CAPITOLO 7 ( di Francycom )
Non poteva essere un sogno. È stato un semplice incubo, non devo dargli importanza. La ragazza che ho visto nel sogno non corrisponde a me, punto. Mi alzo dal letto improvvisato e mi preoccupo solo di prendere gli elastici che tenevano insieme le foglie per il giaciglio. Mi alzo e mi rimetto in viaggio: ma per dove? Qual è la mia meta? Tante domande, zero risposte. Guardo il cielo, sembra avvicinarsi una tempesta, come a rappresentare ciò che sto vivendo. In fondo sono in mezzo alla tempesta, che in questo momento è la più grande che io abbia mai visto. Ma eccolo li, il misero raggio di sole che trapassa le nuvole, che raggiunge il suolo terrestre. Cosa rappresenterà nella mia storia? Eccola un ennesima domanda che trovo sul mio percorso.
La foresta si dirada sempre di più e la piccola stradina, se così si può definire la terra battuta larga non più di due metri necessari per fare passare i carri dei mercanti o dei contadini, si allarga di qualche metro. Già a qualche metro dal bosco il traffico aumenta a dismisura a causa di tutte le stradine e le vie secondarie che vi si immettono con i loro mercanti e commercianti. Come si faceva a non riconoscerla? La via più ricca che porta alla città più povera. Un paradosso direi. Ci abitava Signail, una di un anno più grande di me, lei invece di me non assorbì il potere dell'uovo nero, semplicemente venne esiliata. Ripenso a tutti gli esiliati venuti prima di me, perché io?-Scusa, bisogno di un passaggio?- mi chiesero interrompendo i miei pensieri
Mi girai: su un cavallo dal lucidissimo manto nero con la criniera e la coda color miele stava in maniera elegante un ragazzo sulla ventina. Gli occhi sono neri profondi come dei pozzi, così come i capelli, neri come la pece, leggermente lunghi e scompigliati. I lineamenti erano dolci ma severi allo stesso tempo, con le orecchie leggermente a punta.
-No grazie, non c'è nessun problema-
-Non ti ho chiesto se ci sono problemi, ma se vuoi un passaggio- sorride lui
-Rimane no, ci posso arrivare benissimo da sola alle mura di Firesh-
-Va bene, il posto comunque c'è-
Lui si avvia, anche se molto lentamente. Però ci metterei molto meno tempo se andassi con lui sul cavallo, risparmierei un ora o più di viaggio.
-Aspetta, dove sei diretto?- chiedo
-Non ho un meta io. Comunque piacere, sono Horeith -
-Io Cristina-
-E tu ce l'hai una meta? O sei un'anima vagante?- scherza lui
-Io? Non lo so, non ho idea di dove mi porterà il destino- dico guardando il cielo, di nuovo cercando quel raggio di sole, la mia speranza.
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SPAZIO AUTRICE:
salve a tutti! Bene ecco un altro capitolo, commentate per farci sapere cosa ne pensate sulla storia, e inoltre se riscontrate degli errori segnalateli. Ciao a tutti :)
Il prossimo capitolo sarà scritto da lindacomandini
~Francycom
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Io, il mio drago e il mio potere
FantasyNello stato di Kiree tutti i sedicenni devono passare un esame che gli dirà qual'é il loro drago. Durante l'esame di Cristina però accade qualcosa di imprevisto. Non vi anticipo nient'altro, leggetelo :) PS: questo non é una storia comune, è scritt...