Capitolo 16 - Salvataggio

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"Emh... come facciamo ad arrivarci??"

"Ahhhhh, basta FILLA!!! Sarà la quarta o quinta volta che me lo chiedi, non lo so!!! Ci sto pensando. E ho assolutamente bisogno di concentrazione"

"La settima per la precisione" borbottò Filla, poi prese a camminare su e giù per il viale con nervosismo. La sua ansia era piuttosto palese e nemmeno tanto inopportuna. Si stavano per gettare in una rischiosa e folle missione di salvataggio. Filla non aveva la benchè minima idea di che genere di persone avrebbe incontrato in quella sontuosa villa che appena si intravedeva dalla città; sicuramente persone poco raccomandabili, visti i numerosi precedenti.

"Idea!!," Akiko saltò in piedi, "ovviamente ogni villa che si rispetti, il cui proprietario sia un ricco miliardario forse un po' svitato, deve avere sicuramente degli inservienti. Cuochi, giardinieri, donne delle pulizie. Non sarà difficile farsi assumere. Ho come l'impressione che l'atmosfera che regna lassù tenga alla larga le persone dotate di un minimo di buonsenso."

"Ma tu sei un genio!," esclamò Filla, "ma hai detto tu stessa che solo dei pazzi andrebbero a lavorare per un uomo, o donna, di quel genere". Non voleva mostrarsi estremamente spaventato, ma in realtà lo era, eccome se lo era. Sicuramente il titolo di ragazzo d'azione non gli si addiceva pienamente.

"Ricordati Filla. Non siamo solo pazzi. Quel che sto per fare, quel che stiamo per fare, non è solo per me e per Eevee. Sicuramente altre persone avranno sofferto a causa di colui che vive lassù. Forse è la volta buona per dire basta. Per ottenere giustizia."

Filla sorrise dolcemente:"Certo che tu fai sembrare tutto facile e possibile. Ma ovviamente mi fido di te... abbiamo viaggiato insieme fino a questo punto; non ho assolutamente intenzione di tirarmi indietro proprio ora". E questo era assolutamente vero. Per Akiko avrebbe sollevato l'intera montagna, avrebbe fatto a pugni con mille malfattori, pur di farla felice. Accantonò in un angolo la paura.

"Non c'è più spazio per la timidezza" pensò il ragazzo, risoluto.

Akiko si sentì le guance leggermente in fiamme. Non era assolutamente da lei, arrossire mentre parlava con un'altra persona...

Si passò una mano sugli occhi:"Ora passiamo alla parte pratica. Se ci mostriamo così non esiteranno un attimo a riconoscerci. Chiunque si celi dietro quei portoni non è assolutamente stupido, o cieco"

"Ci possiamo benissimo mettere delle parrucche. E cambiare i vestiti" propose Filla.

"Mi sembra una buona idea. Vieni, sbrighiamoci"

Percorso il viale centrale della città, si immersero nei vicoletti laterali, pieni di negozi vivaci e colorati. Girarono un po', curiosando, finchè non trovarono un negozietto che avrebbe potuto far loro comodo.

Travestimenti per tutti i gusti, recitava l'insegna.

Trovarono infine ciò che faceva al caso loro. Filla optò per una parrucca corta e bionda, che imitava il suo taglio di capelli; indossò poi una camicia con pantaloni eleganti, un look impeccabile per presentarsi ad un colloquio di lavoro. La parrucca che Akiko acquistò era invece nera e lunga, tanto lunga che i capelli quasi le arrivavano fino al sedere. Inoltre scelse un vestito lungo fino al ginocchio nero, che ovviamente non si distaccava dallo stile elegante di Filla.

Uscirono dal negozio completamente rivestiti e anche piuttosto soddisfatti.

"Akiko... io sono pronto" disse Filla, volgendo lo sguardo lievemente pensieroso verso la montagna sovrastante.

"Filla... io sono nata pronta" fu ciò che replicò Akiko.

Così un'ora dopo suonarono al cancello della villa. La salita era stata leggermente difficoltosa fino ad un certo punto, nel quale avevano incontrato dei domestici che si dirigevano verso quote più alte e che avevano offerto loro un passaggio a bordo di un'automobile.

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