Nuovi incontri

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Questa volta neanche il vento sul viso e le figure sfocate che mi circondano riescono a darmi la pace che tanto cerco. Dopo i primi dodici giri di pista ho smesso di contarli e per quanto volessi svuotare la mente tutto ritornava; la corsa all'ospedale, le lacrime, la disperazione e ancora una volta quel dolore al petto che mi schiacciava sempre di più, non ricordo neanche quante volte ho perso i sensi ma ricordo perfettamente quanti giorni sono passati. Cinque giorni. Cinque lunghissimi giorni trascorsi tra il distruggere casa e il correre in moto. Dormii per dodici ore prima di riprendere i sensi e per quanto avessi dormito ricordavo benissimo dove fossi e perché.

Flashback

"Dottore, come sta il mio bambino?"chiedo cercando di far uscire la voce. Non riesco a pensare ad altro da quando ho ripreso i sensi ma basta guardare il volto del dottore per capire che non c'è più nessun bambino.

"No, il mio bambino, no." Mormoro. Inizio ad agitarmi e a staccare tutto ciò che è attaccato al mio corpo, urlando solo continui "No"

"Shh Tal calmati, non è colpa tua" le braccia di Miq mi avvolgono e asciuga le mie lacrime con la manica della sua camicia. Si sdraia sul letto e mi tira giù con facendo cenno al dottore di lasciarci soli.

"Come fai a dire una cosa del genere? Finalmente nella mia vita era arrivato qualcosa di realmente importante ed io non sono stata in grado di proteggerlo." Urlo colpendo il suo petto.

"Supererai anche questa Tal, vedrai." Le sue lacrime si uniscono alle mie e mi rendo conto che per quanto il mio dolore possa essere il più grande, non è l'unico.

Sono stanca di provare la felicità e non poterla vivere. Sono stanca di questa vita e di tutto quello che mi porta via.

Fine flashback

Qualcosa quel giorno in me si é come spezzato. I medici lo chiamano trauma, per Miq un momento passeggero, per Tom una disgrazia, io invece non ho ancora trovato una parola che possa spiegare tutto questo. Anche Aiden ha una spiegazione per tutto questo: irresponsabilità.

Flashback

"Ehi ciao eroe" sorrido quando apre gli occhi. Vorrei stringerlo a me ma le bende sul suo corpo mi ricordano che forse non é il momento. Sapere che a dividerci c'era solo una rampa di scale ha reso questi giorni a letto un inferno. Ho provato mille volte ad alzarmi e andare da lui, ma nulla è andato a buon fine, come al solito.

"Ciao ribelle" la sua voce è come un sussurro. Mentre lo osservavo dormire non potevo non pensare a quanto il destino ci abbia dato per poi riprenderselo e a quanto abbiamo sofferto per una briciola di felicità, che seppur misera meritavamo di viverla.

Posa la sua mano sul mio ventre e un sorriso compare sul suo volto, sento le lacrime tagliarmi il cuore e distruggere il suo mi farà sentire ancora peggio.

"Finalmente... Da quando?" Chiede con gli occhi pieni di felicità.

"Tre. Sarebbero dovuti essere tre." Sospiro, non riesco neanche a guardarlo negli occhi.

"Sarebbero?" Il tono della sua voce diventa allarmato. "Dimmi che non è..." scuote la testa, consapevole della risposta che sto per dargli.

"Non c'è l'ho fatta Aid, mi dispiace. Lo stress di quella notte é stato troppo per il mio fisico e per lui." Spiego tra le lacrime.
"Aid di qualcosa." Lo supplico.

"Va via" mormora.

"Cosa?" Dovevamo superare tutto questo insieme non può mandarmi via.

"Va via. Non voglio più vederti! Finalmente potevamo essere felici e tu hai preferito fare l'eroina, e adesso cosa ti resta Tal? Dimmelo! Niente, non ti resta niente!" Urla.

TalAid - Una Scommessa D'amore Pt IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora