Cena

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Se c'è una cosa nella quale sono sempre stata negata è la cucina. Preferisco le cose facili e soprattutto veloci a quelle complicate e raffinate. Quando Bet mi chiede qualche giorno libero la mia alimentazione va dai ristoranti al panino del Mc.
<<Tal se non mi ascolti non imparerai nulla>> mi canzona Aid.
Io vorrei anche provarci giuro, ma con lui ad un millimetro di distanza con tanto di camicia... È impossibile!
<<Tanto è inutile, è già mezz'ora che siamo qui e a stento ho preparato la pasta.>> sbuffo.
<<È già molto, viste le tue capacità culinarie.>> ride.
<<Grazie, tu si che sai come sollevare qualcuno>>
Forse dovrei rinunciare e chiedere scusa a Miq come tutte le persone normali.
<<Facciamo così, io cucino tutto e nel frattempo prepari un dolce. I dolci li fanno tutti>> dice. Mi chiedo se sta cercando di convincere me o se stesso.
Non posso far altro che accettare per il bene di tutti.
Inizio a mescolare gli ingredienti e dopo qualche minuto è pronto per metterlo nel forno.
In meno di mezz'ora Aiden completa la cena, così all'arrivo di Miq sarà già tutto pronto.
<<Conoscendolo forse un panino sarebbe bastato.>> mormoro mentre ripuliamo la cucina.
<<Ti va di apparecchiare? >> chiede.
<<Ce-certo>> balbetto confusa.
<<Vedi Tal tu non sei perfetta.>> dice mentre va avanti e indietro per la cucina. Mi siedo sulla penisola e lo guardo come si guarda la Venere di Botticelli. È così impegnato nell'apparecchiare che non si è neanche accorto che io sono seduta e sta facendo tutto lui. Mi perdo ad osservarlo e scuoto la testa per concentrarmi cercare di capire il suo discorso.

<<Miq è abituato alle tue giornate, come tutti d'altronde >> specifica <<ma lui di più... >>

Sorrido vedendo la sua espressione mentre cerca di ricordare a quale lato del piatto vanno le posate. La sua camicia blu è perfetta su quei jeans neri, e i suoi occhi sono più azzurri del solito.

<<Tal mi stai ascoltando?>> mi chiama.
<<Ehm, io... Si... Cioè più o meno>> confesso.
Incrocia le braccia al petto come un padre che ha beccato la figlia con le mani nella Nutella.
La verità è che vorrei urlargli no, non ti stavo ascoltando, perché pensavo a quanto tutto questo mi è mancato, alle serate passate a chiacchierare mentre fingevo di essere in cucina per imparare e poi ero qui, al solito posto, seduta sulla penisola a rubare pezzetti di cibo appena cucinato. Vorrei urlargli che ho bisogno di mandare indietro il tempo, ritornare a ieri e ricominciare a fare l'amore, ma visto che non è possibile, vorrei strappargli quella camicia che gli calza perfetta ma che è di troppo, trascinarlo sul divano e stringendo fino a fargli mancare il respiro. Sentirlo in me e amare anche il suo sudore, li su quel divano che sembra più comodo di un letto, sentirgli gemere il mio nome fino quasi ad urlarlo. Tutto questo per sentire il cuore esplodere nel petto e raggiungere il paradiso insieme, sdraiarmi accanto a lui e rimettere indietro l'orologio a quando eravamo un unico corpo.
<<Credo sia arrivato il momento di andare>> mormora indossando la sua giacca. Sono una stupida devo essere rimasta incantata a fissarlo perché chissà quanto tempo. Gli avevo promesso che avrei rispettato i suoi tempi e invece sono qui a sperare che lui mi sbatta al muro.
<<Scusa, si credo sia meglio.>>
Quando sento la porta chiudersi finalmente respiro e ripeto nella mia mente quanto io sia cretina. Dovrei aspettare Miq per aprire il vino che è sulla tavola ma ho bisogno di alcool.
La casa è così silenziosa. Un tempo avrei amato questo silenzio ma da quando Faith è andata via anche questa mia abitudine è cambiata. La sera la sua tata andava sempre su tutte le furie perché io e Miq non le impedivamo di restare con noi a vedere la TV.
La porta che sbatte mi riporta alla realtà. Mi alzo dalla sedia e vado nel salone. <<Non preoccuparti ho mangiato fuori>> dice mentre appende il suo cappotto all appendiabiti. <<Sono solo venuto a prendere qualcosa per lavarmi. Dormo da Jason>>
<<Jason? >> chiedo confusa.
<<Si gli ho chiesto di ospitarmi.>>
<<Ah>> è l'unica parola che la mia mente riesce a formulare.
Si dirige verso la cucina, sicuramente per prendere i suoi amati cereali.
<<Ci sono ospiti? >> chiede notando la tavola apparecchiata e guardandosi intorno.
<<No. Ho preparato la cena per te, per chiederti scusa per oggi e comprarti col cibo. In realtà ha preparato tutto Aiden, io ho fatto solo il dolce, ma non importa sarà per un'altra volta>> spiego.
<<Tu hai fatto un dolce? >> chiede ridendo.
<<Cosa c'è di così divertente? >>sbuffo.
<<E lo chiedi anche? Prendilo dai. >>
<<Hai già mangiato>>
<<Non importa quanto cibo tu abbia ingerito, quando c'è un dolce lo stomaco ti crea lo spazio per ingerirlo. >>
Sorrido e prendo il dolce dal forno. Sopra scritto con lo zucchero a velo c'è 'SCUSA'.
Un enorme sorriso invade il suo volto, sapevo che la torta al cioccolato l'avrebbe conquistato.
<<È... Otti...ma>> mormora con la bocca piena.<<Facciamo che litighiamo anche domani>>.
<<Pace fatta? >> chiedo.
<<Solo grazie al dolce.>> ribatte.
Forse Aiden ha ragione, nonostante tutto Miq mi vuole bene e solo il fatto che io abbia pensato di farmi perdonare gli è bastato per perdonarmi. Spesso l'essere umano inventa cose assurde, pensieri in grande per farsi perdonare, in realtà basterebbe solo mostrare la volontà di volerlo realmente.

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Domande: #scommettiamochetichiedo

TalAid - Una Scommessa D'amore Pt IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora