Il giorno dopo passò in fretta: tra la sistemazione in casa nuova e i preparativi per il nuovo anno scolastico, le ore scorsero senza che io me ne accorgessi.
Era strana la nuova vita in quel nuovo paese e il primo giorno di scuola mi metteva un po' di paura addosso. In fondo non conoscevo nessuno e mi sarei dovuta inserire in una quinta, dove ormai tutte le amicizie sono salde e non c'è posto per gli estranei. Fossi almeno stata una bella ragazza... Ma no, io ero una ragazza qualunque, senza nessun segno particolare che potesse attirare l'attenzione di nessuno. Avevo paura di restare sola, o, ancora peggio, di diventare lo zimbello di tutti.
Era anche vero che, per quanto stessi male, non potevo stare peggio di quel giorno in cui la verità apparve sotto i miei occhi,quel giorno in cui la mia vita sprofondò, proprio quel giorno in cui li vidi: lui, lo stronzo, e lei, la falsa, in piedi sotto quel maledettissimo albero, appiccicati come due cozze, mentre si baciavano.
A quel ricordo i miei occhi si riempirono di lacrime e allora decisi di fare quel che di solito facevo quando stavo male, nonostante fosse quasi buio: presi il mio I pod e andai a correre. Non conoscendo le strade, corsi un po' dove mi capitava. Chi mi vedeva da fuori avrebbe sicuramente pensato che stessi scappando da un mostro a otto teste che mi inseguiva. E invece io scappavo solo da me stessa.
Dopo un po', non appena i miei polmoni decisero di non farcela più, tornai a casa. Mio padre mi guardò con aria interrogativa, ma non mi chiese nulla: sapeva già la risposta.
Il giorno dopo la sveglia suonò molto presto e alle 6.00 misi il mio piede destro in terra. Ero l'unica sveglia a quell'ora, insieme a papà.
Volevo apparire curata, almeno nell'aspetto. Indossai un paio di jeans chiari e una maglietta bianca con degli strass. Sopra una giacchetta di jeans che richiamava i pantaloni. Ai piedi un paio di normalissime vans. A differenza del solito mi truccai leggermente. Avevo infatti pensato che se la mia vita doveva cambiare, doveva farlo in tutto, anche in queste piccole cose. Ecco quindi che i miei occhi apparsero più decisi con un filo di matita nera e del mascara, le mie guance presero colore e i miei brufolini scomparvero.
Legai i miei capelli in una coda di cavallo. Ero pronta ad affrontare questo nuovo giorno. Scesi giù in cucina e incontrai mio padre.
Papà: allora, pronta per questo primo giorno?
Io: abbastanza...
Papà: fatti abbracciare.
Mi abbracciò. Non so perchè, ma tra le sue braccia mi sentivo al sicuro, protetta e più forte.
Poi aggiunse: lo so che è difficile cambiare città, ma sono sicuro che ti troverai bene in questa nuova scuola.
Io: se lo dici tu...
Papà: dico, dico! Fidati di un vecchio burbero come me!
Lo guardai con uno sguardo pieno di affetto.
Dopo poco aggiunse: vuoi che ti accompagno?
Io: non ti preoccupare papà, stai con Laila e aiutala a preparare i piccoli, io me la cavo!
Papà, abbracciandomi di nuovo: sei forte Laura!
Sarei voluta restare tra le sue braccia ancora a lungo, però era già tardi e se non mi fossi data una mossa avrei rischiato di arrivare in ritardo anche il primo giorno. Quindi misi la cartella in spalle, un bacio veloce a papà e mi incamminai verso la nuova scuola.

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La Decisione
RomanceLaura è una ragazza di 17 anni tradita dal suo ragazzo. Decide di cambiare vita e va a vivere con suo padre. Cambia città e cambia quindi anche scuola. Scuola che sarà teatro di nuove amicizie, di amori, di sfide e, appunto, decisioni. La Decisione...