Il monastero degli dei dimenticati

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CAPITOLO 9 ( di LindaComandini )
Ero perplessa, terribilmente perplessa, non avevo capito una parola di ciò che mi aveva detto il padre di Horeith. Come faceva a sapere che stavo cercando il drago nero? perché aveva tirato fuori quella storia dei figli? e poi come mi aveva chiamata? Cuore d'ombra? Quando ho sentito le sue parole: "allora Cristina, trovato il tuo drago nero?" Ho sperato che mi avrebbe portata risposte, non altre domande.
la mia testa ormai era così piena di domande che aveva iniziato a farmi male. Il cavallo correva per le strette strade di Firesh. Dovevo uscire da quella città, dovevo continuare a seguire il raggio, la scia, la mia unica speranza di trovare il mio drago. Allungai il braccio destro verso l'esterno portandomi dietro le redini, ma il cavallo non volle saperne di voltare a destra, diede uno strattone con la testa che mi fece riportare le mani sul suo collo.
-stupido animale- gli urlai conto nonostante sapessi che non poteva capire.
Tentai altre due volte di fargli cambiare direzione, ma non ne voleva sapere. Così mi lasciai guidare. Dopotutto fino ad ora ero sempre stata guidata. Se fosse stato per me non avrei mai assorbito i poteri dell'uovo nero, non sarei mai andata nel tempio del saggio, non avrei mai intrapreso quel viaggio alla ricerca del drago nero. Dell'unico drago nero in tutta Kiree. Qualcuno molto malvagio aveva deciso il mio destino, aveva legato fili alle mie braccia e gambe e mi muoveva come se fossi una marionetta, altrimenti come spiegare tante sfortune in una sola persona?
Ero così presa dai miei pensieri che non mi ero accorta che il cavallo si era fermato.
-signorina, ha bisogno di aiuto?- mi chiese una donna sul ciglio della strada. Era vestita di stracci, in braccio teneva un bambino piccolo e camminava scalza.
-sa dirmi dove sono?-
La donna mi guardó in modo strano prima di rispondere -a...a Firesh-
Grazie fin li ci arrivavo... -e, esattamente, dove?- domandai acida.
-questa è la strada degli dei dimenticati- disse mentre si avviava. E io feci lo stesso. Diedi un colpetto col tacco della scarpa alla pancia del cavallo e questo inizió a camminare, con un movimento lento e ondeggiante.
Ma cosa mi è preso? Quella donna si era offerta gentilmente di aiutarmi, e io l'ho trattata come un cane, e non l'ho nemmeno ringraziata. Mi voltai per cercare di rimediare al mio errore, ma ormai era tardi, la donna non era più sulla strada.
In quel momento realizzai dove mi trovavo. Ero sul sentiero che aveva nominato Nathaliel. Come un fulmine mi venne in mente ciò che mi aveva dato: un biglietto... Mi aveva lasciato un biglietto...
Tirai le redini del cavallo nero facendolo fermare nuovamente.
Aprii il saccheto di in pelle legato con una corda alla cintura dei miei pantaloni, presi il biglietto, lo aprì velocemente, curiosa i sapere ciò che c'era all'interno.
Lessi: "Il compromesso non è altro che il sacrificio di una cosa buona o giusta, fatta nella speranza di conservarne un altro. Tuttavia troppo spesso si finisce per perderle entrambe"
Leggendo quelle parole mi venne in mente ciò che mi aveva detto Nathaliel: "ho accettato compromessi che non avrei dovuto accettare"
Che cosa intendeva con quella frase?
Senza accorgermene quello stupido ronzino, che non era un ronzino, ma un cavallo di razza, aveva ripreso a camminare. Ma faceva quello che voleva? Nessuno gli aveva insegnato che era l'uomo che lo doveva guidare, non il contrario?
Ero ancora sul sentiero degli dei dimenticati, ma mi ero allontanata parecchio dal punto in cui avevo incontrato la donna. Ora sulla mia destra c'era una chiesa. Quella chiesa mi attirò particolarmente non saprei dire per cosa. Fatto sta che legai il cavallo stupido ed entrai. Le porte erano in legno, come praticamente tutto il resto.
C'era il parquet e delle panche di legno per far sedere le persone durante le funzioni, l'altare era in legno chiaro, quasi bianco ed era più elaborato di tutto il resto, era stato inciso da mano esperta. Ai lati c'erano dei confessionali, anche questi in legno. Nel suo insieme la chiesa sembrava piuttosto povera.
-benvenuta nel monastero degli dei dimenticati- mi accolse un monaco grasso e basso, della serie: faccio prima a saltarlo che girargli intorno, e con solo una corona di capelli in testa.
-grazie, ma non è la via che si chiama così?-
-è la nostra chiesa che da il nome alla via-
-e chi sarebbero gli dei dimenticati?- chisi anche se non mi interessava più di tanto.
-ora praticamente tutti a Kiree venerano i due draghi che si dice abbiano creato tutto, Obscuro e Luce, noi invece siamo uno dei pochi monasteri in tutta Kiree che venera gli dei venuti prima di questi falsi dei: Shon, il dio del fuoco, Tohmas il dio della terra, Wills, il dio dell'aria, Marina, la dea dell'acqua, Fede, la dea della vita e Sylas, il dio della morte. Fidati rinnega i tuoi dei pagani e inizia a venerare i nostri, quelli veri...-
-Don Pier, non puoi cercare di convertire ogni visitatore che entra da quelle porte, li farai scappare tutti- fu una donna a parlare, la cui voce veniva va dietro il monaco.
La donna mi si avvicinó -piacere, io sono Susan, la perpetua-
-piacere Cristina- dissi allungando la mano. Lei la prese e la strinse forte fra le sue.
-Cristina?- poi rivolgendosi a qualcuno che non vedevo disse -forse è la Cristina di cui mi parlavi figlio mio-
Un ragazzo uscì da dietro una porta. Quando lo vidi ebbi quasi un infarto. Che cosa ci faceva Horeith li?
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SPAZIO AUTRICE:
Eccomi qui con il nuovo capitolo, scusate se ho tardato un po, ma non sono stata molto bene in questi giorni.
Non so se avete visto, ma abbiamo aggiunto di nuovo Manutroiano e altre due nuove ragazze: anna_2901 e Hikary (non è iscritta su wattpad)
Il prossimo capitolo sarà scritto da Giulia_fangirl.
~Linda

Io, il mio drago e il mio potereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora