Il sogno

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CAPITOLO 6 ( di Giulia_fangirl )
Mi chiusero le porte del tempio alle spalle. Scrutai il cielo e niente mi sembrò più blu. Dove mai avrei trovato un drago nero? Come mai potrò utilizzare dei poteri che conosco solo in teoria e non in pratica? Eppure sentivo ruggire dentro di me, sentivo che questi poteri volevano essere reclamati. Volevano essere usati, fino alla fine, fino a quando l'energia non basterà più.

Sapevo cosa cercare ma non come cercarlo. Quindi decisi di iniziare da dove il legame con il mio futuro drago mi avrebbe guidato, il primo luogo che mi venne in mente fu una cascata. Dove trovare una fonte d'acqua in quel posto? Girai senza sapere dove. Chiusi gli occhi e presi un respiro. Riaprendoli qualcosa di strano, i colori erano più delicati, una sorta di scia spiccava nella natura incontaminata. Non mi sarei stupita se quella strada fosse stata sbagliata, del resto era pur sempre una strada da percorrere!

Camminai, tra i "non ti scordar di me" e il profumo di pinete che mi ricordavano tanto la mia infanzia. La scia che avevo incontrato fino ad allora si stava dileguando come per dirmi di fare una sosta. Non ero di certo una sprovveduta per ignorare i segni che il destino o chicchessia mi dava. Così conclusi che non sarei riuscita ad andare avanti neanche un giorno senza prendere sonno (erano certamente più di 30 ore che non chiudevo occhio). Così, forse per l'atmosfera, forse per la stanchezza mi adagiai sotto le stelle, su un cumulo di foglie legato dal nastro che usavo solitamente per legare i miei capelli bruni. La mia mente era così affollata da pensieri, ma onorata di essere li.

Feci un sogno assurdo: in una terra devastata, vi erano esseri di tutte le razze (umani, elfi, gnomi ed addirittura folletti) e delle mura attorno a ogni città in cui abitavano. Nelle vie cittadine non c'erano bambini allegri, ma risse tra interi clan, sempre con lotte sanguinolente. Tra una città e l'altra non vi era altro che una landa desolata, un terriccio bruciacchiato che emanava odore di zolfo. A capo di tutto questo vi era una sagoma seduta su un trono, con un'imponente corona che celava il rango di nascita da l'immagine con cui aveva illuso il mondo di essere, a cui tutti si inchinavano con rispetto. Un uomo si avvicinò al trono e spaventato disse al sovrano "Sono lieto nel dirle che siamo riusciti a trovare il suo nuovo drago, purtroppo dovrà recarsi da lui perché non abbiamo i mezzi per trasportare una tale creatura!", il proprietario del nuovo essere si alzò. Quella sagoma ero io! No, non potevo essere io ad aver creato tutto questo... Non potevo aver creato un impero di distruzione e di infelicità! Non mi sarei mai appropriata del drago di qualcun'altro. Io non sarei mai arrivata a tanto.
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SPAZIO AUTRICE:
Il prossimo capitolo sarà scritto da Francycom
~Giulia

Io, il mio drago e il mio potereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora