Mi continuavo a rigirare sotto le coperte. Stavo provando in tutti i modi a cancellare tutte le immagini che mi si proiettavano davanti ai miei occhi. Mi era tornato in mente quel pomeriggio di agosto di due anni prima, in cui avevo visto per la prima volta Michele, alias lo stronzo, lì al mare e me ne ero follemente innamorata. Amavo tutto di lui: la sua risata, il suo vizio di toccarsi ripetutamente i capelli, la sua camminata strana... E poi balenò nella mia mente il ricordo della nostra prima notte d'amore, del nostro primo bacio, della prima discussione, dei bei momenti passati con lui. Poi però mi sovvenni di quel fatidico giorno in cui lo beccai con la mia migliore amica, avvinghiati in un bacio passionale. La cosa bella è che poco dopo scoprii che la loro relazione andava avanti da mesi, senza che io mi fossi accorta mai di nulla. Ero stata doppiamente tradita, dal mio ragazzo e dalla mia migliore amica. Poi mi venne in mente Simone e il fatto che lo trovavo dannatamente attraente. Era una sensazione strana: Simone era completamente diverso rispetto a Michele, e forse era proprio questo ciò che mi incuriosiva sempre di più. A tutto questo si aggiungeva il fatto che mi mancava un po' anche mia madre...
La mia testa stava scoppiando. Decisi di alzarmi un attimo a prendere un bicchiere d'acqua, almeno da distrarmi un attimo. Mi alzai furtivamente dal letto per non svegliare le mie due amiche e mi diressi in cucina, cercando di evitare di fare rumore. Scesi le scale e mi accorsi che in cucina c'era la luce accesa. Mi avvicinai e vidi che Carmine stava guardando dalla finestra.
"Che guardi?" gli chiesi avvicinandomi a lui.
"Ah Laura, sei tu... mi hai fatto prendere un colpo!"
"So di non essere bellissima, ma non credevo di far così spaventare!"
"ahaha che scema! No è che stavo pensando e non ti ho proprio sentita arrivare"
"Immaginavo. Ma che ci fai qua sveglio a quest'ora? Non dovresti essere a letto?"
"Guarda che potrei farti la stessa domanda eh!" rispose lui.
"Lo so, ma te l'ho fatta prima io quindi adesso rispondi!" lo sfidai.
"Certo che sei forte tu eh! Va bene, ti dirò perché sono sveglio. Però vieni, sediamoci. Ti preparo qualcosa. Cosa preferisci?"
"Hai una vaschetta di gelato e due cucchiaini?"
"Certo! In casa Buschini non manca mai il gelato!" disse scherzosamente.
Ci sedemmo attorno al tavolo e aprimmo la vaschetta di gelato. Iniziammo a mangiarlo in silenzio. Dopo poco decisi di parlare: "Spara!"
"è tutto così complicato..." disse con espressione triste. "non ne ho mai parlato con nessuno, ma sento che con te mi posso confidare". Rimasi un po' stupita da quanto avevo sentito: non credevo mi reputasse un'amica così fidata a cui raccontare le proprie cose, visto che ci conoscevamo da così poco. Però anche io in effetti sentivo di potermi confidare liberamente con lui.
"Dimmi tutto, ti ascolto!" dissi.
"E' una storia lunga. Purtroppo l'anno quasi due anni fa è morto mio padre..." fece una pausa "da quel giorno è tutto una merda...". Gli si riempirono gli occhi di lacrime. Avvicinai la mia mano alla sua, gliela presi e la strinsi con tanta forza.
Tirò su col naso, e proseguì ininterrotto il suo discorso: "dicevo, da quando papà è mancato è stato tutto molto più difficile. Mamma si è ritrovata a dover crescere da sola un sedicenne e un bambino di appena un anno, per non contare il fatto che lei era incinta e che di lì a poco sarebbe nata Matilde e si sarebbe dovuta occupare anche di lei. Mamma è stata terribilmente male in quel periodo: aveva perso l'uomo della sua vita ed era sola a dover affrontare il mondo. Per me è stato difficilissimo perdere papà... con lui avevo un rapporto speciale: spesso uscivamo solo io e lui e passavamo delle giornate uniche in cui lui mi insegnava tutto ciò che sapeva fare. Una volta provò persino ad insegnarmi a montare una tenda da campeggio -sorrise- ma io non ci riuscii mai. Quando lui è venuto a mancare io ho perso la mia guida. Così mi sono chiuso in me stesso: non volevo uscire, non volevo vedere nessuno, non volevo studiare, non volevo vivere... stavo sempre sdraiato a letto con le cuffiette alle orecchie e ascoltavo tutto il giorno la musica. Ogni tanto mi dimenticavo anche di mangiare. Mia mamma mi guardava da lontano e soffriva tanto per me. Ma lei doveva essere forte per Luca, il piccolino. Un giorno però entrò mia madre in camera con una lettera. Mi disse che l'aveva trovata per caso sotto l'armadio ed era per me da parte di mio padre. Quella lettera mi ha toccato profondamente l'anima e da quel giorno decisi di reagire: mio padre non avrebbe voluto vedermi così e mi ripresi la mia vita in mano. Così ripresi ad andare a scuola, ad uscire, a incontrare gente, a mangiare. Iniziai ad aiutare mamma con Luca e con Matilde che nel frattempo era nata. E da quel giorno vidi che anche mamma stava meglio. Però comunque sento ancora molto la mancanza di papà nella mia vita. E oggi è un giorno di quelli... oggi gli avrei voluto chiedere un parere, ma lui non c'è e quindi me la dovrò cavare da solo..."
