CAPITOLO 21 (di francycom)
-Ben tese le braccia Cristina!- esordisce Omega.È incredibilmente bravo con qualsiasi arma. Ora tiene una mazza sopra di lui che pesa almeno cinquanta chili, io tengo a fatica sollevato un martello da due chili. Tendo le braccia, ma il peso mi porta a piegarle di nuovo.
-Cristina, così non va bene- sospira Jules.
-È facile dirlo quando hai alle spalle milioni di anni di esperienza e una natura, se così si può chiamare, magica- gli rispondo acida.
-Tu hai chiesto di essere addestrata, e questo è ciò che noi stiamo facendo- sospira nuovamente.
Sono pronta a ribattere quando interviene Omega.
-Ora basta, Cristina va' a riposarti-
Porto le braccia lungo i fianchi e mollo il martello a terra. Nello stesso istante la terra comincia a tremare e a spaccarsi. Tutto dura pochi secondi, il tempo che Maghisa ha impiegato a raggiungerci.
-Jules, sta cominciando il processo!-
-L'ho notato Itrahel, non andare nel panico-
Ancora mi devo abituare a chiamarla col suo vero nome. In realtà non so se mi abituerò mai. Raggiungo le tende che abbiamo montato nella pianura circostante al tempio e mi ci siedo di fronte. Quel tempio sarà pur fonte di protezione, ma sembra essere stato costruito con materiali di recupero. Alla vista appare come un'insieme di assi e pietre, corde e rami.
-Ti ho già detto di non chiamarmi Jules. Non è il mio nome! Inoltre dovresti smettere di mentirle, non so quanta pazienza possa ancora avere in corpo e se ti potrà perdonare un'altra bugia- sussurra Jules. Come se non potessi sentirlo, sono a soli tre metri di distanza da loro e il mio udito si è affinato. Tra loro due le liti sono sempre più frequenti e io ho scoperto che Maghisa, o Itrahel, ha un altro segreto, devo solo capire quale. Da un lato Jules mi piace: istiga a dire la verità, è sempre sincero ed intelligente, però dall'altro lato è ostile: crede che le persone non diano mai il massimo di sé, che non siano mai abbastanza spronate a portare a termine il proprio obbiettivo. Io non so neanche quale sia il mio obbiettivo, come potrei dare il massimo per un qualcosa che neanche conosco? Omega, sempre che questo sia il suo vero nome, mi è indifferente. Non parla mai, sta sempre per conto suo, ma è comunque è un bravo maestro.
-Spero solo che non superi il confine o siamo finiti, e tu questo lo sai Itrahel. Fa' in modo che non accada- continua Jules.
Cosa c'è al di là del confine che non posso superare? Altri segreti? Sarebbe il minimo. Perché non dare un'occhiata? Prendo un foglio da dentro la tenda e anche un po' di inchiostro, poi raccolgo un rametto secco e scrivo il messaggio che voglio lasciare ai due litiganti:''Sono con Omega a procurare la cena, torno presto''.
Non so dove sia andato Omega, ma non è nei paraggi quindi crederanno veramente che sia con lui. Lascio il biglietto sopra al mio sacco, prendo il fodero con la spada e lo fisso alla cintura, mi dirigo verso il bosco e nel mentre afferro una mela. Quale elemento segna il confine? Il confine di cosa?, questa è la vera domanda. Improvvisamente mi trovo catapultata in un'altra realtà: dove prima c'era una pianura infinita ora c'è una landa desolata alternata a zone ristrette di bosco fitto. Mi giro su me stessa e dove prima il tempio di Feomor era un ammasso di relitti ora vi è un tempio dell'aspetto cristallino che rispecchia la luce. La cupola più alta, posta al centro, potrebbe raggiungere facilmente i venti metri di altezza, e le torri poste intorno si innalzano verso il cielo maestose. A destra un portico dalle arcate ampie, sostiene il peso del giardino che c'è sul suo tetto. A sinistra invece un corridoio in vetro costituisce l'entrata a quel famoso tempio. Faccio qualche passo avanti e quella meraviglia torna ad essere un ammasso di macerie.
'Luce, mi sento strana. Ho paura di essere sotto l'effetto di un incantesimo di Metit. Sai come poter verificare se è vero? E come liberarmene?' le chiedo.
'Vieni da me e Jules, controlleremo noi.'
'Luce no voglio che scopra dove siamo. Dimmi come fare e poi vi raggiungo.'
'Prendi un qualsiasi oggetto appuntito magico e procurati un piccolo foro sull'indice, se il sangue inizialmente avrà una goccia di verde allora sei sotto incantesimo. A quel punto devi pronunciare un incantesimo, ma non lo ricordo. Dovrebbe essere scritto in uno dei tanti libri di Itrahel.'
Torno alla mia tenda e mi guardo in giro, il mio biglietto non c'è più e non si vede in giro nessuno. Corro fino alla tenda di Maghisa e cerco ovunque un libro che dica come liberarsi degli incantesimi. Poi l'aria tremola. Allungo al mano e la chiudo: invece che afferrare il nulla la mia mano si appoggia su una superficie solida. La afferro e tre le mani mi compare un libro rilegato rosso dai dettagli color bronzo. Sul dorso è ricamato il titolo Faber Lea. Che sia questo il libro di cui parlava Luce? Non perdo tempo per scoprirlo, esco dalla tenda e corro nuovamente verso ''il confine'', oltrepassandolo. Mi siedo e apro il libro, iniziando a sfogliarne le pagine alla ricerca dell'incantesimo. Per fortuna Maghisa si è abituata ascrivere nella lingua di questo tempo piuttosto che nella sua lingua natale, è tutto comprensibile.
-Jules non c'è!-sento urlare Maghisa.
Ho poco tempo, devo muovermi a trovare quell'incantesimo prima che mi scoprano e, per una volta, la fortuna è dalla mia parte: giro pagina e trovo quello che stavo cercando.
-Illustre comion- sussurro.
Poso il libro e provo a camminare avanti e indietro, il tempio rimane uguale. Riprendo il libro in mano e corro verso il tempio attraverso il boschi, sperando di non essere vista da Jules, Maghisa e Omega. Giungo alle porte del corridoi in vetro: devono essere in legno massiccio, probabilmente in mogano. Spingo le due ante e muovo i primi passi all'interno di quel tempio. Quelle che dall'esterno erano semplici vetrate trasparenti, all'interno grazie alla luce proiettavano vere e proprie storie; si potevano quasi vivere quel momento: sul pavimento danzavano draghi e stelle, guerrieri e popolani, tutti ad acclamare due draghi, uno nero e uno bianco. Proseguo, camminando per qualche altro metro, giungendo ad un arco dallo stile gotico, l'ingresso della cupola. La cupola sembra ancora più immensa vista dall'interno. Al centro una scala a chiocciola porta ad un soppalco, anch'esso circolare, che sovrasta gli immensi scaffali pieni di libri e polvere. Al piano superiore invece, sul soppalco, le librerie sono piene di cimeli e armi, sfere fluorescenti e oggetti di qualsiasi tipo. La luce proiettata dall'alto rendeva brillanti tutti quelli oggetti, facendoli sembrare quasi nuovi. Scendo di nuovo al piano inferiore e imbocco la seconda porta. Percorro il corridoi delimitato dalle arcate e salgo la scala, giungendo al giardino sospeso. Appena muovo un passo sopra all'erba mi sento come rinata. La sensazione però passa subito. Mi coglie all'improvviso il sonno. Non realizzo più nulla, non sono più padrona di me stessa: semplicemente mi lascio trasportare dal profumo di quei fiori e mi distendo, chiudendo gli occhi.
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Io, il mio drago e il mio potere
FantasyNello stato di Kiree tutti i sedicenni devono passare un esame che gli dirà qual'é il loro drago. Durante l'esame di Cristina però accade qualcosa di imprevisto. Non vi anticipo nient'altro, leggetelo :) PS: questo non é una storia comune, è scritt...