La sosta a casa di Horeith

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CAPITOLO 8 (di Francycom )
-E quindi se ho capito bene non hai una meta-

-Esatto-

-Perfetto allora puoi stare un po' da noi, mentre ragioni dove vagare-

- Non posso devo concludere quello che ho iniziato e non posso permettermi soste- rispondo. Da quanto sono così dura?

-E io invece dico che puoi. Mio padre finalmente muoverà i muscoli per qualcosa che non sia mangiare, bere e dormire-

Non mi permisi di contestare, infondo eravamo già alle porte di Firesh e Horeith mi aveva fatto un favore. Casa sua era a nord, uno dei quartieri freddi e bui di Firesh, la case erano accalcate le une sulle altre, ma di solito erano grandi perché dovevano ospitare nuclei familiari anche da dieci persone o più. Quando arrivammo la casa sembrava come tutte le altre, mentre l'interno non saprei definirlo non essendo mai stato in case del genere.

-Hai finalmente deciso di tornare giovanotto?- chiese un uomo basso e tozzo, pelato, gli occhi erano marroni e non aveva per nulla una faccia felice.

-Padre sono andato nel bosco a raccogliere l'erba medica per la tua gamba, non ricordi?-

-Oh si, ora si. Non mi presenti l'avventuriera?- chiese esaminandomi per bene

-Padre lei è Cristina, Cristina lui è mio padre, Nathaliel- posò la borsa e si diresse di nuovo verso la porta, ed io lo guardai perplesso- oh scusa, devo andare al monastero- mi disse e poi chiuse la porta.

-Bah che ci va a fare un ventenne in un monastero tutti i giorni? Non si sarà mica innamorato di una suora?- borbotta il padre, ed io trattengo a fatica una risata-Vai in cucina, prendi un pestello, un piatto e il sale, poi torna qui-

Che bello, ma cosa mi è venuto in mente quando ho accettato di venire in questa casa? Prendo tutto quello che mi ha detto e torno nel ''salotto'' con una misera poltrona. Mi dirigo verso di lui, e lem sue parole mi stupiscono.

-Allora Cristina, trovato il tuo drago nero?-

-Ma cosa?- chiedo stupita, come fa a saperlo?

-I nostri figli, causa e conseguenza. Loro sono il nostro sangue, la nostra speranza, il nostro dolore, la nostra fatica del lavoro per loro, la nostra disperazione, la nostra sofferenza e a volte la nostra morte. Sono la colpa e la redenzione. La ragione ultima di tutto, perché loro sono la personificazione stessa della speranza. I nostri figli. La nostra unica redenzione- disse abbassando lo sguardo.

-Cosa vuole dire?- sono perplessa, e non poco.

-Ho fatto cose che non avrei dovuto fare da giovane. Cose sbagliate, ho accettato compromessi che non avrei dovuto accettare. Ma ormai il passato è andato. Vai, cuore d'ombra, e trova il sentiero degli dei scomparsi-

Appoggio tutto sul tavolo, accorgendomi che avevo ancora tutto in mano.

-Dirò io tutto ad Horeith. Prendi il suo cavallo. Ah, e tieni questo- disse consegnandomi un biglietto.

Non mi feci ripetere due volte le sue parole, corsi verso la porta, la aprii e saltai sul cavallo, partendo al galoppo. Addio Firesh.
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SPAZIO AUTRICE:
Ciao di nuovo. Avevo questo capitolo in testa e quindi ho chiesto a Linda di scriverlo io. Il prossimo verrà scritto normalmente da Linda.
~Francycom

Io, il mio drago e il mio potereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora