capitolo 14

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Sono nella sala da pranzo, Rayel non molla la presa, io sto a dimenarmi come una bambina.

"Smettila di fare la bambina, ti stanno guardando" infatti dopo quelle parole pronunciate rivolgo lo sguardo a tutti, mi stanno guardando male e allo stesso tempo divertiti.

"È colpa tua." Sbuffo irritata.

"Questa scenata da bambina l'hai fatta tu."

Mi trascina fino farmici sedere accanto in un tavolo tra tantissimi demoni, la cosa mi mette a disagio.

Nell'atmosfera si sente solo la tensione, almeno, per me è così, o forse sono io che esagero, mi guardo attorno nervosa mentre le mani tremano.

Più passa il tempo e l'ansia aumenta a dismisura, come se fossi in una scuola e devono interrogarmi nelle materie, ma tornando a noi, mi guardo attorno studiando la zona, la mia intenzione è di scappare, ma dato che sono ancora debole, sembra impossibile, però tentare non guasta.

Mentre è distratto a dialogare con gli altri, mi alzo lentamente facendo passi lenti, pian piano indietreggio e non ha nessuna reazione, la cosa mi sembra alquanto strana.

Appena comincio a correre verso il portone sento la presa al polso che mi blocca improvvisamente.

"Credevi di essere furba?" Chiede col tono divertito.

"Rayel lasciami!!" In quel momento lancio uno sguardo al tavolo dove mi siedo con Lucifero, ma non lo vedo, perché non è qui? Dove sarà?

MA PERCHÉ MI FACCIO DOMANDE CHE RIGUARDANO LUI?! SIRIA CALMATI!

Mi trascina via dalla sala e mi porta in giardino degli inferi tenendo la stretta al polso.

"Lasciami!" Cerco in qualche modo di liberarmi, ma non riesco, ormai sono quasi allo sfinimento.

Non risponde nemmeno, si limita a tenere lo sguardo all'orizzonte e non lascia per nulla al mondo la presa.

"Per favore..lasci..." Non termino la frase e lui si gira di scatto fissandomi negli occhi con quello sguardo tagliente, la cosa mi mette i brividi, ma non devo farmi intimorire.

"Hai detto qualcosa..?" Sussurra con quella voce calda e soave.

"Lasciami.." rispondo in un filo di voce.

Si apre in un enorme sorriso divertito e si avvicina sempre di più, la sua intenzione non sarà mica...no!!!

Comincio a dimenarmi, ma avvolge la vita stringendomi forte a se, in modo che io non possa scappare.

"Fai la brava piccola.."

"Non chiamarmi piccola " dico in un ringhio e questo mi prende la mandibola con una mano strigendola con violenza.

"Ti chiamo così quando voglio."

Ed ecco che i nostri visi sono ormai a pochissimi centimetri di distanza e sento sfiorare le nostre labbra, il suo respiro accelerato mi stravolge.

"Lasciala." Sentiamo improvvisamente e allenta la presa guardandosi intorno.

"Chi è?" Chiede mentre è in posizione d'attacco senza mollare la presa.

Spunta una figura dietro a esso che ci fa sussultare entrambi.

"Io."

"Sire!" Salta in aria lasciandomi andare, ma perdo l'equilibrio per questa improvvisazione e cado a terra.

"Vattene." Dice in tono freddo e con distacco.

"Ma sire.."

"NON OSARE OBBIETTARE! ORA VATTENE PRIMA CHE CAMBI IDEA E TI FACCIO FUORI."

"Certo sire.." risponde in un sussurro rivolgendomi lo sguardo avvolto dalla rabbia e odio per poi andarsene sparendo tra i corridoi.

Il re degli inferi mi prende a mo di sposa e cammina tranquillo, il suo corpo è così comodo, trasmette calore anche col contatto fisico, come se fosse un termosifone, avvolto dalla tranquillità e sicurezza.

"Perché?" Sussurro mentre questo mantiene lo sguardo davanti a se, non mostrando alcuna espressione.

Abbasso il viso senza dire altro, per evitare di peggiorare la situazione.

"Non parlare. Non farmi domande. Niente di niente." Dice senza rivolgermi neanche uno sguardo.

"Ma perché??"

"Assomigli troppo a lei. Troppo."

"Lei chi..?"

"Non ti interessa ragazzina."

Ed ecco che nasce il silenzio, in questo momento ci troviamo davanti alla porta fatta riccamente d'oro.

Lui apre dando un calcio forte, essendo che ha le mani occupate, usa un altro modo giustamente eh.. -la delicatezza è il suo secondo nome ormai...-

Mi stende dolcemente sul letto sbuffando e si sdraia accanto a me.

LUCIFERO ACCANTO A ME?! NEL LETTO MATRIMONIALE?!

Divento rossa e mi giro su un fianco dall'altra parte evitando di guardarlo.

Mi copre dolcemente con la coperta di colore grigio stavolta, come la nebbia, poi sento inclinare di più il letto e capisco che anche questo mi ha voltato di spalle mettendosi su un fianco.

Ormai inizio ad avere sonno, è successo di tutto e di più oggi, rispetto agli altri giorni.

Chiudo gli occhi e vedo ormai l'oblio come il profondo dell'abisso.

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