Pensami

195 14 0
                                    

Lei urla, urla e urla
insulti che escono come poesia dalla sua bocca.
Stonata, imperfetta poesia,
dall'inizio alla fine,
sciatta...
ma pur sempre vera.
Implacabile il dolore divien parola.
Sicché io la lascio fare,
butto tutto su un pezzo di carta,
ne strappo un ricordo,
lo tengo chiuso in un cassetto.

Affronta i problemi.
Quelli che ti crei,
quelli che ti creano gli altri
Cresci.
Sii sicuro di te stesso.
Prendi scelte sensate.
Fai cose sensate.
Dai un senso alla vita.
Vivi.
Lavora.
Muori.
Fa qualcosa.
Qualsiasi cosa.
Il mondo non accetta,
non accetterà,
la tua negligenza,
la tua insolenza.

Cerco di non dimenticare
un briciolo di frase,
una sfumatura del suo profilo,
delle sue movenze.
Bella!
e la bruttezza di tutto il resto finisce col renderla ancor più bella.
Allungo un bicchiere d' ira con un goccio di passione,
e allora diventa una cosa diversa:
un pretesto per bere!
Impazzisco.
Non sarà più mia. Penso.
Inevitabile,
la follia mi si ripresenta davanti.
È nell'ordine delle cose,
la follia dell'amore,
il brivido che trapassa lo stomaco
e s'incastra fra le pareti dell'impossibile da capire.

Poi ci sono quelle notti buie.
Silenziose.
Notti che sanno di morte.
Apro il cassetto.
Prendo in mano il tuo ricordo.
Solo.
Sorrido.

I Poeti Sono Degli Infami BastardiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora