coppie che si scambiavano tenerezze mentre bevevano della cioccolata calda o del caffè.

Loro avevano ordinato due cioccolate doppie con panna e dei biscotti.

Fu Louis a cominciare a parlare: "allora Harry, raccontami un po' di te..."

"S-si, okay. In realtà non c'è molto da dire su di me" Harry cominciava a sentirsi decisamente meglio "amo la fotografia, per me è pura arte. Ho una sorella più grande, Gemma, con la quale vado decisamente d'accordo, forse anche troppo. Dimmi qualcosa su di te, invece, Lou".

Lo aveva chiamato Lou, come cavolo gli era passato per la mente? E a pensare ciò Harry divenne paonazzo dalla vergogna, Louis se ne accorse e sorrise pensando che Harry fosse davvero tanto tenero quando arrossiva; e no, non doveva pensarlo.

"Mi piacciono i tatuaggi, tanto. Sono l'unico figlio maschio a parte uno dei due gemelli appena nati e in totale ho sei fratelli" e Harry spalancò gli occhi, sbalordito "tanti vero?" continuò Louis.

"Beh, abbastanza direi" rispose il riccio ed entrambi scoppiarono a ridere.

Le loro risate si placarono non appena arrivò il cameriere con un vassoio pieno di cose: "Ecco a voi, buona merenda"

"Grazie!" risposero in coro per poi guardarsi e sorridere.

Era ufficiale, Harry si sentiva proprio bene; si sentiva leggero, al suo posto, come se Louis fosse la sua casa. Anche Louis si sentiva bene, anche se un po' strano.

Mentre bevevano la cioccolata chiacchieravano per conoscersi meglio e si sorridevano spesso.

Dopo aver finito i biscotti e le due cioccolate, si alzarono per poi andare a pagare ed è inutile dire che, nonostante le lamentele del più piccolo, alla fine Louis riuscì a pagare per entrambi.

Una volta fuori dalla caffetteria, iniziarono a camminare in silenzio verso una meta sconosciuta; però tutto questo era piacevole per entrambi.

Ad un certo punto si trovarono davanti al cancello del parco, così Louis chiese "Ti va di fare una passeggiata all'interno?"

"Certo, nessun problema" rispose Harry sorridendo, con tanto di fossette; Louis allora sorrise di rimando.

Iniziarono a parlare della scuola e del corso di fotografia e poi di altre mille cose.

Nel frattempo si erano però messi a sedere su una delle tante panchine presenti nel parco.

Louis ad un certo punto, senza alcun preavviso, si avvicinò ad Harry, forse fin troppo.

Harry era infatti diventato rosso in viso, gli tremavano le gambe e nel suo stomaco c'era uno zoo in movimento.

Louis, invece, si faceva sempre più vicino al riccio, fino a quando non avvolse le braccia intorno al collo di Harry e, lentamente, lo baciò.

Quest'ultimo, inizialmente, non sapeva come reagire dato che non si aspettava tutto ciò e rimase infatti immobile. Però, dopo qualche secondo, ricambiò il bacio prendendo tra le mani il viso di Louis e sentendo mille sensazioni insieme; si sentiva davvero felice, leggero.

Louis si staccò dalle labbra del più piccolo, senza fiato.

Harry era stordito e non la smetteva di sorridere; Louis era felice, felice di aver fatto il primo passo, di averlo invitato al bar, di averlo baciato.

Ricominciarono poi a passeggiare e, di tanto in tanto, Louis sfiorava la mano di Harry oppure metteva le braccia intorno al suo braccio destro per tirarselo più vicino.

Erano le 19 quando Louis accompagnò il più piccolo a casa, lasciandogli un lieve bacio sulle labbra, prima di girare i tacchi e dirigersi, anche lui, verso casa.

Harry non poteva credere a tutto quello che era appena successo.

Louis non si pentiva di nulla ed era, stranamente, felice.



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