Scoperte

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"Aiden devi restare a letto"

Ormai è più di mezz'ora che va avanti questo tira e molla. Io mi rifiuto di aiutarlo a vestirsi e lui di restare a letto.
"Lia è una settimana che sono qua dentro, voglio tornare a casa, voglio tornare da mia figlia" sbuffa.

"Io ci ho trascorso tre mesi, eppure guarda" mi indico mentre mi sdraio sul letto "sto comodissima e Faith viene qui ogni pomeriggio."

"Non è la stessa cosa"

"Sai che ti dico Aiden? Di bambina c'è già Faith, che onestamente ha fatto meno capricci di te. Quindi io ora vado a lavoro e tu fai quello che ti pare." Non ho intenzione di restare qui tutta la giornata ad assecondare i suoi capricci.

"Non servirà farmi sentire in colpa. Me ne vado lo stesso" minaccia.

"Aiden sei libero di fare ciò che vuoi, a te le conseguenze poi."

"No"

"Allora io vado" prendo le mie cose e vado via.

"Ritorni? " urla dalla camera.
" Come non torni a casa? " un ghigno compare sul mio volto.

" Va a quel paese Tal! "

Oh, a quanto pare Lia è solo per i momenti che fanno comodo. Sorrido e mi avvio verso una lunga giornata di lavoro.

" Talia ho le informazioni che mi aveva chiesto"

"Ottimo Mal"

Non ho mai capito il senso del suo indossare la cravatta su qualunque tipo di abbigliamento. Tral'altro sempre di colori piuttosto appariscenti.

"Mi sta ascoltando? " chiede.

" Scusa è che... la tua cravatta è..." davvero non ho parole per descriverla.

"Gialla? " suggerisce.

" Esatto. Gialla." dal modo in cui mi fissa credo che sulla mia faccia ci sia un espressione di disgusto.

"Ora può distogliere la sua attenzione dalla mia cravatta e tornare al perché sono qui?" chiede irritato.

"Ci provo."

Come possono anche solo pensare di creare una cravatta gialla? Scuoto la testa per ritrovare la concentrazione ed evitare che Mal si licenzi da solo.

"Non c'è nulla che non va in quel Jason. Pulito come l'acqua."

Tutti hanno qualcosa da nascondere, tutti.

"Impossibile. Deve avere qualche conoscenza, non può essere così intelligente da capire tutto da solo."

"Sicuramente lo stima" sottolinea.

"Non quanto stimo te" sorrido. Ma forse ti ho sopravvalutato, vorrei aggiungere.

"Cosa si fa?"

"Gli parlerò. Anzi, chiamalo questo è il suo biglietto. Ah, quasi dimenticavo prenota un volo per Atene, devo andare da Pet."

Ero così impegnata con Faith da dimenticare di parlargli della casa discografica prima che partisse. Potremmo discuterne per telefono o in video chat ma ho bisogno di convincerlo a stare dalla mia parte e posso riuscirci solo di persona.

"Ci aggiorniamo più tardi allora" Mal va via e ora non mi resta che preparare i contratti. Prima o poi dovrò decidermi a parlare anche con Aiden, ora che si è ripreso ritorna tutto alle sue volontà.

"Cosi scappi di nuovo?" sposto il mio sguardo dal PC alla porta per assicurarmi di non aver sentito male.

"E tu cosa ci fai qui? Avevamo deciso che saresti restato in ospedale!"

"Dovevo parlarti" sbatte la porta alle sue spalle e si siede di fronte al mio tavolo.

"Aiden sarei venuta più tardi da te, non c'era bisogno"

"E invece si! " mi interrompe sbattendo un pugno sul tavolo.

"Non osare mai più alzare la voce con me e tanto meno sbattere a pugni sul tavolo o chiamo la sicurezza e ti faccio trascinare fuori. Ci siamo capiti?" il mio tono resta freddo e distaccato. "Se sei nervoso non è certo questo il modo per risolvere la cosa."

"Io non sono un tuo dipendente! Io non sono Miq o Mal che scodinzolano o abbassano la testa od ogni tua parola! Se voglio sbattere i pugni lo faccio! Se voglio distruggerti l'ufficio lo faccio!" la sua furia inizia a distruggere tutto ciò che gli capita a tiro. Sedie, oggetti, tutto ciò che può lanciare contro un muro è in mille pezzi sul pavimento. Resto ferma sulla mia poltrona in attesa che si calmi e si guardi attorno. Dopo qualche minuto di follia e di mia indifferenza si arrende.

"Ti sei calmato? " chiedo.

La sua schiena si poggia su un muro e lentamente scivola fino al pavimento. Mi alzo e lo raggiungo sedendomi accanto a lui.

" Ora mi dici cosa è successo?" allungo una mano per toccarlo ma si ritrae.

"Sei andata a letto con lui" sussurra. Una lacrima corre lungo il suo viso e so che non mi permetterebbe di fermarla.

"Aiden" cerco di spiegare. Sento il cuore spezzarsi e non posso fare nulla per rimediare. Non ho scusanti o giustificazioni, nulla che io possa dire allevierebbe la sua sofferenza.

"Io stavo rischiando la mia vita per te e tu ti divertivi a letto con un altro." i suoi occhi sono fissi sul pavimento come se stesse immaginando quel momento.

"Non è così" sussurro.

"No? Vuoi forse dirmi che quando hai ricevuto la chiamata del mio incidente non avevi appena trascorso la notte con lui? " per un attimo i suoi occhi incrociano i miei e tutto il suo disgusto nei miei confronti diventa visibile.

" Mentirei se ti dicessi di no" ammetto. "È stato come evadere da tutto lo schifo. Non ti dirò che ero ubriaca o impasticcata, che ha abusato di me o altro, sinceramente ne avevo bisogno. Avevo bisogno di qualcuno che in quel momento non avesse nulla a che fare con tutto quello, avevo bisogno di staccare la spina, di essere capita. Con questo non dico che tu non eri in grado di farlo, ma l'idea che tutte le tue disgrazie erano dipese da me, mi ha allontanata sempre più." il suo ascoltarmi senza parlare non è buon segno. "Se vorrai andare via lo capire e non mi ti giudicherei, perché forse al tuo posto farei lo stesso" mi alzo dal pavimento e faccio l'unica cosa che mi riesce meglio. Andare via.

Vado nell'ufficio di Miq e spero che sia lì.

"Tal cosa è successo? Sei pallidissima"

"Nel mio ufficio c'è Aiden. Va da lui, ha bisogno di te."

Non fa domande, a Miq basta guardarmi negli occhi per capire.

"Tal! Proprio te cercavo. Il biglietto è prenotato per dopodomani."

"Lascia perdere tutto e chiama Jim, ho bisogno del mio jet e che sia pronto quanto prima per Atene."

Ora a noi due Peter. Siamo alla resa dei conti.

TalAid - Una Scommessa D'amore Pt IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora