capitolo 23

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-il giorno dopo-

Stamattina al mio risveglio mi trovo Luxe che fa la romanzina come se fosse mia madre.

Si, è arrabbiato perché l'ho lasciato di punto in bianco senza nemmeno avvertirlo.

Non gli ho raccontato di quel momento per me magico avvenuto durante la sua assenza, però mi avrebbe presa per pazza, perché Lucifero non ha mai compiuto un gesto del genere.

Beh...come ho sempre detto, PARLIAMO DI LUCIFERO.

Appena esce dalla stanza mi massaggio le tempie per il mal di testa che mi ha fatto venire.

Mi stiracchio sbadigliando e mi alzo per andare in bagno, ma con lo sguardo sfioro il comodino e noto un fogliettino piegato.

Mi avvicino e lo apro curiosamente, appena leggo quelle due semplici righe mi apro in un sorriso da ebete.

"Alle 18.00 ti vengo
a prendere, ceniamo fuori.

-Lucifero."

È vero, lo ha scritto senza porre domande, diciamo che la sua fierezza lo porta ad essere molto diretto.

Sobbalzo dalla felicità che sprizza in tutti i pori, corro a lavarmi e preparmi per andare a fare colazione.

Indosso un vestitino nero che si estende per il corpo di velo pizzo con la scollatura a monospalla.

Dopo aver varcato la soglia della sala da pranzo tutti stranamente mi guardano con rispetto, non con le solite occhiatacce.

Noto Lucifero seduto in tutta sua bellezza mentre sorseggia il vino, fa un cenno con la mano per invitarmi a sedermi.

Mi siedo accanto a lui, in modo diverso, non con fierezza e orgoglio, ma leggermente imbarazzata stavolta, sarà stato per ieri sera che mi ha spiazzata con quel bacio.

Si. Non faccio altro che pensare al bacio.

"Buongiorno ragazzina"

"Ehm...giorno" sussurro timidamente.

"Che ti prende oggi? Non sei la solita Siria" ed ecco che sorseggia ancora il vino dal calice d'oro e lo dondola in modo elegante.

"Non ho niente" sussurro.

"Comunque oggi ti porto in un posto dove potrai avere un vestito adatto per stasera."

"Cioè..?"

"Basta che sia rosso, ma nel tuo armadio ormai non ce ne più"

"Sei uno stalker per caso?"

"Mi piace farfugliare ragazzina, sono il re ricordalo" dice pavoneggiandosi.

Ok, SIRIA TORNA IN TE.

"V-va bene, quando lo andiamo a prendere?"

"Ora" poggia il calice sul tavolo "ce ne saranno di vari tipi, vedi di non farmi perdere tempo inutilmente quando devi scegliere il vestito."

Che raffinatezza. Davvero.

"Guarda che se ti faccio perdere tempo così prezioso" scandisco le ultime parole con tono buffo cercando di imitarlo "posso fare anche da sola"

Ok, oggi sto impazzendo. E non poco.

"Voi donne" fa un lungo sospiro "ti accompagno io, anche perché non sai dov'è, visto che ultimamente non hai ispezionato il regno"

"Ma come fai a.."

"Ragazzina mi sei stata attaccata 24 ore su 24" dice ridacchiando.

Non posso negarlo.

"Comunque..." cambio argomento "andiamo a vedere questo posto?"

"Va bene, va bene"

La colazione mattutina passa liscio come l'olio, intanto usciamo dalla sala da pranzo e percorriamo il corridoio insieme.

Poi lo vedo fermarsi di fronte ad una porta nera lucida, ma con uno strano simbolo marchiato, diciamo che rappresenta una fiamma.

"Ma che significa quel simbolo?" Chiedo curiosa.

"Adesso vedrai appena entriamo" dice tranquillo.

Appena abbassa la maniglia e entriamo sento un caldo afoso, come se fossimo in una sala termale, anzi, peggio!

Chiudo subito gli occhi per la luce accecante che emana, quasi insopportabile.

"Puoi aprirli invece di tenerli chiusi tutto il giorno deficente." Dice seccato.

"Senti chi parla!" Sbuffo e li apro rimanendo a bocca aperta.

È molto ampia dove rappresenta all'interno un strada al centro, mentre ai lati ci sono due burroni, con fiamme che fanno venire caldo afoso.

Tra le fiamme noto le persone che urlano disperatamente e allungano le mani verso l'alto.

"Ma chi sono?!" Chiedo scioccata.

"Sono delle anime" spiega tranquillamente "nella loro vita hanno commesso reati molto gravi, ed ecco la punizione che hanno subito dopo la morte: stare tra le fiamme dell'inferno per l'eternità"

"Ma non è esagerato così..?"

"Fidati, è la punizione che gli spettano, comunque..." alza un braccio indicando nel fondo della strada: si nota una casetta a due piani fatto solamente si mattoni, ma è piena di finestre "dobbiamo andare li" incomincia subito a camminare e io lo seguo, cercando di non fare caso alle anime che emettono urla agghiaccianti, fanno addirittura accapponare la pelle.

Durante il cammino mi faccio avanti a porre la domanda che mi tormenta da stamattina.

"Perché mi hai invitata ad uscire?" Chiedo con un pò di timore.

"Ho pensato che ti avesse fatto bene distrarti" sbuffa "Ma non mi prendere per uno romanticone per questo gesto, sia chiaro" dice non rivolgendo nemmeno uno sguardo.

Entriamo in questa casetta dove vediamo delle donne vestite in stile antico: falsa camicia bianca con bordo ricamato e un corsetto tutto nero.

Camminano avanti e indietro tenendo alzato con la mano la veste bianca per evitare di inciampare, altre invece le vedo a cucire e piegare vestiti.

"Sono delle sarte?" Chiedo mentre le guardo al lavoro.

"Esattamente, complimenti ha un ottimo intuito"

"Ah. Ah. Simpatico." Alzo gli occhi al cielo "anche loro sono anime?"

"Ragazzina stai facendo troppe domande oggi" scuote il capo sospirando "comunque si, anche loro sono delle anime"

Appena fa il gesto con la mano ad una sarta per farla avvicinare, questa china subito il capo intimorita e obbedisce senza fare domande.

"Si sire?" Chiede con tono impaurita.

"Dove sono le vesti che ho ordinato di fare?" Alza un sopracciglio impaziente.

"Oh, certo sire! È per la ragazza?" Tiene sempre la testa china senza rivolgermi lo sguardo.

"Esatto"

"Arrivo subito sire" fa un inchino e sale nel piano di sopra.

Appena torna poggia una accanto all'altra vestiti rossi, ma con scollature e forme diverse.

Guardo con attenzione una ad una mentre Lucifero sta poggiato con la spalla al muro sbuffando impaziente.

Alla fine scelgo quello molto attillato -insomma, mette in evidenza il corpo- con uno spacco che parte dalla coscia e senza spalline con la scollatura a curva dolce.

"Perfetto" commenta allora il re degli inferi "possiamo andare"

"Spero che il vestito sia di suo gradimento signorina" dice la sarta dolcemente facendo un breve inchino.

"Lo sarà sicuramente" gli sorrido e usciamo varcando la soglia.

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