"Vuoi chiedere a me? Lo so che non posso sostituire tuo padre, ma posso comunque provare a darti un consiglio", gli dissi, sperando di potergli essere un minimo d'aiuto.
"No, lascia stare. È una cosa che devo risolvere da solo..."
"Insisto invece! Se ne parli ti puoi sfogare un po' e se sei anche fortunato ti chiarisci le idee"
"il problema è Gaia... lo so che lei è follemente innamorata di me. Me ne sono accorto da come mi guarda. Ma io non la amo... è solo una grande amica per me, ma proprio per questo non ci potrebbe mai essere nulla di più che non una grande amicizia. Il fatto è che non la voglio far soffrire, ma se non le dico nulla lei si continuerà ad illudere che potrà esserci qualcosa tra noi due, e se le dico la verità le spezzerei il cuore. Non so proprio che fare..."
"Beh, se posso dirti la mia, io le direi la verità. La verità è la prima cosa in tutto e visto che lei è una tua grande amica questo discorso vale a maggior ragione. Anche se lei ci soffrirà inizialmente, col tempo capirà. E poi è una persona intelligente e non credo che dopo che le dirai la verità lei rovini il vostro rapporto, ma anzi credo che ne uscirà rafforzato."
"Dici?" mi chiese titubante.
"Beh si, perché Gaia apprezzerà la tua sincerità. E magari tra una settimana non ti vorrà vedere e ti odierà con tutta sé stessa, però tra un mese ti sarà grata per l'onestà che hai dimostrato nei suoi confronti."
"Hai ragione! Grazie mille, farò così! Sei proprio una grande amica!"
"Guarda che quando hai bisogno puoi contare su di me!" gli sorrisi.
"Lo stesso vale per me Laura! Ma adesso tocca a te parlare!"
"Eh va bene! Anche se i miei problemi non sono neanche paragonabili ai tuoi."
"Laura, quando si tratta di problemi non esistono problemi importanti o problemi non importanti. Se una cosa ti fa star male devi dirla, anche se secondo te si tratta di una stupidaggine. Quindi ora mi racconti tutto e non rompi, ok?" disse Carmine tutto d'un fiato.
"Va bene capo, ma calmati" gli sorrisi. "Forse ti sarai chiesto perché io mi sono trasferita qua... ecco, la verità è che io sono scappata da Roma. Volevo scappare da casa mia, dalla mia scuola, dalle mie strade e da tutto ciò che mi circondava."
"Come mai?"
"Avevo scoperto il mio ragazzo mentre si baciava con quella che era la mia migliore amica"
"che stronzo!" commentò Carmine.
"Già... stavamo insieme da più di due anni e lui aveva deciso di buttare all'aria tutto quanto per stare non con una qualunque, ma con la mia migliore amica... capisci?! La mia migliore amica!"
"Certo che anche lei però... tra tutti i ragazzi che esistono proprio quello della sua migliore amica si doveva scegliere?"
"Infatti... sono stati delle merde e mi hanno nascosto il tutto per svariati mesi. Quindi loro mi hanno presa in giro per mesi interi, in cui facevano finta di nulla. E io come una scema non mi sono accorta di nulla!" ero molto agitata. Era la prima volta che ne parlavo così apertamente con qualcuno.
"Ma come facevi ad accorgertene se loro erano bravi a nascondere tutto? Arrivati a questo punto è meglio se li hai scoperti, almeno hai messo un punto a questa storia, non credi?"
"Si, forse hai ragione. Ma fa davvero tanto male..."
"Ohi, ma è per questo che esistono gli amici!". Si alzò e si avvicinò a me. Mi fece alzare e mi abbracciò stretto a sé. Ne avevamo bisogno entrambi di quell'abbraccio, di sentirci protetti dai propri mostri all'interno di braccia rassicuranti. In quell'istante mi sentivo davvero bene, come se tutti i cocci del mio animo, come i tasselli di un puzzle, fossero messi a posto. Stavo bene tra le braccia di Carmine. "Grazie" gli sussurrai all'orecchio. Si staccò leggermente dal mio corpo e mi diede un bacio sulla guancia. "Grazie a te" mi rispose, per poi riavvicinarmi a sé e stringermi di nuovo tra le sue braccia.

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La Decisione
RomansLaura è una ragazza di 17 anni tradita dal suo ragazzo. Decide di cambiare vita e va a vivere con suo padre. Cambia città e cambia quindi anche scuola. Scuola che sarà teatro di nuove amicizie, di amori, di sfide e, appunto, decisioni. La Decisione...