Eevee era distesa in una tana da ben ventiquattro ore, o forse di più. Aveva completamente perso il conto del tempo, delle ore che aveva passato soffrendo.
Erano arrivati quei due ragazzi ed erano sembrati pure persone per bene, educate, gentili. Invece si erano rivelati esattamente l'opposto, criminali senza scrupoli. Esattamente come quando gli umani ripetevano, quasi come una cantilena, "non fermarsi alle apparenze". Lo aveva sentito dire spesso dalla mamma di Akiko, che lo ripeteva incessantemente alla figlia, nella speranza che le potesse insegnare così qualcosa.
Avevano addormentato Filla ed Akiko, l'avevano catturata con una strana Pokeball, che le aveva fatto quasi male.
Poi si era ritrovata in quello strano posto, pieno di Pokemon, tutti particolari come lei, lo sentiva. Tutti con un piccolo difetto che li accumunava e li rendeva tutti speciali. Shiny, li chiamavano gli umani. Alcuni si stavano ambientando, altri si erano ormai rassegnati alla prigionia, perchè di questo si trattava, e cercavano di condurre una vita normale.
Perchè, anche se la Serra era grande, spaziosa e accogliente, e i Pokemon venivano trattati molto bene, Eevee si sentiva in trappola. Percepiva tutto come una grande prigione dorata. Bella, ricca, ma pur sempre una prigione.
A fianco di questa opprimente sensazione, si stagliava il dolore per la perdita di Akiko. Lei voleva tornare dalla sua allenatrice, rivedere il suo viso, sentire le sue calde braccia che la stringevano delicatamente o la sua voce determinata che la sosteneva e la incitava. Voleva lottare di nuovo, fianco a fianco con la ragazza.
Non erano mai state separate.
La faccia infantile di Akiko era stata la prima cosa che aveva visto appena uscita dall'uovo. Erano cresciute insieme, erano diventate forti insieme.
Ed ora tutta la sua vita era stata distrutta in pochi minuti, da una strana e dolorosa Pokeball e da due ragazzi malvagi.
Un Pidgiotto, shiny, le fece cenno di uscire dalla tana, per mangiare qualcosa. Ma lei non ne volle sapere.
La sua vita non aveva più senso. Preferiva morire, trascinandosi in una lenta e corroborante apatia, piuttosto che vivere secondo le regole imposte da coloro che l'avevano portata lì.
Chiuse gli occhi, infinatamente triste.
Poi si udì uno strano rumore, una specie di rombo metallico, accompagnato da un ticchettio e da altri suoni.
Echeggiò un grido, chiaro e forte, che rimbalzò da parete a parete, diffondendosi ovunque. Eevee saltò subito in piedi, con il cuore che le batteva a mille. Avrebbe riconosciuto quella voce, che la chiamava disperata, tra mille.
《EEVEE, EEVEE!》
Era Akiko. La sua Akiko era tornata a prenderla.Akiko e Filla rimasero imbambolati per qualche momento dopo che Akiko aveva gridato, perchè quello che si presentava davanti ai loro occhi aveva dell'eccezionale.
Si trovavano in una vera e propria Serra che, come un cappello, avvolgeva la cima più alta della montagna.
Qualcosa si mosse, alcuni cespugli vibrarono... e da questi uscì Eevee che si gettò al settimo cielo fra le braccia di Akiko.
Le due rimasero a lungo abbracciate, ascoltando il reciproco battito cardiaco e i respiri resi veloci dall'emozione. Akiko sentì gli occhi lucidi e una lacrima le scese salata lungo la guancia.
《Ma guarda che bello spettacolo. Mi dispiace tanto dovervi interrompere, stupidi ragazzini, ma la farza è finita》.
Quelle parole piombarono come un macigno tra Eevee e Akiko, costringendole ad allontanarsi.
L'Uomo si ergeva, dritto e minaccioso, davanti a loro. Si era avvicinato incredibilmente silenzioso, tanto che nè Akiko nè Filla nè Eevee si erano resi conto del suo arrivo - che pertanto li colse tutti alla sprovvista.
L'Uomo sorrise, un sorriso diabolico e inquietante.
《Tu》disse semplicemente Akiko. Non aggiunse altro. Non ce ne fu bisogno. In quella parola caricò tutto l'odio e la rabbia di cui era capace, intinse quel semplice monosillabo nel miscuglio rovente e ribollente delle sue emozioni, facendolo diventare un proiettile, un masso incandescente che potesse colpire con forza quell'Uomo.
《Sì, io,》replicò l'Uomo, 《sono io il vostro peggiore incubo》.
Rise. Una risata malvagia, che echeggiò ovunque nella serra. Akiko si rese improvvisamente conto di aver a che fare con un pazzo. Un uomo completamente svitato e fuori controllo, imprevedibile; da affabile a pericoloso in un attimo, senza il minimo preavviso.
《Cosa vuoi, si può sapere?》chiese forse un po' troppo imprudentemente Filla.
L'Uomo si strofinò le mani, continuando a sorridere con quel suo modo inquietante:《Ho realizzato il mio più grande sogno! Ho creato Shiny Ville, all'interno di Villa Shiny! Una villa nella villa! Una serra bellissima e suggestiva piena di Pokemon Shiny!》.
Akiko strinse al petto Eevee:《E quindi avevi bisogno di Eevee per completare la tua 'collezione'?》.
《Esattamente. Sei una ragazza sveglia, dopotutto. Penso di avervi sottovalutati un po' troppo, fin dall'inizio. Abbiamo provato ad affogarti, o quantomeno a renderti impotente con l'acqua ma ti sei salvata.》
Le facce di Akiko e Filla erano inorridite. La pazzia di quell'Uomo era così grande da ordinare a qualcuno di far affogare una ragazza? Li pedinavano dall'inizio del viaggio?
《Devo ammettere che forse quel piano era un po' esagerato. Anche il Persian drogato non ha avuto l'effetto desiderato. 》
Fu Filla stavolta a contrarre i pugni, minaccioso. Stava parlando del suo Pokemon come se fosse un semplice oggetto da utilizzare per risolvere i propri infimi scopi.
《Poi gli attacchi frontali. Jack e Steave sono degli imbranati e hanno fallito numerose volte. Poi Alexa, la cara Alexa, criminale professionista, vi ha sottovalutati proprio come ho fatto io. E infine i miei più fedeli collaboratori. Loro non mi hanno affato deluso. Ma nonostante tutto eccovi qua! Siete furbi e svegli, miei cari!》
《Forse vi state chiedendo perchè abbia insistito così a lungo proprio sulla vostra Eevee Shiny... Dovete sapere che era il tassello mancante del puzzle, senza di lei Shiny Ville rimaneva incompleta. Era un pensiero che mi tormentava, giorno e notte. Cercavo un'Eevee shiny disperatamente, ma non si trovava, nè a Kanto, nè a Johto, nè a Sinnonh. E poi ecco giungere da Unima il Pokemon che faceva al caso mio. Potevo forse lasciarmelo sfuggire?》.
Akiko sbuffò:《Certo che no! Mi immagino che tu ti sia comportato nel medesimo modo anche per impadronirti dei restanti Pokemon nella serra. Hai per caso idea di quanti Pokemon e di quanti allenatori hai fatto soffrire con il tuo giochetto? Di quanto dolore hai provocato per la tua insulsa collezione? Sei solo un bastardo viziato!》.
Pronunciò le ultime parole urlando. Finalmente poteva sfogare quella rabbia oppressiva che le cresceva dentro da giorni.
Il viso dell'Uomo si oscurò all'istante, come se un nuvolone scuro, sospinto da un vento umido, avesse coperto completamente un sole malsano.
《Jack, Steave! Prendeteli! E fateli fuori una volta per tutti!》urlò.
Poi, semplicemente, voltò le spalle ai ragazzi ed entrò nell'ascensore, sparendo così inghiottito dalla roccia.
Ed eccolì lì, dunque, alla fine.
Intrppolati sulla cima di una montagna, racchiusi in una serra di vetro, nella casa di un pazzo, tra mille altri Pokemon rapiti.
Cosa potevano fare a quel punto?
Akiko guardò Steave e Jack, comparsi dal nulla e subito pronti all'attacco, con un misto di sconforto e rabbia.
Ancora una volta quei due si frappovevno tra lei e la sua vita, così come tra Filla e la sua serenità.
I due bulli sghignazzarono.
《Ehi sfigati! Guardate un po' chi si rivede?》
Non ci furono altri giochi di parole; i due ragazzi si gettarono subito su Filla, all'unisono, come guidati da un comandante invisibile.
Quest'ultimo fu rapido;cominciò a correre, afferrando la mano di Akiko.
Eevee affondò gli artigli nella spalla della ragazza, la quale non protestò minimamente, allo scopo di mantenere l'equilibrio.
Corsero, corsero e corsero.
Corsero come non avevano mia fatto, consapevoli che coloro che li inseguivano lo facevano per uccidere.
Poi... si fermarono.
Si femarono di fronte al vetro della serra, che chiudeva ogni via d'uscita.
I due amici si voltarono mano nella mano, pronti ad affrontare qualsiasi cosa, purchè insieme.
Videro Jack e Steave ghignare con cattiveria.
Ci fu un'esplosione, vetri rotti volarono ovunque, graffiarono braccia e gambe dei ragazzi, offuscarono l'aria.
All'improvviso mancò la terra sotto i loro piedi, letteralmente, e si ritrovarono a precipitare nel vuoto.
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Viaggio
RandomQuesta storia parla dell'incredibile mondo dei Pokemon, delle avventure che gli allenatori vivono, guidati dall'amore e dalla passione per queste creature. Akiko è una ragazza di sedici anni, che finalmente può realizzare il suo più grande sogno: in...