Capitolo 1 - Partenza

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Il giorno dopo, alle 8:00 in punto, Akiko attendeva impaziente la professoressa Aralia, appena fuori dal suo giardino.
Sua madre aveva pianto molto, quella mattina. Si riaffacciò nuovamemte dalla finestra del soggiorno:《Akiko!! Mi raccomando stai attenta!! Chiamami ogni tanto!! Ti voglio bene bambina mia!》.
Akiko alzò gli occhi al cielo:《Mamma stai tranquilla!》 le gridò di rimando 《ti voglio bene anche io!》, aggiunse sorridendo.
Non vedeva l'ora di poter intraprendere la strada tanto agognata: il suo sogno era da sempre quello di completare il Team Eevee; Eevee è un pokemon molto particolare di tipo Normale, e ha ben otto diverse possibili evoluzioni. L'insieme di questi pokemon (Vaporeon, Jolteon, Flareon, Espeon, Umbreon, Leafon, Glaceon e Sylveon e Eevee), forma appunto il Team Eevee, la squadra Pokemon ideale per la ragazza.
Finalmente una jeep verde militare si fermò sbuffando davanti ad Akiko. La professoressa, conducente della macchina, la salutò con un sorriso e le fece cenno di salire sul veicolo, sui sedili anteriori.
《Buongiorno Akiko!! Puntualissima stamani!》.
《Glielo avevo promesso, Prof》.
La ragazza si accorse in quel momento che un'altra persona era presente a bordo della jeep, seduta nei sedili posteriori. Era un ragazzo più o meno dell'età di Akiko, con capelli marroni e occhi dello stesso colore.
"È carino" pensò Akiko e rivolse un sorriso al giovane, il quale, non appena incrociò lo sguardo della ragazza, arrossì violentemente.
《Ciao》 disse, con un parola appena sussurrata fra le labbra, appena udibile.
"Che timidone" fu il pensiero di Akiko.
Aralia sterzò bruscamente e Akiko si sbilanciò. Aveva sempre dubitato della piena capacità di guida della ricercatrice ed ora i suoi sospetti stavano trovando conferma.
《È tutto sotto controllo ragazzi》 affermò la professoressa 《non preoccupatevi!! Akiko, lui è Filla, un ragazzo che come te si sta apprestando a compiere il suo primo viaggio da allenatore Pokemon. Farete il primo tratto di viaggio insieme, almeno vi aiuterete a vicenda a orientarvi. Arrivati a Kanto ognuno potrà prendere la sua strada.》
Akiko annuì, contenta. Almeno non sarebbe stata da sola, all'inizio. Anche se dubitava che il ragazzo potesse essere una grande compagnia: sembrava proprio un tipo timido.

Alle 9:45 arrivarono all'aereoporto, lievemente in ritardo sulla tabella di marcia. Dopo aver effettuato i controlli necessari per poter prendere il volo, salutarono la Professoressa Aralia e si sedettero in Sala d'Attesa, aspettando che il loro volo venisse chiamato.
Non appena furono rimasti soli, un silenzio imbarazzante calò sui ragazzi. La prima a romperlo fu Akiko, la quale era tutto fuorchè timida.
《Allora,》 esordì, 《cosa ti ha spinto a compiere questo viaggio?? La Lega Pokemon??》
Filla balbettò qualche parola e poi, arrossendo, disse qualcosa che suonava come "vorrei trovare i Pokemon leggendari di Kanto" .
《Davvero?!》 esclamò la ragazza, sorpresa.
L'obiettivo, che pareva si proponesse il ragazzo, non era da poco. I Pokemon leggendari sono unici nella loro specie: ogni regione ospita qualche leggendario, il quale ha poteri straordinari, superiori a qualsiasi Pokemon. Nessun uomo può sperare di domarli. Pochi sono quelli che possono anche solo vederli.
Per questo ad Akiko sembrava un'impresa quasi impossibile. Bellissima, ma impossibile.
Filla non proferì parola, ma guardò la sua nuova compagna di viaggio di sottecchi. "Cavolo se è carina" pensò, quasi vergognandosi del suo pensiero. "I suoi occhi. I suoi occhi sono bellissimi". Non avrebbe mai avuto il coraggio di mutare in parole una considerazione come quella.
Akiko sbuffò e appoggiò la testa al muro. Eevee, che la cui posizione era sempre sulla spalla o in grembo di Akiko, lanciò a Filla un'occhiata di rimprovero, come per raccomandargli di fare il bravo con la sua allenatrice.
《È una bella impresa, quella che ti proponi, Filla. Cercare i Pokemon leggendari. Sei timido, ma ambizioso》cercò di scherzare la ragazza, ma in seguito all'occhiata allarmata di Filla decise di lasciar cadere la conversazione.
《ATTENZIONE, ATTENZIONE. IL VOLO PER KANTO È IN PARTENZA. TUTTI I PASSEGGERI SONO PREGATI DI AFFRETTARSI AL LUOGO DELL'IMBARCO》
Akiko saltò dalla sedia, provocando un gridolino di sorpresa in Eevee.
《Avete sentito?? È IL NOSTRO VOLO!!》
Akiko afferrò Filla per un braccio e se lo trascinò dietro quasi fino all'imbarco.
《Ehi, mi stai staccando un braccio!》 protestò il ragazzo.
Lei rise, di rimando:《Sbrigati timidone. Almeno hai proferito due parole》.
Detto questo si imbarcarono, diretti verso il viaggio della loro vita.

Due ore dopo, Akiko sonnecchiava.
Eevee, rannicchiata nel grembo della ragazza, fissava le nuvole che si stendevano a perdita d'occhio sotto di loro. Gettò uno sguardo d'avvertimento a Filla e al Tepig del ragazzo, che in quel momento era fuori dalla sua Pokeball. "Fai il bravo con la mia allenatrice" sembrava comunicare con gli occhi.
Quando la creatura fu certa che i due non avrebbero combinato guai si appisolò, sospirando dolcemente.
Filla sorrise; dopotutto Akiko era simpatica. E carina. Molto carina. Forse lo avrebbe aiutato a superare la sua timidezza. Quella timidezza che lo accompagnava fin da bambino, rendendolo impacciato in ogni sua azione. Quella timidezza che, strisciante nell'ombra, lo seguiva dappertutto rendendolo schiavo di sè stesso e delle sue paure.
Fissando la luna piena, che scintillava, proiettando luce cristallina tutta d'intorno, sprofondò nei ricordi.

*Ha 6 anni.
Sta correndo per il paese, sgusciando tra persona e persona, ridendo e urlando a scuarciagola con i suoi amichetti. È finita la scuola, finalmente!! Finalmente i bambini potranno godersi l'estate, insieme ai loro genitori e ai loro Pokemon. Per Filla la prima elementare non era stata semplice.
Per quanto si fosse impegnato, i risultati che erano emersi erano più che deludenti. Così, con un misto di panico e agitazione, giunge davanti alla scuola. Il gruppeto di bimbi è emozionato: sta arrivando anche il gruppo dei genitori. Questo può voler dire solo una cosa: la consegna delle pagelle sta per iniziare.
Quando Filla stringe fra le mani quel misero foglio, la sua vita sprofonda. Ripensandoci, quando sarà più grande, penserà che non avrebbe dovuto farsi rovinare la vita da dei semplici graffiti, su un misero foglio.

Cinque.
Sei.
Quattro.
Quattro.
Cinque.
Quattro.

Non ce l'ha fatta.

Si è impegnato, tantissimo, studiando molte ore al giorno. Ma non ce l'ha fatta. Dovrà ripetere la prima.
L'estate passa senza troppo incidenti, ma quando si avvicina settembre, Filla è sempre più in ansia.
Il primo giorno di scuola, si ritrova tra compagni sconosciuti, più piccoli di lui, che lo guardano in modo strano.
Lui è quello che non ce l'ha fatta. Lui è quel somaro che non riesce ancora a scrivere "cuore" come si deve.
Tra i suoi nuovi compagni, c'è anche sua sorella. Ma lei non fa nulla per difenderlo, quando gli altri gli danno dello stupido. Anzi. Lei partecipa alle prese di giro.
Rincara la dose.
Filla si chiude in sè stesso, non ha più il coraggio di parlare con nessuno. Dopo un po' si convince che la maschera affibiategli da altri sia il suo vero aspetto. Quella timidezza, strisciante, arriva, lo ghermisce nelle profondità del cervello.
E quella timidezza, che lo rende schiavo di sè stesso e delle sue paure, non lo abbandonerà più*

P.S. Salve Cari lettori! Per prima cosa ci tenevo a ringraziarvi per aver letto la mia storia! Inoltre, come è d'uso nei Post Scriptum, volevo fare una precisazione. Dedico il capitolo a una mia cara amica, che conosco da sempre. Lei lesse anni fa la storia originale e con ansia ha aspettato la sua riscrittura; volevo ringraziarla per aver riposto la sua fiducia in questa storia! Grazie di cuore, LettrePerdue!

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