Ritorni inaspettati

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CAPITOLO 16 ( di Anna_2901 )
Erano passati diversi giorni da quando avevo conosciuto Luce, diversi giorni da quando avevo conosciuto Nick, diversi giorni da quando sapevo usare la spada.
Non mi piace combattere, ci tengo a sottolineare questo. Alzerei la mia lama solo e soltanto di fronte ad un drago malvaglio o a Nick. Quel ragazzo è la mia rovina più grande. Anche la persona più gentile del mondo perderebbe le staffe stando con lui.
In questi giorni ho capito che è Nick quello destinato all'oscurità e non io. Insomma, si vedeva benissimo nei suoi movimenti, nel suo comportamento, trapelava anche dalla voce.
Quella mattina era un'altra mattina come tutte le altre. Il sole sorgeva illuminando la mia stanza alle cinque del mattino e io mi alzai per andare a fare una passeggiata, almeno questo era quello che dicevo. Andavo a parlare con Luce.
Quella mattina avevo un'importante domanda da porle, ci avevo riflettuto a lungo per tutta la notte e oramai fremevo dalla curiosità.
Salii il sentiero fatto di ciottoli fino a raggiungere la cima di una collinetta da cui potevo vedere il drago bianco appollaiato su se stesso a guardare l'alba che illuminava le sue scaglie d'oro facendole brillare.

Buongiorno

Buongiorno

È una bella mattina non è vero?

S-si...

Non ero ancora abituata ai discorsi mentali con il mio drago, soprattutto quando "parlavamo" di cose così normali e superficiali.

Devo farti una domanda

Chiedi pure

Dov'è la mia armatura? E perché quando avevo ferito Nick alla gamba mi era preso un terribile dolore al polpaccio? Chi era quell'armatura?

Avevi chiesto solo una domanda e quindi mi è consentito risponderti ad una sola di queste domande.
L'armatura era solo una copertura, un rivestimento per così dire, di qualcosa di molto più grande, potente e minaccioso di cui tu ne hai sentito solo la voce. Questo essere può trasformarsi in tutto ciò che vuole e l'unico consiglio che posso darti è quello di stare molto attenta alle persone che ti stanno vicino, potrebbero sorprenderti.
Ora però devi andare e faresti bene a non pormi più domande simili.

Senza nemmeno rendermene conto ruotai su me stessa e tornai indietro.
Il mio corpo era bloccato. La testa era diventata pesante come un macigno per via del contatto mentale troppo lungo. Le tempie bruciavano come carboni ardenti e il mio unico desiderio era massaggiarle ma le mie braccia erano come due pezzi di marmo che non rispondevano ai miei comandi.
" l'unico consiglio che posso darti è quello di stare molto attenta alle persone che ti stanno vicino, potrebbero sorprenderti"
In quel momento maledissi me stessa per aver dato fiducia a qualcuno, maledissi me stessa per aver dato fiducia a Nick.
Solo dopo aver percorso qualche metro con le gambe rigide barcollai e incampai nei miei stessi piedi.
Pensai alla mia stupidità, pensai al terreno che si sbatteva violentemente sul mio viso, pensai ai graffi che mi sarei procurata ma non pensai a due braccia che mi afferrarono saldamente la vita per poi riportarmi in piedi di fronte a Horeith.
************
Non avevo mai dato molta importanza al mio aspetto, insomma non ero una di quelle ragazze che passano ore allo specchio. Ma in quel momento avrei voluto tanto averne uno con me.
I capelli castani erano disordinati e bruciacchiati, non erano cresciuti molto, ma era comunque piacevole avere delle ciocche che sfioravano il mento. Forse era solo una mia impressione, ma vedevo delle ciocche bionde trai miei capelli, così come vedevo delle ciocche nere tra quelli di Nick. I marchi erano spariti completamente, l'unico rimasto era quello sulla clavicola che però era diventato bianco. Indossavo un vestito leggero, che sebrava più che altro una vestaglia, bianco con strisce verdi e oro con sopra un giaccone pesante.
Ero completamente diversa dalla ragazza che Horeith aveva conosciuto. Completamente.
-Sai, ho faticato a trovarti- mi disse quasi divertito mentre lo stringevo in un abbraccio.
Lo lasciai andare quando mi accorsi di averlo abbracciato e mi ritrovai a fissarlo. Lui non era cambiato per niente. Stessi capelli neri, stessi occhi terribilmente decisi, stesso viso mostruosamente dolce.
-Io cercavo una ragazza arrabbiata con il mondo dai capelli corvini, è stato difficile trovarti- sussurrò lui mandando a monte i miei pensieri.
Ero cambiata, mi avevano cambiata. O forse ero sempre stata così, forse mi avevano cambiato dopo la faccenda dell'uovo.
Scendemmo insieme il sentiero senza dire una parola. Il rossore mi saliva alle guance ogni volta che sfioravo la sua mano e mi ripetevo "che ti prende!?"
Sentii un rumore. Un fischio acuto. Poi qualcosa che si rompeva.
Corsi giù dalla collinetta e andai a sbirciare nella pianura sottoatante.
Un enorme drago nero con lingue di fuoco che scaturivano dalla bocca aveva distrutto quella che per qualche giorno era stata la mia casa. Ai suoi piedi un uomo in armatura nera stava avanzando verso di me guardando con occhi rossi assetati di sangue.
Indietreggia spaventata andando a sbattere contro Horeith che mi mise le mani sulle spalle.
L'uomo fece apparire una gigantesca sfera di luce nera nella sua mano destra e la sua bocca si aprì in un ghigno.
Non sapevo cosa fare. Ero completamente disarmata. Luce...
Mi concentrai con tutta me stessa per chiamare Luce.

Luce. Luce ti prego ho bisogno di te

Non successe niente. E il drago nero con il suo padrone si avvicinavano sempre di più fino a che potei vederlo in faccia.
Sussultai e strinsi una mano di Horeith sulla mia spalla.
Quell'uomo era Nick.
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SPAZIO AUTRICE:
Il prossimo capitolo sarà scritto da Omega36 e Delta187
~Anna

Io, il mio drago e il mio potereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora